Laclos "Le Relazioni Pericolose"

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Categoria:Letteratura

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Testo

SCHEDA LIBRO

LE RELAZIONI PERICOLOSE

Pierre – Ambroise – Francois Choderlos de Laclos “Le Relazioni Pericolose” [Les liaisons dangereuses, 1782]

CHORDERLOS DE LACLOS

“Le relazioni pericolose” è l’unico romanzo e pressoché l’unico testo letterario di un militare di carriera, che alcuni anni dopo parteciperà attivamente alle vicende rivoluzionari e che finirà la sua vita, stroncato dalla dissenteria e dalla malaria, a Taranto, come generale napoleonico: eppure quel libro, scritto non da un letterato di professione, ma da un dilettante poco più che quarantenne, ha segnato una data nella storia della narrativa, non solo perché è incontestabilmente l’ultimo capolavoro e per così dire il culmine di un genere – il romanzo epistolare polifonico – destinato a un declino irreversibile, ma perché si tratta con ogni probabilità, indipendentemente da ogni considerazione narratologica, del più bel romanzo pubblicato in Europa in quel periodo.

LE RELAZIONI PERICOLOSE

Si tratta di una distaccata denuncia del libertinismo di due dissoluti esponenti dell’aristocrazia, il visconte di Valmont e la sua ex amante, la marchesa di Merteuil, che seducono e corrompono le loro innocenti vittime con una spietata determinazione.
Con Laclos lo stile epistolare tocca un vertice di rara perfezione, la lettera è resa funzionale all’esplorazione analitica della psicologia dei personaggi.
Questo romanzo rappresenta il controllo della ragione inteso come dominio sugli uomini.
La ragione scientifica e il calcolo razionale servono, nei romanzi di Sade, per amministrare i modi e le forme con cui ottenere, attraverso il crimine, il piacere e, in quello di Laclos, per affermare, attraverso il libertinaggio, una volontà di potenza che si rivela alla fine fallimentare, producendo soltanto morte e follia.
L’autore fa seguire al titolo il sottotitolo: “Lettere raccolte in una società e pubblicate per istruirne altre”, è probabile che questo intento morale sia autentico, l’autore sembra voler costruire un quadro della società nobiliare, del suo cinismo e della sua corruzione, per connotarla negativamente.
Il visconte di Valmont e la marchesa di Merteuil usano le armi razionali del ragionamento, della finzione, della organizzazione dei dettagli.
Nel romanzo convivono motivi molteplici e anche contraddittori. Il lettore è condotto nella vicenda attraverso il punto di vista di chi ne guida il gioco. Chi legge è costretto a sentirsi complice dei due libertini.
La marchesa di Merteuil può apparire anche più freddamente opportunista dell’amico – rivale, e tuttavia la sua educazione al cinismo nasce anche dall’esigenza della difesa nella lotta fra i sessi, in cui le donne devono competere con un avversario, il maschio, che ha il potere dalla propria parte: così che ella potrebbe addirittura essere considerata un’eroina positiva da un punto di vista femminista.
La struttura stessa del romanzo contribuisce a creare un poliprospettivismo.

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