Esperienza teatrale nel '500

Materie:Appunti
Categoria:Letteratura

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Testo

ESPERIENZA TEATRALE NEL CINQUECENTO

Dopo la rappresentazione dell’Orfeo di Angelo Poliziano, il teatro italiano, e soprattutto la commedia, sembra riacquistare, nel primo Cinquecento, una nuova vitalità grazie alla sperimentazione degli scrittori e alla committenza di corte.
Le divergenze geografiche e regionali dei diversi stati italiani, evidenti nell’ambito della cultura letteraria e nelle vicende politiche del Cinquecento, assumono, per quanto riguarda i generi teatrali una connotazione ancora più precisa e definita: la corte, con le sue architetture e le strutture adibite alla rappresentazione scenica, diventa essa stessa spazio teatrale, centro di tutta la complessa organizzazione che coinvolge il testo teatrale, le compagnie degli attori, gli architetti e i tecnici.
La riscoperta della cultura classica offrì al teatro cinquecentesco uno straordinario serbatoio di motivi e di riferimenti. Plauto e Terenzio furono i due poeti comici latini più rappresentati e tradotti in questo periodo: alle loro opere si rifanno la maggior parte delle commedie cinquecentesche, riprendendone gli intrecci, la fisionomia dei personaggi e la struttura in cinque atti, preceduti da un prologo in cui viene riassunto l’argomento. L’esempio classico non è però l’unico: accanto ad esso vanno ricordati almeno la novella e il poema cavalleresco, generi che offrono spunti per le trame; inoltre la novella, specialmente quella del Boccaccio, è fonte di preziosi suggerimenti per lo stile e per il linguaggio.
Diverso è il caso del genere tragico, che non ottiene quel successo di pubblico che invece caratterizza la commedia. Proprio perché considerata un genere letterario “alto”, la tragedia continua a rispettare le ferree leggi di composizione desunte dalla Poetica di Aristotele. Vengono quindi riproposte le unità di tempo, di luogo e di azione, la divisione in cinque atti e la presenza del coro. Anche gli argomenti sono tratti spesso da fonti classiche, greche o latine; non mancano però i casi di vicende ambientate in epoca medievale o contemporanea. Molti scrittori, dal Trissino al Giraldi Cinzio, pur senza dedicarsi esclusivamente a questo genere, lo sperimentano, proponendo soluzioni talvolta diverse, ma tutte contraddistinte dalla volontà di far rivivere la grandezza del teatro tragico antico nel proprio mondo e nella propria cultura.
Accanto alla tradizionale ripartizione dei generi teatrali, si affermarono però altre tipologie, come la tragicommedia, la favola pastorale, il monologo in dialetto, la commedia dell’arte, a conferma di una straordinaria vitalità delle forme teatrali del Rinascimento italiano.

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