Tibullo, Properzio e Ovidio

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Testo

ALBIO TIBULLO
Albio Tibullo nacque nel 54 a.C. a Gabii, territorio appartenente al basso Lazio, e apparteneva a una ricca famiglia equestre, andata poi in declino in seguito alla conquista dei beni in a favore dei veterani di Filippi.
Fin da adolescente Tibullo entrò in contatto col circolo di Messalla, circolo dichiaratamente anticesariano, dove strinse forti legami d’amicizia con Ovidio. Tibullo partecipò a due spedizioni dell’amico Messalla, la prima in Gallia la seconda in Asia Minore.
Come scrisse anche nelle sue opere, Tibullo era un amante della vita tranquilla di campagna, dove era nato e vissuto; oltre a questo tema che faceva da sfondo a tutti suoi componimenti ritroviamo anche quello dell’amore, egli infatti ci descrive tre donne per le quali lui provo forti sentimenti: Delia, Glicera e infine Nemesi.
L’OPERA
Ci sono giunte numerose elegie di Tibullo raccolte in tre diversi libri che avevano come nome: CORPUS TIBULLIANUM: i primi due libri sono sicuramente autentici mentre riguardo l’ultimo i dubbi sono molti, si crede infatti che solo 2 elegie su 20 componenti il terzo libro siano autentiche.
Nel primo libro Tibullo ci presenta la prima donna da lui amata, Delia, la quale, dalla descrizione, risulterebbe molto dolce e sensibile nonostante il loro rapporto vada svariate volte in crisi; come caratteristico di Tibullo le descrizioni che si trovano nel primo libro si svolgono in quella campagna, ideale e mitizzata, da sempre contemplato del poeta.
Nel secondo libro Tibullo ci presenta la terza donna della sua vita affettiva, Nemesi, la quale in confronto alla prima risulta molto più fredda e insensibile, risulta esser la causa di tutti gli affanni del poeta, con la sua infedeltà provoca non poche sofferenze al poeta.
Lo stile dell’opera è molto armonico e fluido.
SESTO PROPERZIO
Sesto Properzio nacque in Umbria, probabilmente ad Assisi, tra il 48 a.C. e il 50 a.C., apparteneva a una ricca famiglia dell’ordine equestre che però vide la sua rovina dopo la sconfitti nella guerra di Perugia nel 40 a.C.
Properzio si recò quindi a Roma dove continuò i suoi studi su spinta del padre, e qui, entrato nel circolo di Mecenato, iniziò a dedicarsi alla poesia e in particolare poesia di carattere amoroso, dedicate a una ragazza, non meglio identificata, dal nome Cinzia. All’età di soli 35 anni, nel 15 a.C., Properzio morì a Roma.
L’OPERA
Di Properzio a noi son pervenuti soli 4 libri di elegi, nei primi tre il poeta parla del suo amore nei confronti di Cinzia, donna da lui amata, che però è solo causa di sofferenze e turbamenti interiori; nel quarto libro invece troviamo 5 elegie, cosiddette elegie Romane, nelle quali il poeta umbro celebra l’origine di alcune festività romane, creando così cinque componimenti EZIOLOGICI (componimenti fatti risalire a Callimaco nei quali si studia l’origine di determinate cose).
Il suo stile è sempre profondamente influenzato dal poeta alessandrino Callimaco, dal quale imita raffinatezza, il ricorso ai miti e, inoltre, riprende il modello di componimenti eruditi.
PUBLIO OVIDIO NASONE

Ovidio nacque il 20 marzo del 43 a.C. in Abruzzo da una famiglia equestre benestante. Per volontà del padre, Ovidio si recò a Roma per completare i suoi studi letterari. Giunto nella capitale, mostrò subito il suo carattere frivolo e superficiale, quasi cinico, che si entusiasmava per la vita festosa di Roma ma al contempo privo di ideali sia politici che morali.
Ovidio si sposò due volte e divorziò altrettante volte immediatamente, il vero amore lo trovò solo con Fabia, la sua terza moglie.
Avendo divulgato l’adulterio della figlia minore ci Augusto, Giulia, ricevette direttamente dall’imperatore un ordine di lasciare Roma e di recarsi a Tomi (attuale Costanza in Romania) e seppur sapesse che era un luogo privo di qualsiasi stimolo pur di non venir meno il proprio orgoglio ci si recò, nell’8 a.C.
Nonostante i continui sforzi con i successori di Augusto per fare in modo che fosse revocata la condanna, Ovidio fu costretto a rimanere in terra straniera fino alla morte avvenuta nel 18 d.C., dopo che aveva instaurato con gli abitanti del luogo, i Geti, un rapporto di amicizia.
LE OPERE
Opere Erotiche:
1. Amores: 49 elegie divise in tre libri, qui il poeta dopo aver descritto il suo amore per Corinna riflette sulle sensazioni amorose, l’amore è visto dal poeta come un gioco da sperimentare senza però farsi prendere a livello sentimentale;
2. Heroides: sono 21 lettere immaginarie;
3. Ars amatoria: è un trattato diviso in tre libri su come conquistare una donna, un vero e proprio codice per conquistare la donna e per sedurla, in netta controtendenza rispetto la concezione e il progetto socio-politico Augusteo. L’amore era visto da Ovidio come semplice cosa materiale, come semplice gioco erotico tra un cacciatore e la sua preda;
4. Remedia amoris: è l’antidoto all’ars amatoria;
5. Medicamina faciei femineae: dedicato ai cosmetici femminili tipici delle matrone romane.
Opere Epico-Mitologiche:
1. Metamorphoseon libri: sono 15 libri che raccolgono le più famose legende greche e romane riguardanti la trasformazioni di personaggi importanti. (Piramo e Tisbe)
Opere dell’Esilio:
1. Tristia: è una raccolta di 5 libri nei quali io poeta abruzzese narra la sua infelice esperienza esiliare, tra le elegie se ne trovano alcune indirizzate ai successori di Augusto che han l’intento di chiedere la revoca della condanna;
2. Epistulae ex Ponto: sono 4 libri di lettere indirizzate ai famigliari e ai conoscenti scritte da Tomi, risultano tutte composte sotto forma di elegie.
LO STILE
Ovidio da tutti i suoi componimenti risulta uno scrittore elegante e piacevole, si rivela molto esperto nella costruzione di dei versi ed emerge inoltre la sua fervida immaginazione e la sua indubbia armonia stilistica e la sua capacità di espressione attraverso un linguaggio fluido ed efficacie.

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