Il Romanticismo

Materie:Riassunto
Categoria:Letteratura

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Testo

-IL ROMANTICISMO-
Prima di distinguere il Romanticismo italiano con quello europeo, dobbiamo capire quelli che sono i caratteri generali del Romanticismo che unifica l’Italia e l’Europa.
Mira ad analizzare le passioni, il contrasto tra l’ideale e il reale, tra il limitato e l’infinito. Il romanticismo passa dalla germania (i dolori del giovane Werther), dall’inghilterra e la francia.
La germania: è il centro del romanticismo. Lo spazio dato alla soggettività è forte ed è forte l’interesse e la storia (storia medievale). Qui nasce la polemica tra classicismo e romanticismo.
L’inghilterra: poeti che conducono una vita irregolare: Keats, Byron, Shelly.
La francia: tipo di Romanticismo che influenza di più l’Italia.
Ha un carattere conservatore.
Per es. Hugo: si dedica alla poesia sentimentale.
Romanzo storico sociale.
Riforma teatrale propendeva ad un teatro drammatico, con soggetto storico ma ostile alle regole tradizionali(tre unità: tempo, luogo, spazio).
Differenze tra l’Illuminismo e il Romanticismo:
illuminismo
Romanticismo
Esaltazione della ragione
Soggettivismo
Libero pensiero agnostico
Riprende i temi religiosi
Il Romanticismo è:
• Rifiuto dell’Illumismo, la luce della ragione, la razionalità e nasce da una delusione politica (delusione degli ideali napoleonici.
• Rivoluzion, cambiamento radivìcale, quindi c’è una nuova sensibilità.
• È diverso in quasi tutti i paesi: in Inghilterra i romanticismi sono rivoluzionari e in Italia cercano di riformare lo stato.
Il romanticismo è legato alla politica. Sta a livello culturale e sia a livello politico si sviluppa in modo diverso:
in Inghilterra sono progressisti mentre in Italia sono conservatori.
I temi comuni del Romanticismo sono:
• Individualismo: esaltazione della libertà, affermazione dell’io. Lo abbiamo visto nelle ultime lettere di Jacopo Ortis.
L’io si realizza nella poesia e nell’arte (già Foscolo ci aveva introdotto a questo), esse sono espressioni del genio.
Il genio è la capacità innata che sta solo in alcune persone che esprimano il valore di un popolo.
La soggettività è legata alla scoperta, all’affermazione dei valori nazionali. Il poeta vuole trasmettere dei valori comuni al popolo
I due esiti dell’individualismo sono:
1. la riscoperta della religione che l’Illuminismo aveva negato. Dimensione personale tra l’uomo e la divinità.
2. TITANISMO. Volontà di affermazione dell’io contro tutto e contro tutti.
• La natura: l’uomo è attratto dagli aspetti oscuri della natura (canti di ossian,in Inghilterra…). È dotata di sue leggi di cui l’uomo è parte (Foscolo), riflette i sentimenti dell’uomo (lettera di ventimiglia). Diversa dal meccanicismo: nell’illumismo la natura ha una fase di nascita e di morte con totale inferenza dell’uomo, nel romanticismo la natura è specchio ei sentimenti e delle passioni che agitano l’uomo perché anche in essa circola un flusso vitale.
Nel romanticismo la poesia è il mezzo che mette in collegamento la natura e la morte che non può essere capito da tutti, l’interprete della natura è il poeta. La poesia per comprendere l’ideale si serve di due mezzi: il simbolo (qualcosa che condensa un significato profondo) e l’analogia (corrispondenza tra oggetti lontani es. fiore è l’analogia del pensiero---come il fiore sboccia così la mente si apre per pensare)
• Culto della storia: la storia indica il divinire, il fluire dell’uomo nel tempo, qualcosa che permette di guardare indietro per vivere il presente e per pensare al futuro.
La storia che viene rivalutata è quella medievale.
• Musica: perché da voce ai sentimenti. L’800 è l’età d’oro del melodramma.
• L’amore: permette di partecipare in pieno la vita. La donna, di condizione borghese, che rimanda a qualcosa, è una donna simbolo (SILVIA di Leopardi)
È una figura evanescente, donna che non è
Definita. Rimandano a qualcosa per es.
Silvia rappresenta la fanciullezza.
-Il movimento romantico in Italia e la polemica con i classicisti-
L’occasione che diede impulso al formarsi di un movimento romantico in Italia fu la pubblicazione di un articolo di Madame De Stael sulla “Biblioteca Italiana” nel gennaio del 1816 dal titolo “sulla maniera e l’utilità delle traduzioni”.
Madame De Steal deprecatala decadenza della cultura italiana contemporanea e invitava gli Italiani a uscire dal loro culto del passato aprendosi alle corre nti più vive della letteratura europea moderna.
L’articolo suscitò reazioni di due gruppi:
• i classicisti: insorsero in difesa delle glorie nazionali e dei principi sacri dell’arte sacra. Pietro Giordani, Carlo Botta.., oltre a ribadire il carattere immutabile ed eterno dei principi artistici e la qualità perfetta dei modelli antichi, erano mossi da intenti patriottici e andavano a difesa delle tradizioni culturali italiane.
IL GENIO ITALIANO E’ FIGLIO DIRETTO DI QUELLO LATINO.
Le tematiche tenebrose e il gusto dell’orrido sono estranei alla sua visione serena e luminosa della vita.
• I Romantici: a difesa dell’articolo di Madame de Stael . nel 1816uscirono numerosi saggi e opuscoli, considerati i manifesti del Romanticismo. Pietro Borsieri, Berchet, Visconti insieme a Pellico diedero vita ad un giornale il Conciliatore che doveva diventare il portavoce delle nuove idee letterarie, ma si proponeva anche le finalità di progresso civile, diffondendo cognizioni scientifiche utili allo sviluppo economico della Lombardia.
Essi affermavano l’esigenza di una cultura rinnovata e moderna che si rivolgesse anche al popolo (borghesia).
Occorreva mettere da parte la mitologia classica che era patrimonio di un elitee affrontare argomenti capaci di suscitare l’interesse della Borghesia.
Occorrevano anche forma letteraria e linguaggio nuovo che fosse in grado da comunicare i nuovi argomenti al pubblico. I romantici erano però lontani anche dalle situazioni estreme del Romanticismo europeo e rifiutavano sia le tematiche irrazionali e tenebrose e sia gli eccessi di anarchia formale.
Il loro obiettivo: la letteratura che si ispirava al vero e fosse equidistante dai vuoti formalismi dei classicisti (evasioni fantastiche e sfrenate). Deve ancorarsi alla rappresentazione della realtà e proporsi fini di utilità civile e morale, diffondendo idee, cognizioni, principi e contribuendo al progresso della società.
Romanticismo europeo
Romanticismo Italiano
Crede al fascino dell’irrazionale, del tenebroso, non curano la forma (anarchia formale)
Letteratura ispirata al vero (manzoni)
Testimonia una crisi di coscienza, un movimento di struttura. Vita irregolare dei poeti inglesi.
Movimento costruttivo. La letteratura romantica affianca il risorgimento (teorie politiche che porteranno all’unità d’italia.
Anti borghesi
Ha come modello la borghesia.
Il Caffè e il Conciliatore perseguono un impegno sociale ma tra di loro c’è di mezzo la rivoluzione francese e l’epopea napoleonica.
Il Caffè: astrattezza del razionalismo ed è il referente di un’elite.
Il Conciliatore: ha un nuovo senso della storia, come referente un pubblico “popolare” cioè borghese, liberi dall’illusione di una possibilità di collaborare con i governi assoluti per promuovere riforme dall’alto ma sono fiduciosi nell’azione del popolo, hanno un nuovo concetto di nazione e cioè l’insieme di un popolo uguale per lingua, etnia e religione.
Prima del 1848 c’è la lotta per la Costituzione ma dopo del 1848 c’è invece la lotta per l’Unità di Italia e per lo Statuto albertino.
-le istituzioni culturali-
la Corte e l’Accademia, le due istituzione che in passato presiedevano, declinano rapidamente. La società che viene emergendo nei primi dell’800 è ormai più complessa; il centro di aggregazione e orientamento culturale non può più essere la corte: il potere di orientamento decentra, passa dall’opinione pubblica, al mercato, al gusto dei lettori.
EDITORIA
Prima c’era la figura del libraio, stampatore e tipografo ma adesso l’attività editoriale assume la fisionomia capitalista. L’editore è un imprenditore perché investe capitale nella produzione di libri per ricavarne dei profitti ed è anche un operatore culturale, perché decide quali libri stampare, dando vita ad una politica culturale. Spesso è l’editore a commissionare i libri all’autore, specie se si tratta di opere scientifiche, trattati, manuali, opere divulgative, si avvale inoltre del lavoro di una serie di collaboratori, redattori, consulenti, direttori di collane ecc….
Milano: per le condizioni economiche e sociali e per le trasformazioni culturali, era la città più avanzata dell’Italia. Fortunato Stella, con cui collaborò Leopardi per un commento al canzoniere di Tetrarca.
Torino (Pomba), Bologna (Zanichelli), Firenze (Le Monnier, Barbera).
Il sud è arretrato su qesto terreno, anche a causa dell’ottusa politica dei Borboni che isola il Regno dal resto dell’Italia.
L’avvento dell’editoria come impresa capitalistica è reso possibile dai processi di trasformazione borghese della società e dalla diffusione dell’istruzione che creano un pubblico nuovo dei lettori.
Hanno contribuito a questo diversi fattori:
1. evoluzione tecnologica: non più torchi a mano ma a vapore, che consentono di stampare un maggior numero di copie in poco tempo e a costi minori.
2. la produzione editoriale è varia e viene incontro ai più vari tipi di lettori e alle più divese esigenze (opere divulgative, compendi, manuali)
3. divisione politica: che impone dazi e dogane impedendo la creazione di un più vasto mercato di estensione nazionale, le difficoltà dei trasporti e delle comunicazioni, ma soprattutto la mancanza dei diritti d’autore. Chiunque poteva stampare negli altri stati senza corrispondere alcun diritto all’autore e all’editore, questo limitava: profitti degli editori, frenando l’espansione dell’editoria come impresa capitalistica. La consapevolezza di questi problemi si diffuse una regolamentazione legale del diritto d’autore. Si venne ad un accordo tra i diversi stati europei escludendo il Regno delle due Sicilie.
IL GIORNALISMO
Nel ‘700 c’erano periodici di cultura, il Caffè, gazzetta di notizie e curiosità. L’iniziativa di fogli letterari e scientifici divenne sempre più ricca nell’800.
Il fenomeno si diffuse in Lombardia:
• Il Conciliatore.
• Annali di statistica
• Politecnico
A Firenze c’era “l’Antologia” (liberali moderati), il fondatore era Gian Pietro Vieusseux che aprì anche un “Gabinetto di lettura” e cioè una biblioteca dove si poteva leggere libri, giornali…
Si diffusero giornali quotidiani, gazzette con notizie di politiche e di cronaca dove erano inseriti grandi appendici dedicati ad argomenti culturali, recensioni di libri, spettacoli teatrali….
Così il giornale diventa un elemento fondamentale della società, poiché ha un peso determinante nella formazione dell’opinione pubblica: suggerisce gli orientamenti politici, influenza i gusti letterari, musicali e artistici….
-La fisionomia sociale e il ruolo degli intellettuali-
anche in Italia, nelle società dell’Ancien Regime, l’intellettuale era un appartenente di ceti privilegiati oppure era al servizio dei privilegiati: era letterato cortigiano, segretario di un nobile. L’illuminismo non aveva modificato questo quadro e il periodo napoleonico tende a restaurare la vecchia figura dell’intellettuale cortigiano, stipendiato dal potere.
Nella Restaurazione e nel Risorgimento compaiono figure di scrittori di estrazione aristocratica che vivono delle loro rendite ma la loro percentuale è bassa (es. Manzoni, Leopardi sono conti).
Crolla la percentuale dei chierici, la chiesa cessa di essere fonte di occupazione stabile per i letterati. Esistono ancora scrittori che sono anche ecclesiastici ma sono fenomeni individuali che possono definire una categoria.
Pochissimi fra gli scrittori italiani riescono a trarre il loro sostentamento dal lavoro intellettuale, curando edizioni, traducendo, collaborando a giornali. Se si escludono quelli che vivono di rendita, molti devono affiancare al lavoro intellettuale le libere professioni (avvocati, notai, medici), altri occupano impieghi pubblici o privati. Tuttavia il lavoro intellettuale comincia ad assumere la fisionomia di un’autentica professione: gli scrittori dedicano parte del tempo alle attività sopra esemplificate, traduzioni, consulenze…
Tutti scrivono per il mercato, poiché le loro opere, in maggiore o in minore numero di copie sono diffuse dalla nascente industria editoriale. Il letterato ottocentesco poichè deve dedicarsi ad un lavoro per poter vivere non gode più dell’otium letterario.
Questi letterati sono più indipendenti rispetto al condizionamento ideologico che è l’orgoglio dello scrittore borghese. Man mano però che si sviluppa il mercato letterario lo scrittore subisce un altro condizionamento e cioè quello dei gusti del pubblico che deve acquistare le sue opere.
L’intellettuale italiano ha ancora un ruolo:
1. azione: sono impegnati nell’azione politica, cospirano nelle società politiche, partecipano alle insurrezioni.
2. ruolo intellettuale: diffondono i valori che sono alla base del moto nazionale (l’amore di patria, di libertà, il culto delle grandi tradizioni…).
Sono la guida intellettuale,politica e morale della nazione. In italia lo scrittore romantico è il portavoce e il propugnatore dei valori di un assetto borghese in formazione.
-Lingua letteraria e lingua dell’uso-
nei primi dell’800 mancava in italia a differenza degli altri paesi europei una lingua comune che fosse usata:
1) in tutte le regioni.
2) Da tutti gli stati sociali.
3) In tutte le occasioni della vita associata.
La lingua italiana era la lingua letteraria consacrata da una lunga tradizione, che aveva le sue origini nel fiorentino del ‘300 usato dai grandi scrittori come Dante, Tetrarca, Boccaccio ed era utilizzata solo da un’elite colta molto ristretta e quasi esclusivamente per uso scritto.
La lingua d’uso era il dialetto locale che era parlato non solo dagli analfabeti ma anche dalle persone colte.
Le cause del ritardo furono:
1) la divisione politica della nazione, con la difficoltà di comunicazione e di scambio che determinava negli altri paesi l’affermazione di una lingua nazionale che era stata resa possibile dallo stabilirsi dell’unità di italia.
2) La scarsa diffusione dell’istruzione e l’alto livello di analfabetismo e dell’arretratezza economica e sociale.
Il dominio napoleonico unificando politicamente il nord aveva dato un primo impulso all’unificazione linguistica, che accomuni tutti in tutte le occasioni di comunicazione, colte e quotidiane, scritte o orali….
Se la nazione è unità spirituale, anche la lingua della comunicazione deve essere unica. I dialetti raccolgono un patrimonio di cultura locale e anche di alta dignità culturale, però una nazione moderna non può fare a meno di una lingua nazionale.
La questione della lingua:
• Nel ‘300 con il “De vulgari eloquentia” di Dante.
• Nel ‘500 con la discussione tra Bembo e Trissino.
• Nel ‘700 con l’illuminismo.
• Nell’età napoleonica con il Purismo.
Però ci si poneva il problema di una lingua letteraria e non di una lingua comune.
Il problema si pone a Manzoni nel momento in cui vuole scrivere un romanzo che sia destinato ad un pubblico più vasto.
Si rende conto di come l’italiano sia una lingua povera e incerta: non possiede infatti tutti i termini e i costrutti che servono per l’uso quotidiano, per cui chi scrive o chi parla non ha mai la certezza di essere inteso a pieno dal destinatario.
La soluzione fu quello di individuare il modello di una lingua comune nel fiorentino. Tale codice è raccomandabile per due motivi:
1) Essendo una lingua viva, un codice completo e certo che offre tutti i termini e i costrutti per ogni tipo di comunicazione.
2) La completezza è il pregio di tutte le lingue parlate in italia; il fiorentino ha il vantaggio di essere strettamene affine alla lingua letteraria nazionale.
Nei Promessi Sposi il Manzoni volle creare una lingua letteraria nuova, agile, ugualmente comprensibile, adatta al nuovo pubblico, dando un colpo definitivo alla tradizione accademica, retorica, aulica….
Per tutto il Risorgimento però l’unificazione linguistica fu però un ideale ben lontano dal realizzarsi. Le masse popolari, specie quelle contadine, rimanevano segregate nel loro universo dialettale. Ciò contribuisce a spiegare la lontananza degli intellettuali e delle persone colte in genere dai ceti subalterni e inversamente l’estraneità delle masse popolari alla vita politica e culturale della nazione.
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