Albert Einstein

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Albert Einstein
Albert Einstein nacque il 14 Marzo 1879 a Ulm, in Germania. Suo padre era un operaio specializzato nella costruzione di apparecchiature elettriche. A causa di un fallimento economico suo padre fu costretto a trasferirsi con la famiglia prima a Munich poi a Milano. Non ci restano sufficienti informazioni sulla vita individuale di Einstein risalenti a questo periodo.
Durante i suoi studi non mostrт particolari attitudini, in quanto non approvava i rigidi metodi dell'istruzione, e fu davvero un pessimo allievo. Perт Einstein rimase affascinato dalla matematica e dalle scienze, materie che studiт autonomamente.
Nel 1896 gli fu revocata la cittadinanza tedesca e nel 1901divenne cittadino svizzero.
Nel 1896 ebbe l'opportunitа di entrare all'Istituto Federale Svizzero di Tecnologia a Zurigo. Nonostante avesse un esigua retribuzione, divenne un esaminatore. Nei due anni seguenti si occupт di insegnamenti generali. Dal 1902 egli divenne un esaminatore ufficiale a Berna dove lavorт per sette anni.
L'anno 1905 fu un grande momento per la scienza; infatti Einstein pubblicт, a soli 26 anni, quattro articoli sul giornale Annalen Der Physik, articoli che avrebbero alterato il corso della scienza del XX Sec. Il primo trattava dei casuali cambiamenti termici nelle molecole, chiamati Browniani, per prima riconosciuti nel 1827 dal botanico inglese Robert Brown. Il secondo articolo trattava la teoria quantistica della luce divulgata da Max Planck nel 1900. In esso Einstein mostra come la luce sia formata da fotoni rifacendosi al fenomeno fotoelettrico scoperto nel 1902. Per questo contributo gli fu conferito nel 1921 il Premio Nobel per la fisica. Il terzo articolo (il piщ famoso di Einstein) tratta della teoria della relativitа: "Zur Electrodynamik bewegter Korper" ("Elettrodinamica dei corpi in movimento"). L'ultimo articolo di quell'anno introdusse l'ormai famosa equivalenza tra la massa e l'energia espressa dall'equazione E=mc2. Grazie a questi lavori Einstein ricevette, nel 1908, delle onorificenze all'universitа di Berna, che furono seguite da moltissime altre in Europa dopo che si stabilм all'istituto per Studi Avanzati di Princeton, nel 1933.
Gli ultimi anni di Einstein furono trascorsi cercando una teoria per la forza universale che potesse unire le forze subatomiche con la gravitazione e l'elettromagnetisno, problema che nessuno mai и riuscito a risolvere. Einstein aveva un gran rispetto per le opere della natura, e notт che "La cosa piщ incomprensibile del mondo и che esso sia comprensibile". Si considerava piщ un filosofo che uno scienziato, e in molti modi fu dello stesso stampo dei filosofi greci, come Platone ed Aristotele, cercando di capire la natura mediante la ragione anzichй l'esperimento. Il suo successo deve molto al discernimento dei suoi predecessori e alla potenza d'analisi degli strumenti matematici, ma soprattutto ad una grande intuizione, che nessuno ha mai avuto.
Morм il 18 Aprile del 1955 a Princeton, nel New Jersey, dopo aver ricevuto la cittadinanza statunitense.
La teoria della relativitа ristretta
Il terzo e piщ importante studio del 1905, dal titolo Elettrodinamica dei corpi in movimento, conteneva la prima esposizione completa della teoria della relativitа ristretta, frutto di un lungo e attento studio della meccanica classica di Isaac Newton, delle modalitа dell'interazione fra radiazione e materia, e delle caratteristiche dei fenomeni fisici osservati in sistemi in moto relativo l'uno rispetto all'altro.
La base della teoria della relativitа ristretta, che comporta la crisi del concetto di contemporaneitа, risiede su due postulati fondamentali: il principio della relativitа, che afferma che le leggi fisiche hanno la stessa forma in tutti i sistemi di riferimento inerziale, ossia in moto rettilineo uniforme l'uno rispetto all'altro, estendendo il precedente principio di relativitа galileiano, e il principio di invarianza della velocitа della luce, secondo cui la velocitа di propagazione della radiazione elettromagnetica nel vuoto и una costante universale, che sostituisce il concetto newtoniano di tempo assoluto.
Critiche alla teoria di Einstein
La teoria della relativitа ristretta non fu immediatamente accolta dalla comunitа scientifica. Il punto d'attrito risiedeva nelle convinzioni epistemologiche di Einstein in merito alla natura delle teorie scientifiche e sul rapporto tra esperimento e teoria. Sebbene affermasse che l'unica fonte di conoscenza и l'esperienza, egli era anche convinto che le teorie scientifiche fossero libera creazione dell'uomo e che le premesse sulle quali esse sono fondate non potessero essere derivate in modo logico dalla sperimentazione. Una "buona" teoria, per Einstein, и una teoria nella quale и richiesto un numero minimo di postulati per ogni dimostrazione.
La teoria della relativitа generale
A partire dal 1907, anno in cui fu pubblicata la memoria contenente la celebre equazione che afferma l'equivalenza fra massa ed energia, Einstein iniziт a lavorare a una teoria piщ generale, che potesse essere estesa ai sistemi non inerziali, cioи in moto accelerato l'uno rispetto all'altro. Il primo passo fu l'enunciazione del principio di equivalenza, in base al quale il campo gravitazionale и equivalente a
una accelerazione costante che si manifesti nel sistema di coordinate, e pertanto indistinguibile da essa, anche sul piano teorico. In altre parole, un gruppo di persone che si trovino su un ascensore in moto accelerato verso l'alto non possono, per principio, distinguere se la forza che avvertono и dovuta alla gravitazione o all'accelerazione costante dell'ascensore. La teoria della relativitа generale venne pubblicata nel 1916, nell'opera intitolata "I fondamenti della relativitа generale". In essa le interazioni dei corpi, che prima di allora erano state descritte in termini di forze gravitazionali, vengono spiegate come l'azione e la perturbazione esercitata dai corpi sulla geometria dello spazio-tempo, uno spazio quadridimensionale che oltre alle tre dimensioni dello spazio euclideo prevede una coordinata temporale.
Einstein, alla luce della sua teoria generale, fornм la spiegazione delle variazioni del moto orbitale dei pianeti, dando conto in modo soddisfacente del moto di precessione del perielio di Mercurio, fenomeno fino ad allora non pienamente compreso, e previde che i raggi luminosi emessi dalle stelle si incurvassero in prossimitа di un corpo di massa elevata quale, ad esempio, il Sole. In base a quest'ultimo fenomeno, si и avuta una conferma sperimentale, realizzata in occasione dell'eclissi solare del 1919, che fu un evento di enorme rilevanza.
Per il resto della sua vita Einstein si dedicт alla ricerca di un'ulteriore generalizzazione della teoria in una teoria dei campi che fornisse una descrizione unitaria per i diversi tipi di interazioni che governano i fenomeni fisici, incluse le interazioni elettromagnetiche, e le interazioni nucleari deboli e forti.
Tra il 1915 e il 1930 si stava sviluppando la teoria quantistica, che presentava come concetti fondamentali il dualismo onda-particella, postulato da Einstein fin dal 1905, nonchй il principio di indeterminazione di Heisenberg, che fornisce un limite intrinseco alla precisione di un processo di misurazione. Einstein mosse diverse e significative critiche alla nuova teoria e partecipт attivamente al lungo e tuttora aperto dibattito sulla sua completezza. Commentando l'impostazione da un punto di vista strettamente probabilistico della meccanica quantistica, egli affermт che "Dio non gioca a dadi con il mondo".
Cittadino del mondo
Dopo il 1919 Einstein divenne famoso a livello internazionale; ricevette riconoscimenti e premi, tra i quali il premio Nobel per la fisica, che gli fu assegnato nel 1921. Lo scienziato approfittт della fama acquisita per ribadire le sue opinioni pacifiste in campo politico e sociale.
Durante la prima guerra mondiale fu tra i pochi accademici tedeschi a criticare pubblicamente il coinvolgimento della Germania nella guerra. Tale presa di posizione lo rese vittima di gravi attacchi da parte di gruppi di destra; persino le sue teorie scientifiche vennero messe in ridicolo, in particolare la teoria della relativitа.
Con l'avvento al potere di Hitler, Einstein fu costretto a emigrare negli Stati Uniti, dove gli venne offerta una cattedra presso l'Institute for Advanced Study di Princeton, nel New Jersey. Di fronte alla minaccia rappresentata dal regime nazista egli rinunciт alle posizioni pacifiste e nel 1939 scrisse assieme a molti altri fisici una famosa lettera indirizzata al presidente Roosevelt, nella quale veniva sottolineata la possibilitа di realizzare una bomba atomica. La lettera segnт l'inizio dei piani per la costruzione dell'arma nucleare.
Al termine della seconda guerra mondiale, Einstein si impegnт attivamente nella causa per il disarmo internazionale e piщ volte ribadм la necessitа che gli intellettuali di ogni paese dovessero essere disposti a tutti i sacrifici necessari per preservare la libertа politica e per impiegare le conoscenze scientifiche a scopi pacifici.
Albert Einstein e il pensiero filosofico
Einstein definм i principi fisici come "libere invenzioni del nostro intelletto" anzichй come a comode formulazioni sintetiche dei rapporti fra fenomeni, come avrebbe supposto un vero seguace di Mach. Benchй, perт, potesse esserci bisogno dell'intelletto creativo umano per andare oltre i modi di pensiero tradizionali, ciт non significava che secondo Einstein qualsiasi vecchio principio potesse funzionare. Egli pensava, piuttosto, che quando una teoria riusciva a dare una correlazione matematica semplice e una rappresentazione altrettanto semplice dell'esperienza, stava fornendo una "copia" adeguata della realtа. Senza dubbio non intendeva asserire che la scienza sarebbe riuscita infine a conseguire una descrizione completa e definitiva del mondo. Nella sua filosofia della scienza c'era nondimeno una forte componente "realistica": egli credeva che una teoria scientifica fosse composta da un insieme di assiomi o principi fondamentali che potevano essere scelti liberamente dall'atto creativo dello scienziato. Da questi assiomi si potevano dedurre matematicamente teoremi, i quali dovevano poi essere verificati sperimentalmente. A differenza di Newton, Einstein non credeva che gli assiomi potessero venire derivati direttamente o logicamente dai dati dell'esperienza, da fenomeni. Essi richiedevano, invece, un atto creativo di costruzione matematica. La connessione con i fenomeni veniva alla fine della catena di deduzioni, quando i teoremi del sistema matematico venivano messi a confronto con l'esperienza. L'intero processo era guidato da un assunto apparentemente a priori, che ci fosse una sorta di "armonia prestabilita" fra pensiero e realtа, quasi come avevano supposto molto tempo prima gli aristotelici.

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