Il codice

Materie:Appunti
Categoria:Letteratura

Voto:

1.5 (2)
Download:512
Data:26.03.2000
Numero di pagine:8
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
codice_1.zip (Dimensione: 17.86 Kb)
readme.txt     59 Bytes
trucheck.it_il-codice.doc     24 Kb


Testo

Codice civile Testo legislativo che regola i rapporti giuridici privati. Il primo codice civile dell'Italia unita fu quello del 1865, che si ispirò profondamente al Codice napoleonico francese. Il codice civile vigente fu emanato nel 1942 durante il regime fascista. L'idea di promulgare un codice in piena guerra non fu particolarmente felice, ma il problema fu superato senza ricorrere alla codificazione di un nuovo testo, bensì limitandosi a inserire nel testo nuove leggi che hanno portato, peraltro, a una profonda modifica della struttura originaria del codice. Queste modifiche hanno riguardato ad esempio l'area del diritto di famiglia, l'area del rapporto di lavoro subordinato, la disciplina delle società ecc.
Il codice civile, avendo efficacia di legge ordinaria dello stato, può essere modificato da leggi successive ed è comunque sempre soggetto al controllo di conformità ai principi della Costituzione. Il codice è composto da un primo insieme di norme che sono le "Disposizioni sulla legge in generale", dette preleggi, e da sei libri. Ogni libro è diviso in capi, ogni capo in sezioni. Gli articoli sono complessivamente 2969 e i libri sono intitolati rispettivamente: "Delle persone e della famiglia", "Delle successioni", "Della proprietà", "Delle obbligazioni", "Del lavoro", "Della tutela dei diritti".1

1"Codice civile," Enciclopedia Microsoft® Encarta® 99. © 1993-1998 Microsoft Corporation. Tutti i diritti riservati.

---------------

------------------------------------------------------------

---------------

------------------------------------------------------------

Codice penale Testo legislativo che contiene i principi del diritto penale e la descrizione delle varie fattispecie di reato. In Italia, il codice penale vigente, entrato in vigore il 1° luglio 1931, è il cosiddetto "codice Rocco" (dal nome del suo compilatore, l'allora ministro della Giustizia Alfredo Rocco).
Dal punto di vista formale si presenta suddiviso in tre libri, rispettivamente "Dei reati in generale", "Dei delitti in particolare" e "Delle contravvenzioni in particolare". Tale ripartizione riprende quella del codice previgente, ma diverge da quest'ultimo per la più complessa organizzazione sistematica degli articoli e per il numero nettamente superiore degli stessi (734 articoli rispetto ai 498 del codice Zanardelli). La novità più importante del codice Rocco è il fatto che nella parte generale è stato inserito un titolo dedicato al reato e ai numerosi modi di attuazione dello stesso. Titoli nuovi sono anche quelli relativi alle sanzioni civili del reato penale e il titolo relativo alle misure di sicurezza. Il codice penale vigente è stato elaborato e approvato sotto il regime fascista, della cui ideologia risente soprattutto nella parte speciale, improntata a una concezione autoritaria dello stato. Alla luce di ciò, il codice Rocco ha subito una serie di modifiche volte a eliminare gli aspetti di impronta antidemocratica. Tra gli interventi riformatori più importanti vi sono il D.L.L. 10 n.222 del 1944 con il quale è stata abolita la pena di morte per i reati comuni (con l'entrata in vigore della Costituzione, nel 1948 fu abolita la pena di morte anche per i reati previsti da leggi speciali); la legge n.127 del 1958 ha riformato la normativa relativa alla responsabilità per i reati commessi a mezzo stampa; infine, un intervento di grande importanza è stato quello posto in essere con la legge n. 689 del 1981 in materia di depenalizzazione delle contravvenzioni punite con la pena dell'ammenda. 1

1"Codice penale," Enciclopedia Microsoft® Encarta® 99. © 1993-1998 Microsoft Corporation. Tutti i diritti riservati.

---------------

------------------------------------------------------------

---------------

------------------------------------------------------------


Codice La parola codice, di derivazione latina, originariamente aveva il significato generico di libro cucito sul dorso che si consulta sfogliando le pagine; in questo senso, il codice era un oggetto che si differenziava completamente dalle pergamene allora in uso, soprattutto perché permetteva di conservare il materiale contenuto con un ordine maggiore. La parola codice ha assunto il significato moderno solo a partire dall'Ottocento, quando alla parola si è cominciato ad attribuire il significato di libro contenente regole giuridiche raggruppate secondo un ordine ben preciso, caratterizzato soprattutto dall'omogeneità della materia trattata, vincolante in un ambito territoriale determinato e rivolto a un popolo soggetto all'autorità dello stato che lo ha voluto e codificato allo scopo di avere un sistema di leggi ordinato e completo. La specializzazione del vocabolo in questione corrisponde alle esigenze politiche e storiche che hanno accompagnato le moderne codificazioni dell'Ottocento.
Il codice nell'antichità
I primi codici sono delle semplici consolidazioni, cioè raccolte di consuetudini, usi e costumi. Il codice dell'antichità che più si avvicina a quelli moderni è certamente il Corpus iuris civilis giustinianeo, prima raccolta sistematica di compilazioni giuridiche compiuta per volere dell'imperatore romano Giustiniano nella metà del VI secolo. Questa prima raccolta organica di leggi corrisponde all'esigenza molto sentita, all'inizio dell'epoca classica, di ordinare l'enorme produzione legislativa e giurisprudenziale precedente.
Il codice nell'età moderna
Nell'età moderna i codici sono divenuti strumento necessario per conseguire l'unità politica degli stati o per consolidare il potere del sovrano, così come ad esempio fece Napoleone che codificò la prima raccolta di leggi dell'età moderna nel Codice napoleonico. Questo codice, infatti, costituisce il modello a cui si sono ispirati i codici dei moderni stati europei e latinoamericani, mentre il codice tedesco del 1900 influenzò in modo decisivo le codificazioni di paesi quali Svizzera, Turchia e Cina. Grande importanza ebbe anche il Codex iuris canonici della Chiesa cattolica entrato in vigore nel 1918. Nonostante non sia stato promulgato da un'autorità politica in senso stretto è considerato uno dei più importanti codici moderni in quanto rappresenta la sintesi di quasi duemila anni di sviluppo del diritto canonico.
Il codice in Italia
In Italia, dopo l'esperienza dello Statuto albertino, si sentì fortemente l'esigenza di una raccolta sistematica delle leggi dello stato. Nel 1865 entrarono in vigore il codice civile e quello di procedura civile, seguiti nel 1866 dal codice penale (codice Zanardelli).
I codici nei paesi del Common Law
La tendenza alla codificazione si è diffusa in questo secolo anche negli Stati Uniti d'America, paese in cui la legislazione è ispirata al Common Law anglosassone e in cui, grazie soprattutto al lavoro del giurista David Dudley Field, più della metà degli Stati hanno adottato codici uniformi di diritto e di procedura civile, mentre una legislazione uniforme in materia di diritto commerciale è stata accettata da tutti gli stati federali. L'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) ha recentemente istituito una commissione per vagliare la possibilità di codificare vari aspetti del diritto internazionale1

1"Codice," Enciclopedia Microsoft® Encarta® 99. © 1993-1998 Microsoft Corporation. Tutti i diritti riservati.

---------------

------------------------------------------------------------

---------------

------------------------------------------------------------

Codice (comunicazione) Nella teoria dell'informazione, inventario di simboli scelti arbitrariamente, accompagnato da un insieme di regole per la composizione di parole codificate.
Nello schema di Roman Jakobson il codice è uno dei sei elementi che caratterizzano la comunicazione linguistica: un emittente comunica a un destinatario un messaggio attraverso un codice che deve essere condiviso almeno in parte da entrambi.
In seguito il concetto di codice si è legato stabilmente a quello di associazione tra due strutture. Da casi di corrispondenza molto semplice, come alcuni esempi di codici cifrati (uno di questi è la corrispondenza tra la lettera "a" e il numero "1"), si arriva a casi leggermente più elaborati quale il codice dei semafori stradali (il verde corrisponde a "permesso di passare per questo lato, proibizione per gli altri"), fino a esempi di codici meno deterministici e molto più complessi come ad esempio il dizionario, che confronta parole di due lingue diverse, o il codice iconologico, che assegna significati a certe configurazioni pittoriche.
Seguendo quest'ultima direzione, il concetto di codice è stato elaborato in modo più approfondito ed è arrivato a indicare il meccanismo di associazione tra uno o più elementi del piano dell'espressione e uno o più elementi del piano del contenuto: una qualsiasi descrizione semantica ha bisogno di un codice e di due piani comunicativi (espressione e contenuto), in modo che a un elemento del primo ne corrisponda uno dell'altro. In questo senso il concetto di codice è stato al centro delle riflessioni della linguistica e della semiotica: la lingua come codice costituisce un sistema di segni che possono essere interpretati, messi cioè in rapporto con degli oggetti denotati, o con altri sistemi di segni.1

1"Codice (comunicazione)," Enciclopedia Microsoft® Encarta® 99. © 1993-1998 Microsoft Corporation. Tutti i diritti riservati.

---------------

------------------------------------------------------------

---------------

------------------------------------------------------------

Codice (informatica) In informatica, termine generico che indica le istruzioni di un programma. Può essere riferito sia al codice sorgente, sia al codice macchina eseguibile. Il primo è l'insieme di istruzioni scritte da un programmatore in un linguaggio di programmazione comprensibile all'uomo. Il secondo è l'insieme delle istruzioni di un programma già convertite in forma binaria, comprensibile al computer. Il verbo codificare, in entrambi i contesti, significa scrivere le istruzioni di un programma in un linguaggio di programmazione.1

1"Codice (informatica)," Enciclopedia Microsoft® Encarta® 99. © 1993-1998 Microsoft Corporation. Tutti i diritti riservati.

---------------

------------------------------------------------------------

---------------

------------------------------------------------------------



Codice a barre Combinazione di linee verticali bianche e nere di spessore variabile utilizzata per codificare informazioni leggibili da appositi dispositivi ottici; uno dei sistemi più efficienti per l'acquisizione automatica di dati. Il primo brevetto per un codice a barre (distribuito su una corona circolare) fu registrato nel 1949 negli Stati Uniti; la sua prima applicazione risale agli anni Sessanta, quando venne utilizzato per identificare il materiale rotabile delle ferrovie.
Oggi esistono diversi tipi di codici a barre, con differenti criteri di codifica, che trovano applicazioni in svariati settori industriali. Uno dei più diffusi è il simbolo numerico internazionale di articolo, detto EAN (European Article Numbering Association), impiegato per identificare i prodotti commerciali nei passaggi dal produttore ai grossisti, dai grossisti ai distributori, dai distributori ai commercianti al dettaglio, fino agli acquirenti finali.
Il codice a barre EAN-13 rappresenta il numero di articolo, che viene anche scritto in cifre sotto il codice e non contiene alcuna informazione sul prodotto identificato. Tutte le informazioni sul prodotto sono invece caricate in un database, a cui si accede solo attraverso il numero di articolo. A ogni azienda che adotta il sistema EAN è assegnato un blocco di numeri di articolo che può assegnare ai propri prodotti per identificarli; i blocchi sono attribuiti da organizzazioni nazionali di numerazione, che a loro volta ricevono gli stock di numerazione dall'organismo di coordinamento internazionale, EAN International.
Ciascun codice a barre EAN-13 è costruito come segue:
un margine chiaro;
una combinazione normalizzata di controllo;
una combinazione che rappresenta in modo diretto sei cifre e, indirettamente, una settima cifra;
una configurazione centrale;
un'altra combinazione che rappresenta sei cifre in modo diretto;
una combinazione normalizzata di controllo;
un margine chiaro.
Ogni cifra è rappresentata da due barre nere e due bianche, per una larghezza totale fissa di sette unità; ciascuna barra può avere una larghezza di una, due, tre o quattro unità.
Nella simbologia EAN, per rappresentare una cifra è possibile scegliere tre diverse modalità (A, B o C), dette set numerici. Per la prima metà di un codice si usa una combinazione dei set A e B; la combinazione di elementi scelti da A o da B codifica la settima cifra, che appare all'inizio della sequenza scritta in chiaro sotto il codice stesso. Il set C è usato invece per la seconda metà del codice. Questo criterio di codifica permette a uno scanner di leggere correttamente il codice in qualunque direzione. La lettura consiste nella misurazione delle larghezze relative delle barre e nel riconoscimento del set numerico usato in base alla convenzione di scrittura sopra descritta.1

1"Codice a barre," Enciclopedia Microsoft® Encarta® 99. © 1993-1998 Microsoft Corporation. Tutti i diritti riservati.

---------------

------------------------------------------------------------

---------------

------------------------------------------------------------

Esempio