La poesia d'arte in lingua d'oil

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La poesia d’arte in lingua d’oil

Mentre nella Francia del Nord si sviluppò il racconto epico, nella Francia del sud e precisamente nella Provenza, regione ordinata socialmente una struttura feudale, nacque nel XII secolo intorno alla corte di Guglielmo IX d’Aquitania la prima e vera scuola poetica della nuova letteratura.
In essa la corte diventava come un’ideale vita cavalleresca in cui si celebrava la giovinezza, la cortesia e tutte le regole del galateo.
Al di sopra di tutto ciò veniva collocato l’amore verso la propria dama, la quale venne innalzata e considerata con grande rispetto; un amore che poteva essere considerato idealizzato poiché si stava molto attento al galateo e non si veniva mai a contasti.
Si trovava in essa anche il rapporto tra Signori e vassalli; un rapporto di grande fedeltà, anch’esso idealizzato.
La poesia in lingua d’oil venne scritta in modo difficile e poche persone riuscivano a comprenderla.
Il poeta che scriveva queste poesie veniva chiamato “Trobator” (significa comporre poeticamente); ad esso si accompagnava spesso la figura di estrazione più rozza che era quella del giullare il quale accompagnava il Trobator dando musicalità all’opera del poeta.
Le liriche si esprimevano a secondo dei temi:
• Albe (separazione degli amanti);
• Lamento (per l’amore tradito);
• Pastorelle e il Plor (pianto per la morte del signore o di un amico);
Inoltre per ogni tema citati sopra veniva sempre adottata una specifica e sempre uguale tipo di tecnica.
La poesia in lingua d’oc venne divisa anche in “Sirventese”(proprio delle liriche morali e politiche dove erano dolci le prime rime e aspre e sottili le ultime), e in “Canzone” (propria della poesia d’amore).
Autori importanti della lingua d’oc furono Jaufré Rudel e Arnaldo Daniello.
La poesia in lingua d’oc fu in declino quando la Provenza nel XIII secolo perde la sua indipendenza.
Essa non morì del tutto in quanto lasciò un’impronta nella letteratura italiana del ‘200 nella Sicilia e nella Toscana.

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