Seneca, Petronio, Marziale, Quintiliano: appunti schematici

Materie:Appunti
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Testo

SENECA
1) Le lettere a Lucilio
2) Dialoghi e opere filosofiche
3) Tragedie
4) Lo stile di Seneca filosofo
5) Lo stile di Seneca tragediografo
6) Rapporti Seneca - Nerone
PETRONIO
1) Rapporti Petronio – Nerone:
2) Biografia incerta
3) Trama del Satyricon
4) Stile del Satyricon
5) Pubblico a cui si rivolge il Satyricon
6) Importanza storica del Satyricon
MARZIALE
1) Epigrammi
2) Stile e poetica degli Epigrammi
QUINTILIANO
1) Opere di Quintiliano
2) Struttura e contenuto dell’Institutio Oratoria
3) Attualità di alcuni precetti pedagogici di Quintiliano
4) I giudizi critici che Quintiliano dà di Seneca e di Cicerone
5) Le parti della retorica

PETRONIO Rapporti Petronio – Nerone: Pet era personaggio in vista per via della sua indolenza. Nerone giudicava piacevole ed elegante solo ciò che gli diceva Petronio; egli infatti era elegantiae arbiter, come riporta il suo cognomen. Pet suscitò l’invidia di Tigellino, che lo accusò di essere un promotore della congiura pisoniana. Costretto a darsi la morte, Pet mette in vista i vizi di Nerone invece che adularlo per risparmiare i parenti e gli amici da persecuzioni.
Biografia incerta: dibattito tra gli studiosi per l’identificazione dell’autore del Satyricon. Viene riconosciuto Petronio Arbitro, presentato da Tacito come personaggio in vista alla corte di Nerone. Trama del Satyricon: opera molto estesa, della quale ci restano solo alcune parti con molte interruzioni. Vicenda narrata in prima persona da Encolpio, che narra del viaggio compiuto in compagnia di Gitone, di cui è innamorato. All’inizio Encolpio discute con un retore Agamennone che disserta sulla decadenza dell’eloquenzia. Encolpio poi torna alla locanda nella quale è ospitato insieme a Gitone e Ascilto, vivono nei bassifondi di una Graeca urbs della Campania. Quartilla sacerdotessa li accusa di aver violato i misteri del dio e li obbliga per rimediare a partecipare a un’orgia. Inizia poi il racconto della lunga cena nella casa del liberto Trimalchione, che ostenta la sua ricchezza. Riprendono i litigi tra Encolpio e Ascilto per l’amore a Gitone. Encolpio e un vecchio letterato Eumolpo divengono compagni di viaggio insieme con Gitone, e scampati a un naufragio giungono a Crotone. Nell’ultima parte Encolpio è vittima dell’ira di una ricca amante. Stile del Satyricon: Il Satyricon ha in comune con il romanzo il racconto di una serie di vicende e pone al centro della vicenda un amore ostacolato da circostanze sfavorevoli e dalla presenza di rivali. Si rileva un atteggiamento parodico nei confronti del romanzo greco una mescolaza di prosa e poesia simile a quella della satira menippea, così come è simile l’uso deli linguaggio e lo stile variegato, aperto a tutti i registri.
Pubblico a cui si rivolge il Satyricon: aristocratici romani e corte di Nerone.
Importanza storica del Satyricon: descrizione accurata, particolareggiata anche se distaccata da parte di Petronio dei ceti sociali bassi, di episodi della vita quotidiana, rappresentazione realistica e comica.
MARZIALE Epigrammi: la raccolta degli epigrammi si apre con il Liber de spectaculis (30 carmi dedicati ai giochi di inaugurazione dell’anfiteatro Flavio) a cui seguono 12 libri di Epigrammata; vengono poi due raccolte minori: Xenia (127 epigrammi costituiti da un solo distico ciascuno, si riferiscono a doni di cibi e bevande) e Apophoreta (sorta di piccoli componimenti allegati a regali per i convitati dei banchetti).
Stile e poetica degli Epigrammi: la produzione di Marziale possiede una grande consapevolezza critica, egli è erede di un genere antichissimo. Egli contrappone gli epigrammi radicati nella quotidianità a quelli mitologici che ritiene inaccettabili. Egli dunque intende attaccare tutti i generi di poesia artificiosa e letteraria che abbia scarsi contatti con la realtà. Egli intende trattare criticamente i mores dei suoi contemporanei, senza correggere ma divertendo, esclude dunque l’attacco personale. Ammette una propensione verso contenuti spesso volgari e osceni, rivendicando il diritto di parlar chiaro per giustificarsi di fronte a Domiziano. Epigrammi spesso presentano un dialogo del poeta con un interlocutore
QUINTILIANO Opere: De causis corruptae eloquentiae e l’Institutio Oratoria.
Struttura e contenuto dell’Institutio Oratoria: E’ un trattato didascalico composto da 12 libri dedicato a Vitorio Marcello, personaggio in vista della corte di Domiziano. Quintiliano delinea la formazione dell’oratore fin dall’infanzia. 1° libro: precetti pedagogici - 2° libro: delinea la figura del retore ideale – 3° libro: le 5 parti della teoria, i 3 generi di discorsi, i 3 compiti dell’oratore – 4,5,6° libro: trattazione dell’inventio, ovvero il reperimento degli argomenti – 7° libro: dispositivo: ordine da assegnare agli argomenti nel discorso – 8,9° libro: elocutio ovvero lo stile oratorio - 10° libro: rassegna dei principali poeti e prosatori greci e latini e importanza per la formazione dell’oratore – 11° libro: tratta dell’aptum, della “memoria” e dell’ “actio” – 12° libro: delinea la figura del perfetto oratore, riprendendo la definizione di “vir bonus dicendi peritus”.
Attualità di alcuni precetti pedagogici: Quintiliano era un educatore esperto, saggio e illuminato. Egli sostiene che bisogna valorizzare le vocazioni individuali dei fanciulli, sostiene l’importanza della scuola pubblica, da preferirsi a quella privata perché permette il confronto con coetanei, condanna le punizioni corporali, studio dev’essere visto come un gioco, per dare maggiore tranquillità e interessi ai fanciulli.
Giudizi di Seneca e Cicerone: Quintiliano si pone sulla linea di Cicerone per quanto riguarda la concezione retorica come scienza che non si limita a fornire conoscenze puramente tecniche ma si propone di formare oltre al perfetto oratore il cittadino esemplare, indica in Cicerone il culmine dell’oratoria romana. Si pone criticamente nei confronti di Seneca,perché appartiene allo stile che egli definisce corrotto, cioè la ricerca sfrenata del consenso del pubblico che diventa per gli oratori nuovi, come Seneca, il fine principale e trascura il vero fine, ovvero il persuadere.

Esempio



  


  1. carmela migliaccio

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  2. carmela

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