Pirandello

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Testo

Vita
La famiglia di Pirandello non era originaria, almeno per la parte paterna, di Agrigento, e nemmeno poteva dirsi del tutto siciliana: il nonno paterno era figlio di liguri, stabilitisi a Palermo inserendosi nell'industria e nel commercio di zolfo. Fu il padre di ventiquattro figli, l'ultimo dei quali, Stefano, fu inviato dal fratello maggiore ad Agrigento, per dirigere gli interessi dei Pirandello nelle zolfare di cui era ricca la zona. Vi si stabilì sposandosi con Caterina Ricci Gramito, appartenente ad una copiscua famiglia girgentana di patrioti.
Luigi Pirandello nacque il 28 giugno 1867 in una contrada detta "Il Caos", nei pressi della città di Agrigento, in un casolare campestre di proprietà di suo padre, dove la famiglia si era rifugiata a causa di una epidemia di colera.
Si fidanzò con la bella cugina, di quattro anni più anziana di lui, Lina, di cui il giovane era innamoratissimo. Dopo i tre mesi delle vacanze estive, Luigi riesce ad ottenere dal padre di iscriversi all'Università di Palermo nelle facoltà di legge e di lettere, e riprendere così nella capitale dell'isola i suoi studi preferiti.
Per lui fu un anno difficile, anche a causa del declinare del suo rapporto amoroso con la cugina, forse per la differenza di età, ma forse ancor più in ragione di un certo disagio sul piano della vita famigliare.
Il fidanzamento continua anche quando Luigi si trasferisce a Roma per proseguire i suoi studi. Il suo periodo a Roma è breve; andò ad abitare presso lo zio Rocco Ricci Gramito, fratello della madre, ex cospiratore, condannato a morte. In casa dello zio Rocco si viveva in un'atmosfera di disordine; siccome non riuscì a stare in quell'ambiente, decise di andare ad abitare poco lontano in una pensione in via delle Colonnette. Pirandello si iscrisse all'Università di Bonn in Germania; qui si laureò con una tesi sui dialetti siciliani. A Bonn ebbe una relazione con una ragazza bella ed intelligente di nome Jenny Schulz Lauder. A lei è dedicato il secondo volume di versi, "Pasqua di Gea", apparso nel 1821 presso la libreria editrice Galli di Milano.
Scrive il 1° romanzo nel 1901 "Marta Ayala" che pubblicherà col titolo "l'Esclusa". Poi, lasciata Lina nel 1893, si sposa con Maria Antonietta Portulano. Ebbero tre figli: Stefano, Lietta e Fausto.
Nel 1897, Pirandello è incaricato dell'insegnamento della lingua italiana nell'istituto Superiore Femminile di Magistero di Roma, di cui è direttore Giuseppe Aurelio Costanzo.
Il 1903 è un anno che segna una crisi famigliare di Luigi Pirandello a causa dell'improvviso tracollo finanziario di suo padre, in seguito all'allagamento di una miniera di zolfo. Antonietta ne ebbe notizia tramite una lettera da lei letta in assenza del marito: al suo ritorno egli trovò la moglie a letto, sconvolta dalla notizia, semiparalizzata.
Giovanni Cena invita Pirandello a scrivere un romanzo per la Nuova Antologia: sarà "Il fu Mattia Pascal" e lo scriverà di sera, dopo le lezioni al Magistero, vegliando la moglie malata.
La novità del romanzo fu subito riconosciuta in Italia e fuori. Nel 1906 inizia la stesura del romanzo "I vecchi e i giovani" che ha per sfondo le lotte e i rivolgimenti sociali nella Sicilia degli ultimi decenni dell'Ottocento.
Nel 1912 comincia a scrivere il romanzo "Uno, Nessuno e Centomila" che porterà a compimento nel 1925.
Nel 1915 muore ad Agrigento la madre di Luigi, Caterina Ricci Gramitto.
Il 1916 è l'anno del suo approccio al teatro.
Una nuova svolta nella vita di Pirandello avviene quando sua moglie M. Antonietta entra nel 1919 in una casa di cura per non uscirne più. In questo periodo nasce il successo teatrale di Pirandello. Tra il 1919 e il 1920 appaiono due nuove raccolte di novelle "Berecche e la guerra" e "Il Carnevale di morti".
Nel 1930, Pirandello viene chiamato ad Hollywood per seguire le riprese del film tratto dalla sua commedia "Come tu mi vuoi".
Il pubblico borghese del teatro dell'Opera di Roma aveva fischiato il 24 marzo 1934 la sua "Favola del figlio cambiato", e l'anno prima, all'avvento al potere in Germania di Hitler, era stata vietata la rappresentazione delle sue opere nei teatri tedeschi: arte degenerata. Lo stesso anno aveva ricevuto il premio Nobel per la letteratura. Due anni dopo nel 1936, Luigi P. morì. Era 10 dicembre.
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