Hessen

Materie:Appunti
Categoria:Pedagogia

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Testo

HESSEN (1887 - 1950)

- pedagogia umanistica, dell’uomo autonomo
- si forma nella scuola di indirizzo neo-kantiano che sostiene un’originale filosofia dei valori

FONDAMENTI TEORICI

La sua concezione pedagogica ha come centro focale l’idea di cultura che ricava dalla Scuola del Baden (Windelband e Rickert) --> filosofia dei valori come scienza critica dei valori universali
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egli analizza e critica:
- il positivismo, che spiega la conoscenza sulla base delle relazioni causali tra i fatti e gli oggetti
- lo storicismo, che la spiega proiettandola nel divenire della storia
- il vitalismo di Nietzsche, che fa dell’uomo il creatore dei valori

H, riprendendo la lezione critica di Kant, afferma che la conoscenza non si fonda solo sul contenuto (positivismo), né solo sul soggetto (Nietzsche), ma è sintesi di un dato di esperienza (fenomeno) e una legge dell’io (forma a priori), che conferisce alla conoscenza la sua universalità (contro il relativismo storicistico)
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la novità introdotta, rispetto a Kant, consiste nel ricercare criticamente il fondamento di valore del conoscere, dell’azione morale e dell’atto estetico
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ogni giudizio implica una valutazione, il che rimanda a dei valori come criteri a priori di valutazione
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è fondamentale il significato che si attribuisce alla nostra conoscenza --> il conoscere non è soltanto un rapporto logico tra coscienza e realtà rappresentata, ma è giudizio di valore (una valutazione, di verità, di bontà o di bellezza, che rimanda necessariamente a qualcosa che valga assolutamente)
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i valori si pongono quindi come ideali, condizioni a priori

H identifica i valori con quelli che noi chiamiamo comunemente ideali culturali --> l’individuazione di un certo numero di direzioni culturali (scientifica, religiosa, etica, estetica, ..) porta alla luce una categoria, un ideale (verità, bene, bellezza, giustizia, utilità, ..)
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la necessità del valore non è una necessità determinante (è così e non può essere diversamente), ma esprime un dover essere che si appella alla libertà

CONCEZIONE EDUCATIVA

- educazione come formazione culturale, come processo che immette il soggetto nella tradizione culturale e lo rende disponibile al dover essere dei valori ideali
- l’educazione si basa sulla disciplina e sull’istruzione --> non è data dall’essere del soggetto (da ciò che il soggetto è nella spontaneità del suo sviluppo), ma è data dal dover essere (da ciò che il soggetto è chiamato ad essere nell’orizzonte dei valori di cultura)
- H, prima di formulare la propria proposta educativa, critica alcune precedenti teorie educative, storicamente significative:
1. Rousseau: l’uomo dello stato di cultura è frazione di un tutto e manca di ogni attributo di originalità visto che è chiamato a vivere come gli altri, secondo modelli standardizzati; l’uomo dello stato di natura è una totalità organica che basta a se stessa e si esprime nell’autenticità della sua natura --> il programma pedagogico di R è affidato al principio dell’educazione negativa: si esclude ogni intervento adulto e si risolve nella spontaneità e nella libertà
2. Tolstoy: la sua concezione pedagogica si basa essenzialmente sulla negazione del diritto ad educare, un uomo non può avere il potere di formare un altro uomo secondo i propri intendimenti --> denuncia le costrizioni che nascono dalla scuola e cerca l’alternativa nel flusso spontaneo della vita

L’analisi critica di H perviene ai seguenti risultati:
- la libertà è solo apparente, dato che è possibile dimostrare come il soggetto resti sottoposto all’autorità
- R e T hanno concepito libertà e autorità come delle realtà a sé stanti, cosa che li ha spinti a sopprimere la costrizione per consentire alla libertà di affermarsi
- la costrizione non è esterna al soggetto, essa si crea al suo interno nelle costrizioni poste dalla sua natura o nella disponibilità a conformarsi alle pressioni esterne

per H disciplina e cultura si pongono come condizioni di autenticità e di libertà

l’educazione è un processo che esclude le semplificazioni dello spontaneismo naturale (Neill) o della formazione sociale (Makarenko)

temperamento ≠ personalità
(è una realtà biopsichica, (è una realtà spirituale, è ciò che
è un qualcosa dato al soggetto il soggetto diviene attraverso la
dall’ereditarietà) sua formazione culturale e la sua tensione verso la realizzazione dei valori)

il fondamento dell’individualità personale e dei tratti che caratterizzano l’originalità del soggetto si basa su qualcosa di super-individuale e di super-personale
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il momento caratterizzante lo sviluppo personale consiste solo nello sforzo che la personalità compie per far convergere motivazioni temperamentali e istanze sociali in una sintesi superiore, attuata nel segno dei valori

METODO

La proposta pedagogica ruota intorno all’educazione morale e a quella scientifica e la condizione oggettiva di realizzazione di un simile programma formativo è l’idea democratica della scuola unica

L’educazione morale si basa su 3 fasi:
1. anomia (tipo di condotta in cui è assente la norma morale) --> infanzia:
- il bambino, per le sue caratteristiche psicologiche, è portato a lasciarsi guidare nei suoi comportamenti dagli istinti e dal suo naturale egocentrismo
- non è in grado di comprendere il significato di una legge esterna e di adeguarvisi ( ~ Rousseau)
- non ci si deve affidare alla spontaneità, ma al contrario bisogna creare una precisa strategia metodologica
- occorre orientare il gioco verso la forma del lavoro, lasciarlo quindi tale, ma rendendolo finalizzato (il bambino deve portare a termine i propri giochi)
2. eteronomia (comprendere il significato e la legittimità di una norma esterna e adeguare ad essa la propria condotta) --> scuola elementare:
- attività di lavoro che già in parte include il successivo momento dell’autonomia e che quindi è permeato di creatività (opportuna valorizzazione degli interessi e delle esperienze del bambino, libertà nella scelta degli strumenti e delle vie con cui egli può realizzare i propri compiti)
- il docente deve guidare l’attività didattica
- senza una componente di creazione e di partecipazione personale il lavoro si risolverebbe in un atto meccanico, mentre una creazione prematura si tradurrebbe in un superficiale dilettantismo
- nella scuola del lavoro l’esperienza non è più l’esperienza immediata degli alunni ma un’esperienza didattica costruita dal docente con precisi fini formativi
3. autonomia (unita alla creazione, come fine ideale dell’educazione):
- deve trovare posto non nell’area delle attività scolastiche, ma in quella delle esperienze para-scolastiche e del tempo libero
- non si deve superare la cultura adulta, ignorandola, ma soltanto passando attraverso di essa e ricreando una nuova cultura

la scuola di H assume una struttura unitaria, configurandosi come scuola unica, ma internamente articolata in funzione delle caratteristiche psicologiche e delle esigenze sociali degli alunni
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l’idea della scuola unica nasce con l’affermarsi dell’ideologia democratica che si basa sul principio della libertà positiva, unito a quello della solidarietà
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l’affermazione secondo la quale tutti gli uomini sono uguali dinnanzi alla legge e sono ugualmente liberi è astratta e formale perché di fatto nella concretezza della vita sociale si istituiscono gradi diversi di libertà e di uguaglianza
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è necessario che lo stato abbandoni la propria posizione di indifferenza e intervenga positivamente per rimuovere tutti gli ostacoli sociali ed economici
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l’atto giuridico che caratterizza la politica scolastica in senso democratico è costituito dall’introduzione dell’obbligo scolastico --> obbligando tutti i cittadini a frequentare la scuola lo stato si libera dalla costrizione dell’ignoranza (paradosso della democrazia)
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se prima ci si trovava dinnanzi a 2 possibili scelte (cultura elementare, senza vie di sbocco, destinata ad esaurirsi con l’inserimento nel mondo del lavoro; cultura media, riservata ad un’élite, destinata agli studi superiori), con l’obbligo scolastico si supera questo dualismo scolastico e si crea una scuola unica obbligatoria fino al grado superiore di studi

scuola unica non significa scuola omogenea che dispensa a tutti gli stessi contenuti; si ha una metodologia differenziata per ogni grado scolastico:
1. scuola elementare --> metodo dell’episodico-collegato (strategia capace di raccordare gli interessi degli alunni con le loro esperienze legate all’ambiente regionale e capace di avviare il progressivo accostamento degli alunni al superiore livello dello studio sistematico):
- il sapere deve essere assimilato dall’allievo, ma non come imposto dall’esterno, ma bensì tramite la stessa esperienza che permette di assimilarlo attivamente per una necessità del soggetto
2. scuola media (adolescenza) --> studio sistematico:
- l’allievo diventa capace di riflessione logica, di formulare in concetti il suo pensiero e, quando ne sente il bisogno, di spiegare i fenomeni del mondo in modo sistematico (completamento e spiegazione del sapere)
3. scuola di terzo grado:
- acquisizione della cultura generale specifica ed educazione al cambiamento della professione

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