Chi non avesse mai veduto foco

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Categoria:Letteratura
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Testo

SCHEDA DI PRESENTAZIONE DI “CHI NON AVESSE MAI VEDUTO FOCO”
DI GIACOMO DA LENTINI

Titolo: Chi non avesse mai veduto foco
Autore: Giacomo da Lentini
Anno di composizione: Tra il 1233 e il 1240
Testo o raccolta a cui appartiene: nessuno
Genere: sonetto
Argomento: parallelismo tra fuoco e amore e sofferenza dell’amore non corrisposto
Ricostruzione del testo: Chi non avesse mai visto il fuoco non crederebbe che potesse scottare, anzi, il suo splendore gli sembrerebbe divertente, quando lo vedesse, ma se lo toccasse ben capirebbe che brucia. Il fuoco d’Amore mi ha raggiunto: molto mi brucia. Magari si appiccasse in voi, madonna mia, che sembrate dare gioia amandomi e invece mi date solamente pene e tormento. Certo Amore fa una grande offesa, poiché non lega te che ti prendi gioco di lui; a me, che lo servo, non dà gioia.
Tematiche: Il poeta si serve della descrizione del fenomeno naturale del fuoco per paragonarlo alla sua condizione d’innamorato. L’amore è fonte di tormento poiché la donna che ama non è bruciata dal suo stesso fuoco. L’atteggiamento di’Amore è villano, perché nonostante il poeta lo serva fedelmente, lui non ristringe la donna, che si prende gioco di Amore.
Osservazioni sullo stile: Il sonetto si può dividere in due parti: la prima riguarda la descrizione del fenomeno naturale e la similitudine con l’amore, la seconda tratta il tema dell’amore non corrisposto. Il poeta tende a non usare la parola fuoco, che è l’argomento principale, ma narra i suoi effetti e le impressioni che farebbe ad una persona che non l’avesse mai visto. C’è una corrispondenza di verbi che nel componimento sono ripetuti più volte, coma ad esempio: veduto – vedesse ; cocere – cocesse – coce ; sembraria – sembrara ; sollazzo – sollazzo ; toccasse – toccato. Per quanto riguarda le figure retoriche è presente la personificazione di amore, che spesso ricorre nei componimenti che riguardano l’amore composti in questi secoli.
Contestualizzazione: Il sonetto fa parte della corrente letteraria della scuola siciliana, nella quale il tema dell’amore riprende i canoni dell’amore cortese, ma è reso più rarefatto. Il poeta non loda la donna, com’era ricorrente, ma piuttosto riprende l’argomento del servizio d’amore, fonte di gioie e dolori per il poeta.

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