I generi letterari

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Testo

Il mito è una narrazione breve che attraverso una forma in apparenza fantastica, intende fornire un’interpretazione della realtà, rispondendo ai grandi interrogativi che l’uomo si è sempre posto vita, universo, causa dei fenomeni naturali
Inizialmente il mito fu tramandato oralmente, in un secondo tempo è stato trascritto .
La prima raccolta sistematica di miti è la “Teogonia” di Esiodo, VII sec. a.C.

“In principio era il caos”
per arrivare all’equilibrio si succedono tre generazioni, facenti parte Urano, Crono, Zeus
la mitologia greca è la più familiare rispetto alla nostra cultura, ma in realtà tutti popoli antichi hanno elaborato e tramandato miti.
L’obbiettivo del mito è educativo o pedagogico, cioè la trasmissione dei valori.
Ogni mito ha un significato simbolico: i personaggi non fanno che rappresentare esempi di situazioni tipiche della vita umana.
Il mito è un’espressione della società aristocratica.
La struttura narrativa prevede una voce narrante che racconta una storia immaginaria .
Il tempo del mito è sempre indeterminato, la narrazione viene ad assumere un valore perenne.
I personaggi non sono quasi mai mortali, ma sono perlopiù eroi e dei.
Gli argomenti dei miti sono molto diversi ma possono essere raccolti in tre categorie:
i miti relativi alla creazione dell’universo, degli dei e dell’uomo
i miti relativi agli eroi, la cui caratteristica è la molteplicità delle versioni
i miti legati alla condizione umana
Nel mondo romano il poema per eccellenza è “Metamorfosi” di Ovidio, I sec. a.C., in epoca augustea
poema mitologico in esametri, 15 libri, più di 250 episodi

La fiaba e la favola sono narrazioni brevi di origine popolare.
Nella fiaba ci sono esseri innaturali.
La fiaba è sempre a lieto fine e fornisce un messaggio di speranza per superare le difficoltà della vita.
fiaba e favola messaggio educativo, morale
Nella favola c’è una voce narrante esterna che racconta.
Anche qui, come nel mito, mancano indicatori che ambientino la favola nel tempo e nello spazio, così la rendono universale.
“C’era una volta” → l’autore immette il lettore in un mondo fantastico
i personaggi non sono mai complessi
il finale è sempre a lieto fine → “vissero felici e contenti”
Esopo → VI sec. a.C., greco
Fedro → I sec. a.C., epoca augustea, latino
Esopo è il primo a scrivere favole, intese come storie destinate a un pubblico popolare, scritte in prosa.
Fedro scrive in versi e delinea molto i personaggi.
“Metamorfosi” di Ovidio, I sec. a.C., epoca augustea
ogni protagonista dei miti cambia, fisicamente o interiormente
è scritto in esametri
è un poema epico-mitologico
L’autore della favola vuole riprodurre mediante la favola i rapporti tra gli uomini

messaggi molto pratici
Nella favola i personaggi sono sempre animali che rappresentano virtù e vizi degli uomini:
formica = prudenza
leone = forza prepotenza
volpe = furbizia
lupo = inganno
“Il leone, la volpe, il lupo” gli uomini sono sempre pronti a ingannare gli altri
speranza la ragionevolezza dei deboli rispetto ai prepotenti è utile per mantenere una situazione di equilibrio sociale
fabula e intreccio coincidono
fiaba → desideri ingenui del mondo infantile
favola → desideri ingenui del mondo popolare
Con la novella e il racconto ci troviamo nella vera e propria sfera letteraria perché vengono subito messi per iscritto.
dal greco eeeeeeee= grande raccolta di cento novelle che si immaginano narrate in dieci giorni da dieci giovani (sette ragazze e tre ragazzi) che nel 1348 per sfuggire alla peste scoppiata a Firenze si allontanano da essa e si trasferiscono in campagna.
Qui il gruppo conduce vita di svaghi e diletti e decide di eleggere a turno fra i dieci un re o una regina che regoli la vita di ogni giornata e l’argomento delle novelle che gli altri devono raccontare.
Il Decameron fu scritto tra il 1348 e il 1351.
Il Decameron può essere diviso in cinque parti:
proemio → contiene una dedica fatta alle donne, che tramite la lettura delle novelle conoscono “quello che sia da fuggire e quello che sia da seguitare”.
Con questa dichiarazione capiamo lo scopo educativo del Decameron.
Un altro scopo è divertire, soprattutto le donne, sempre rinchiuse in casa.
Inoltre le donne colte leggevano; grazie al proemio del Decameron ci viene presentata la condizione delle donne, con una visione diversa dagli altri autori contemporanei.
introduzione → l’autore narra come nel colmo della pestilenza sette ragazze e tre ragazzi decidano di allontanarsi da Firenze e di recarsi in campagna.
cornice → descrizione di come i giovani in campagna trascorrono le loro giornate e come ogni giorno viene eletto un re o una regina, che stabilisce un tema in base a cui gli altri devono raccontare delle novelle.
narrazione delle novelle
I e IX giornata → libere
II giornata → ruota intorno alla fortuna
III giornata → ingegno e abilità
IV giornata → amore a fine tragico
V giornata → amore a lieto fine → “Nastagio degli Onesti”
VI giornata → moti di spirito
VII giornata → beffe ai mariti
VIII giornata → beffe in generale
X giornata → cortesia
conclusione → sempre rivolta alle donne
più narratori
autore-narratore di primo piano nell’introduzione, nella cornice e nella conclusione
i giovani che raccontano sono narratori di secondo grado, esterni e onniscienti
spazio e tempo ben determinati (Italia e periodo contemporaneo all’autore)

i protagonisti appartengono alla borghesia comunale (ricchi mercanti, notai)
i temi affrontati sono vari

il principale tema è l’amore, visto nelle sue diverse sfaccettature:
amore come bisogno fisico
amore come sensualità dolce e delicata
amore come passione sfrenata, che può portare alla morte
Un altro tema importante è la beffa, che si fonde con l’esaltazione dell’intelligenza dell’uomo.
Un altro tema è l’avventura.
Quest’opera è fortemente realistica.
In essa è illustrata la varietà dei casi umani, l’alternarsi di virtù e fortuna, le leggi che dominano la società ma anche i sentimenti umani.
Fabula = l’ordine di svolgimento degli eventi cioè la vicenda colta nelle connessioni cronologiche (prima e dopo) e nei rapporti logici di causalità (prima le cause e poi gli effetti).
Intreccio = l’ordine in cui gli eventi della fabula sono esposti e collocati dal narratore.
Giovanni Verga nacque nel 1840 a Catania e inizia a scrivere da giovane romanzo storico-patriottici, poi si reca a Firenze e a Milano.
Produzione mondana → storie artificiose → “Eva”, “Eros”, “Tigre reale”, che forniscono al lettore l’illusione di evadere dalla vita quotidiana
passione travolgente
figura femminile → bellezza, lussuria
società gaudente
Questi romanzi gli procurano la fama ma non la soddisfazione: nel 1874 ha una conversione con la novella “Nedda”, che lui stesso definisce un “bozzetto siciliano”
→ conversione al verismo
Il verismo è una corrente letteraria che si sviluppa tra la fine dell’800 e l’inizio del 900 e che mette in evidenza la verità e quindi i problemi del sud.
La conversione non consiste solo in un cambiamento tematico ma si traduce anche in nuove concrete differenze formali
principio dell’impersonalità → la mano dell’autore deve rimanere invisibile, il narratore deve rimanere nascosto
processo della regressione → il narratore adotta il punto di vista popolare (linguaggio, giudizio,valori)
artificio dello straniamento → sfasamento tra l’autore e il narratore perché il punto di vista del narratore non è certamente condiviso dall’autore
voce corale → voce del narratore → discorso indiretto libero
Verga scrive una serie di raccolte di novelle:
“Vita nei campi” → “Rosso Malpelo”
“Novelle rusticane”
Inoltre decide di scrivere dei romanzi:
“Il ciclo dei vinti”
“I Malavoglia”
“Mastro don Giosualdo”

nacque a Girgenti da una famiglia agiata nel 1867
si laureò in Germania e fece la tesi sul dialetto della sua città
tornò in Italia → rincominciò la sua attività di maestro e scrittore → pubblicò romanzi
→ “Il fu Mattia Pascal” e la raccolta “Novelle per una anno” → le novelle dovevano essere una al giorno, ma poi ne scrisse meno
alcune sono ambientate in Sicilia, altre a Roma e ci sono delle differenze: quelle ambientate in Sicilia si avvicinano a quelle di Verga perché riguardano anche le classi più umili (“La giara”), quelle di Roma invece hanno come protagonisti persone che tendono a difendere la propria immagine da una società da regole ferree.
Il tema centrale di Pirandello sono la maschera, il volto e la vita vera.
Ciascuno di noi infatti per poter vivere nella società deve indossare una o più maschere che a noi stessi imponiamo o gli altri ci impongono.
Spesso sorge il desiderio di liberarci da questa maschera e i personaggi di Pirandello gettano via la maschera.
Quando ciò avviene i personaggi sono esclusi dalla società e spesso condannati alla pazzia.
“La giara” però ha un tema più allegro, la vicenda ruota intorno a un’enorme giara, in cui veniva messo l’olio; si scontrano un proprietario terriero, litigioso e iracondo, e un povero artigiano taciturno.
Anche qui c’è la concezione che domina sempre il più forte e che al debole tocca sempre soffrire.
Ne “La giara” il narratore è esterno, ma il punto di vista è interno, perché il narratore si cala nella mentalità dei personaggi → tecnica del discorso indiretto libero → le parole dei personaggi sono riportate ma non sono evidenziate dalle virgolette e neppure introdotte da verbi come dire, affermare, ecc…
Il romanzo è un genere letterario che nasce in epoca moderna e una narrazione in prosa da maggior complessità e estensione rispetto a mito, favola, fiaba, novella e racconto.
Nonostante questo termine sia stato usato anche per indicare delle opere nate nell’ambito della letteratura classica, nella letteratura latina si usa questo termine per il “Satyricon” di Petronio, vissuto nel I sec. d.C. sotto Nerone, e le “Metamorfosi” di Puleio.
Nella letterature greca ci sono cinque romanzi imperiali, tra cui “Daphne e Cloe”.
Queste opere sono state definite romanzi perché presentano delle somiglianze con i romanzi moderni:
le trame si fondano su amore e avventura e sono in prosa
nelle opere antiche non c’è in prospezione psicologica e non c’è l’analisi della società
In epoca medioevale, il termine romanzo è stato nuovamente usato ,nel XII e XIII sec. d.C. per indicare prima delle narrazioni in versi e poi per narrazioni in prosa, ispirate alle avventure e agli amori cavallereschi.
Queste opere nascono in Francia, e sono scritte in francese antico, lingua romanza; si chiamano romanzi cortesi o cavallereschi.
Il romanzo si afferma nel ‘700, quando la borghesia è dominante, sia dal punto di vista politico, sia economico, e la rispecchia.
Il romanzo narra vicende individuali e quotidiane dell’uomo comune.
L’800 è il secolo d’oro del romanzo; i temi predominanti sono quelli legati al realismo, i personaggi appartengono ai vari strati sociale e il contesto storico è preciso → “I promessi sposi” di Manzoni e Verga.
Nei romanzi del ‘900 è sempre più presente l’analisi delle problematiche contemporanee: la crisi dell’io, i disagi, la solitudine → “Il fu Mattia Pascal” di Pirandello, “La coscienza di Zeno” Italo Svevo.
Le differenze fondamentali tra romanzo e novella/racconto:
il romanzo rapprenda una narrazione più estesa e complessa
il romanzo organizza i personaggi in un sistema più ampio e complesso
il romanzo si avvale di una contestualizzazione storica e ambientale particolareggiata
è netta la differenza fra romanzi e racconti
Sia nel romanzo sia nella novella/racconto la narrazione può essere in 1 o 3 persona singolare.
Il filosofo tedesco Friedrich Egel definì il romanzo “la moderna epopea borghese”.
Il romanzo ha diversi sotto generi:
romanzo storico
romanzo psicologico
romanzo fantastico
romanzo fantasy
romanzo di fantascienza
romanzo giallo
romanzo poliziesco
romanzo horror
romanzo rosa
romanzo di avventura
Il fondatore del genere storico è Walter Scott, scrittore di “Ivanhoe”, principe sassone vissuto nel XII sec. d.C.

intreccio tra fatti immaginari e eventi storico-politico-sociali
Il romanzo realista e naturalista
Durante l’industrializzazione, nell’800, cambiano i rapporti sociali, le idee e le abitudini di vita, e i romanzi vengono letti da più persone e perciò viene modificato anche l’argomento → reale condizione della borghesia e come l’uomo è realmente.
Lo scrittore francese Honoré de Balzac nella sua “Commedia umana” descrive con realismo l’intera società francese del primo ‘800 → il carattere dei personaggi, l’ambiente sociale e gli oggetti materiali di cui si circondano →miti negativi della ricchezza e dei soldi, capacità innovatrice della borghesia
narratore esterno onnisciente
Se nella prima metà dell’800 si impone il romanzo storico, nella 2° metà s’impone il romanzo realista realista: viene descritto l’uomo come è e non come deve essere.
L’interesse degli scrittori si sposta dalla realtà del passato a quella del mondo contemporaneo e quotidiano.
Il romanzo realista costituisce poi il modello letterario del romanzo naturalista e del romanzo verista che si sviluppa in Francia.
Essi riproducono in maniera più minuziosa possibile l’ambiente storico e geografico che condiziona le azioni dei personaggi, e lo scrittore è convinto di poter cogliere il mondo reale dandone un’immagine perfettamente identica.
Il teorizzatore del verismo è Émil Zola, che nel saggio “Il romanzo sperimentale” ne fissa i principi e spiega come il romanziere debba applicare al romanzo i meccanismi scientifici, cioè deve ricostruire la storia del personaggio mettendo a fuoco il suo passato ed i condizionamenti sociali e storici che sono alla base del suo comportamento.
“I promessi sposi” è un romanzo storico perché vuole essere il quadro di un’epoca e di una società.
È ambientato nella campagna lombarda tra l’Adda, il lago di Como e Milano, tra il 1628 e il 1630.
Ci sono personaggi realmente esistiti (Federico Borromeo).
I protagonisti sono Renzo e Lucia, due modesti filatori.
La grande innovazione è che Manzoni affronta dal loro punto di vista il rapporto tra individuo e società.
La fiducia in Dio non elimina, ma li rende soltanto più sopportabili.
Il romanzo si apre con un espediente: Manzoni finge do ritrovare un manoscritto de “I promessi sposi” e riscriverlo.
Questa finzione è molto diffusa nell’800, e consente a Manzoni di porsi in un atteggiamento critico rispetto a quello che racconta e quindi di manifestare un’opinione diversa rispetto all’autore anonimo del ‘600.
“I promessi sposi” hanno avuto tre edizioni:
“Fermo e Lucia”, 1823
“Gli sposi promessi”, 1827, ma Manzoni non è contento della lingua e lo riscrive in fiorentino
“I promessi sposi”, 1840-42, edizioni a dispense
Manzoni nacque nel 1785.
Manzoni scrisse:
“In morte di Carlo Imbonati”, nel 1805
“Inni sacri”, per festeggiare le feste cattoliche
“Il cinque maggio”, scritta alla morte di Napoleone, nel 1821
“Adelchi”, sulle ultime fasi della dominazione longobarda, su re Desiderio e sul principe Adelchi, pubblicato nel 1848
“Il conte di Carmagnola”, pubblicato nel 1848
“Marzo 1821”, scritta quando si pensava che i Piemontesi andassero in aiuto ai Lombardi contro gli Austriaci
“I promessi sposi”
25/5/2006
lingua romanza → romanice
“Dafni e Cloe” → Longo Sofista
Boccaccia nel “Decameron” mette in evidenza le virtù dell’uomo e la sua intelligenza.
29/5/2006
Nel romanzo realista emerge l’uomo come è e non come deve essere.
L’interesse si sposta dalla realtà del passato a quella del mondo contemporaneo, dall’individuo alla società → romanzo sociale
Lo scrittore francese Honoré de Balzac descrive nella sua “Commedia umana”, una raccolta di 96 romanzi, con sistematico realismo l’intera società francese del primo ‘800, delineando uno stretto legame con i personaggi, il carattere, l’ambiente sociale e gli oggetti di cui si circondano.
I romanzi di Balzac sono cronache sociali, non presentano un eroe protagonista ma un insieme di personaggi che esprimono la mentalità dell’ambiente cui appartengono → capacità innovatrici della borghesia, miti negativi del denaro e della ricchezza
narratore esterno onnisciente, che interviene a commentarne i comportamenti, anticipa i fatti e fornisce chiarimenti al lettore, come Manzoni e Scott
Il realismo compie un ulteriore passo in “Madame Bovary”, del francese Gustav Flaubert, per la perfezione dello stile e al rigore della descrizione.
Flaubert è il teorizzatore dell’impersonalità, per cui i sentimenti provati dall’autore nei confronti dei personaggi e delle situazioni narrate non devono assolutamente affiorare nel racconto.
scompare il punto di vista e il commento del narratore
lo scrittore deve avvicinarsi ai personaggi senza coinvolgimento motivo, e deve mettere a fuoco gli elementi sociali, oggettivi e ambientali che determinano il loro agire.

Il realismo di Flaubert costituisce il modello letterario de romanzo naturalista, che trova radici anche nelle scoperte scientifiche della seconda metà dell’800 → convinzione dell’uomo di poter indagare oggettivamente e scientificamente la realtà → lo scrittore naturalista è convinto di poter cogliere e trascrivere il mondo reale dandone un’immagine perfettamente corrispondente.
Lo scrittore francese Émil Zola nel saggio “Romanzo sperimentale" traccia le linee teoriche e i principi del naturalismo, e spiega come lo scrittore moderno debba estendere al romanzo i metodi della scienza → le azioni dell’uomo sono il risultato di rigidi meccanismi causa-effetto
Gli scrittori naturalisti preferiscono il proletario delle città naturali, abbattuto da varie tarie, e affidano al romanzo una funzione di denuncia politico-sociale al fine di sollecitare la riparazione delle ingiustizie e il progresso civile.
criterio dell’impersonalità → l’autore ritrae i personaggi in modo fotografico e lascia parlare i personaggi nel loro linguaggio.
In Italia “I promessi sposi” aprono la strada al realismo ottocentesco, che si manifesta sia nel romanzo storico che in quello contemporaneo a sfondo sociale.
Nella seconda metà dell’800 si afferma il romanzo verista italiano, che presta attenzione al presente e agli aspetti della quotidianità e riprende da quello naturalista francese le seguenti caratteristiche:
è ambientato in un’epoca vicina o contemporanea all’autore
ha la funzione di documentare una determinata condizione sociale
descrive minuziosamente l’ambiente sociale, storico e geografico che condiziona le azioni dei personaggi.
Il teorico del verismo Luigi Capuana, partendo dal presupposto che il romanzo deve documentare la realtà umana, afferma che la letteratura ha criteri propri e non deve diventare scienza, ma può solo ispirarsi ad essa, riguardo la precisione nella ricostruzione degli ambienti e la scelta delle tecniche espressive.
Pertanto Capuana e Verga, o maggior autore della corrente verista, dedicarono particolare attenzione ai problemi della forma del romanzo, cioè al principio dell’impersonalità.
esposizione procede in 3° persona
l’autore tende a lasciar parlare la realtà, riportando i discorsi dei personaggi secondo i modi tipici del parlato.
principio dell’impersonalità → la mano dell’autore deve rimanere invisibile, il narratore deve rimanere nascosto
processo della regressione → il narratore adotta il punto di vista popolare (linguaggio, giudizio,valori)
artificio dello straniamento → sfasamento tra l’autore e il narratore perché il punto di vista del narratore non è certamente condiviso dall’autore
voce corale → voce del narratore → discorso indiretto libero
1

Esempio