Seneca, De brevitate vitae

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Testo

I. La maggior parte dei mortali, o Paolino, si lamenta della cattiveria della natura, perché noi viviamo per un breve periodo, perché questo spazio di tempo dato a noi trascorre così velocemente e così in fretta che, tranne pochissimi, la vita abbandona gli altri nella stesso preparazione della vita. Né di un tale male, comune a tutti, come credono, la folla e il volgo ignorante si lamentano; questo stato d’animo suscitò lamenti anche fra personaggi famosi. Da qui deriva la famosa massima del più illustre dei medici: “La vita è breve, lunga l’arte” Di qui l’accusa, x nulla conveniente a un uomo saggio, di Aristotele che discute con la natura, “Quella ha concesso tanto tempo agli animali, da passare 5 o 10 generazioni, ed invece un tempo tanto di molto inferiore all’uomo, nato a tante e grandi imprese. Non abbiamo poco tempo, ma ne perdiamo molto, la vita è lunga abbastanza e ci è stata data con larghezza per la realizzazione delle più grandi imprese, se fosse impiegata tutta bene; ma quando sfugge tra il lusso e la trascuratezza, quando non viene spesa per nulla di buono, spinti infine dall’estrema necessità, quella che non abbiamo sentito passare sentiamo che è passata. È così: non abbiamo ricevuto una vita breve, ma la rendiamo tale, e non ne siamo poveri, ma ricchi. Come ricchezze cospicue e degne, quando arrivano alle mani di un cattivo padrone, sono dissipate in un attimo, mentre, un patrimonio modesto quanto si vuole, se è affidato ad un buon amministratore, capita che cresca, così la nostra vita si estende molto per chi sa bene gestirla.
II. Perché ci lamentiamo della natura? Quella si è comportata generosamente: la vita è lunga, se sai farne uso. Ma uno lo trattiene un’insaziabile avidità, un altro lo trattiene uno zelo laborioso nelle fatiche superflue; uno è pieno di vino, un altro l’ozio lo intorpidisce; uno altro l’ambizione lo stanca sempre sospesa nel giudizio altrui, un altro lo conduce x terra e x mare con la speranza di guadagnare la smania sconsiderata di commerciare; alcuni li avvolge la passione x la vita militare, sempre intenti ai pericoli degli altri o preoccupati x i propri; vi sono alcuni che li consuma il vano ossequio x i potenti in una volontaria schiavitù; molti li trattiene l’invidia della fortuna altrui o la lamentela della propria; i +, seguendo niente di certo, una superficialità incostante mutevole e scontenta di sé li spinge attraverso nuovi progetti; a certuni non piace nessun luogo dove dirigere la rotta, ma la morte li coglie fiacchi e indolenti: sicché non dubito che sia vero ciò che si disse come un oracolo presso il + grande dei poeti: "E’ esigua la parte di vita che viviamo". Il resto dell’esistenza non è vita, ma tempo. I vizi premono ed circondano da ogni parte e non (ci) permettono di rialzarci o di sollevare lo sguardo alla vista della verità, ma incombono (su di noi) immersi ed piantati nel piacere. Giammai ad essi è concesso ritornare in se stessi; se mai per caso arriva un qualche momento di tregua, come in alto mare, in cui dopo il vento c’è ancora inquietudine, ondeggiano e non esiste mai x loro un riposo dalle passioni. Pensi che io parli di costoro, i cui mali sono evidenti? Guarda quelli, la cui felicità fa accorrere: sono soffocati dai loro beni. Per quanti sono pesanti le ricchezze! A quanti l’eloquenza e il quotidiano impegno di ostentare il proprio ingegno fa uscir sangue! Quanti impallidiscono per i continui piaceri! A quanti la calca dei clienti accalcatasi non lascia nessuna libertà! Infine, passa in rassegna tutti costoro, dal + umile al + potente: uno chiama uno lo assiste,uno subisce un processo, l’altro difende, l’altro ancora giudica, nessuno vendica se stesso x se, ci si logora l’uno per l’altro. Interroga costoro, i cui nomi si imparano a memoria, vedrai che essi si distinguono x questi segni: quello è amante di questo, questo di quello; nessuno è amante di se stesso. L’indignazione di qualcuno è quindi del tutto inscusabile: si lamentano dell’arroganza dei potenti, perché non hanno avuto il tempo di essere ricevuto x loro che lo volevano! Osa lamentarsi della superbia altrui uno che non ha mai tempo per sé? Quello tuttavia si è occupato di te, chiunque tu sia, una volta o l’altra con aria insolente, quello ha prestato ascolto alle tue parole, quello ti ha accolto al suo fianco: tu invece non ti sei mai degnato di guardare ed ascoltare te stesso. Dunque non c’è motivo che tu metta in conto ad alcuno queste attività, poiché certo, quando tu lo facevi, non volevi essere con un altro, ma non potevi essere con te.
III. Si mettano pure d’accordo su questo solo punto tutti gli ingegni che hanno mai brillato,non si meraviglieranno mai abbastanza di questa confusione delle menti umane: non permettono che le loro proprietà siano occupate da nessuno e, se c’è una piccola disputa sui confini, corrono qua e là alle pietre ed alle armi: permettono agli altri di entrare nella propria vita, anzi in realtà proprio loro fanno entrare i futuri possessori di quella; non si trova nessuno che voglia dividere il proprio denaro: a quanti invece ciascuno distribuisce la vita! Sono avari nel tenersi il patrimonio; appena si giunge alla perdita di tempo, diventano + prodighi in questo, di cui solo è giusta l’avarizia. Perciò piace prendere uno dalla folla degli anziani: "Vediamo che sei giunto al termine della vita, hai sulle spalle100 e + anni: avanti, rifai il conto dei tuoi anni. Calcola quanto di questo tempo le lo ha preso il creditore, quanto l’amante, quanto il superiore, quanto il cliente, quanto le liti con tua moglie, quanto la punizione dei servi, quanto il correre qua e là x la città; aggiungi le malattie, che ci siamo procurati noi, aggiungi anche (il tempo) che gettiamo inutilizzato: vedrai che hai meno anni di quanti ne conti. Richiama alla mente quando sei stato convinto di una decisione, quanti giorni sono trascorsi come tu avevi stabilito, quando (lo) hai impegnato x te, quando il volto è rimasto nello stesso atteggiamento, quando l’ animo è rimasto intrepido, che cosa in un periodo tanto lungo sia stato fatto fra le opere da te, in quanti hanno saccheggiato la tua vita senza che tu ti accorgessi di cosa perdevi, quanto (tempo) ti ha sottratto un vano dolore, la stolta gioia, l’avida bramosia, le relazioni lusinghiere, quanto poco ti è rimasto di ciò che è tuo: capirai che muori anzitempo". Qual è il motivo? Vivete come se doveste vivere x sempre, non vi viene mai in mente la vostra fragilità, non badate a quanto tempo è ormai trascorso; sciupate come dal pieno e dall’abbondante, mentre invece può darsi che quello stesso giorno, che è donato a qualcuno o a un uomo o cosa, sia l’ultimo. Avete paura di tutto come mortali, desiderate tutto come immortali. Udirai i + dire: "A 50 anni mi ritirerò a vita privata, a 60 mi ritirerò dagli incarichi". E infine chi prendi come garante di una vita + lunga? Chi permetterà che queste cose vadano come decidi? Non ti vergogni di tenere per te i residui della vita e di destinare alla saggezza questo solo tempo, che non può essere utilizzato in nessuna attività? Quanto è tardi allora cominciare a vivere, quando si deve finire! Che stolto oblio dei mortali differire ai 50 e 60 anni la sana discussione e poi voler iniziare a vivere da dove pochi giunsero!
VI. Livio Druso, uomo focoso e violento, avendo dato l’avvio a nuove leggi e a disastri come quelli dei Gracchi, circondato da una grande folla di tutta l’Italia, non comprendendo l'esito della sua azione, che non poteva gestire e non era + libero di abbandonare una volta iniziata, si dice che abbia detto maledicendo la (sua) vita, irrequieta fin dall’ inizio: “A lui non solo non era mai toccato neppure da ragazzo un solo giorno di vacanza”. Infatti osò ancor sotto tutela e giovinetto affidare dei colpevoli ai giudici e far valere in tribunale la sua buona influenza tanto efficacemente che si sa che certi processi furono da lui estorte. Dove non avrebbe potuto sfociare una così immatura ambizione? Si sarebbe potuto capire che una così precoce audacia sarebbe sfociata in una grande disgrazia privata e pubblica. Perciò tardi si lamentava che non gli fosse toccato nessun giorno di vacanza, lui, turbolento fin da piccolo e influente in tribunale. Si discute se lui stesso si sia ucciso; infatti all’improvviso morì dopo aver preso una ferita all'inguine, mentre qualcuno dubitava se la sua morte sia stata volontaria, ma nessuno che fosse al momento giusto. È del tutto inutile ricordare i + che, pur apparendo felicissimi agli altri, dissero essi stessi come testimonianza vera su di se ripudiando tutte le azioni della loro vita; ma con questi lamenti non cambiarono né gli altri né se stessi: infatti, una volta che le parole siano volate via, i sentimenti ritorneranno al consueto. Per Ercole, la vostra vita quand’anche si estendesse x oltre 1000 anni, si restringerà in pochissimo: questi vizi divoreranno tutti i secoli; in verità questo spazio che, sebbene scorra x natura, il calcolo dilata, è inevitabile che vi sfugga velocemente: infatti non (lo) afferrate, né (lo) trattenete, né procurate ritardo alla + veloce di tutte le cose, ma permettete che sfugga come una cosa del tutto inutile e recuperabile.
VII. Al primo posto colloco coloro che non si dedicano a nient’altro se non al vino e alla lussuria; nessuno è occupato in modo + vergognosa. Gli altri, anche se sono sviati da una falsa immagine di gloria, tuttavia sbagliano con garbo; inseriscimi pure nel numero degli avari, degli iracondi o tra coloro che si impegnano in odi o guerre ingiuste, tutti costoro peccano più virilmente. E’ vergognosa la colpa degli sfrenati nella golosità e nel piacere. Esamina tutti il tempo di costoro, guarda quanto a lungo calcolano, quanto insediano, quanto onorano, quanto sono onorati, quanto li tengano occupati gli impegni giudiziari proprie e degli altri, quanto i banchetti, che sono essi stessi impegni: vedrai come non permettano loro di respirare i loro mali o beni. Infine tra tutti si è d’accordo che niente può esser esercitato bene da un uomo occupato, non l'eloquenza, non le arti liberali, dal momento che il (suo) animo soffocato non riceve + niente in profondità, ma respinge tutto come se cacciato dentro a forza. Nulla è meno adatto x l’uomo occupato che il vivere: di niente è + difficile la conoscenza. Gli insegnanti delle altre arti sono ovunque molti, anzi in realtà sembra che i fanciulli abbiano appreso alcune di queste cose così interamente, da poterle anche insegnare: dobbiamo imparare a vivere x tutta la vita e, cosa che forse ti stupirà di +, dobbiamo imparare a morire x tutta la vita. Molti uomini illustri, lasciati tutti i bagagli e dopo aver rinunziato a ricchezze, cariche e piaceri, fino all'ultimo giorno della loro vita fecero questo solo, cioè saper vivere; parecchi di loro tuttavia si allontanarono dalla vita confessando di non saperlo ancora (fare), figuriamoci se lo sanno costoro. E’ proprio di un uomo grande, credimi, e che spicca al di sopra degli errori umani non permettere che gli sia sottratto niente del suo tempo, e per questo la sua vita è lunghissima, cioè perché, per quanto poco sia durata, è stata tutta a sua disposizione. Quindi nessun momento è rimasto privo di attenzioni e ozioso, nessun istante è stato soggetto ad un altro; e infatti non ha trovato niente degno di scambiarlo con il proprio tempo, lui custode assai parco di esso: perciò x quello (il tempo) è stato sufficiente. Ma è inevitabile che il tempo sia mancato a coloro, dalla cui vita la gente ha tratto molto. E non credere che essi non capiscano affatto la loro perdita; sicuramente ascolterai la maggior parte di coloro che sono schiacciati da una grande prosperità in mezzo a gruppi di clienti, durante la discussione di una causa o in mezzo alle altre onorevoli disgrazie, talvolta esclamare: “Non posso vivere” Perché non dovrebbe essergli permesso? Tutti quelli che ti cercano come avvocato x loro ti allontanano da te. Quell'imputato quanti giorni ti ha tolto? Quanti quel candidato? Quanti quella vecchia stanca di seppellire eredi? Quanti quello che si finge malato per stimolare l’avidità dei cacciatori di eredità? Quanti quell’amico abbastanza potente, che non vi ha in amicizia, ma vi tiene in mostra? Fa’ il bilancio, dico, e passa in rassegna i giorni della tua vita: vedrai che ne hai avuti a disposizione pochI e solo quelli di scarto. Quello ottenute le cariche politiche, che aveva desiderato, desidera lasciarle e dice spesso: “Quando passerà quest’anno?” Un altro organizza giochi, di cui considerò gran cosa ottenerli in sorte. Dice: “Quando passeranno?” Egli è conteso come avvocato in tutto il foro, lo riempie tutto con una gran folla + di quanto si possa ascoltare, dice: “Quando saranno sospesi i pubblici affari x le ferie?” Ciascuno getta via la propria vita e si preoccupa nel desiderio del futuro e nella noia del presente. Ma chi dedica tutto il tempo alle proprie necessità, che programma tutto il giorno come la vita, non desidera il futuro e non lo teme. Cosa c’è infatti che alcuna ora di nuovo piacere possa apportare? Tutto è noto, tutto è gustato fino alla sazietà. Del resto la Fortuna disponga come vuole: la vita è ormai al sicuro. Ad essa si può aggiungere, sottrarre niente, aggiungere come altro cibo ad uno ormai pieno e sazio, di cui non sente il bisogno ma lo accoglie. Perciò non credere che, a causa della vecchiaia o delle rughe uno abbia vissuto a lungo: quello non visse a lungo, ma fu a lungo. Che cosa avrebbe infatti se reputassi che abbia navigato a lungo quello che uscito dal porto una violenta tempesta ha trascinato di qua e di là e x la successione dei venti spiranti da diverse direzioni, ha portato in tondo x lo stesso spazio? Quello non ha navigato molto, ma è stato sballottato molto.
X Se volessi articolare il mio tema in sezioni e argomenti, mi verranno in mente molte considerazioni attraverso le quali dimostrare che la vita degli occupati è brevissima. Soleva affermare Fabiano, il quale non fa parte di questi filosofi cattedratici ma di quelli autentici e antichi, che “Contro l’assalto delle passioni bisogna combattere andando all’assalto, non con la sottigliezza, e bisogna respingerne l’esercito non con ferite minuscole, ma gettandosi incontro: infatti bisogna placarle, non far loro il solletico”. Tuttavia, per rinfacciare loro il loro errore, bisogna ammaestrarle non soltanto rimproverarle. La vita si divide in 3 momenti: passato, presente e futuro. Di queste 3 parti il presente è breve, il futuro incerto, il passato sicuro. Infatti questa è la parte sulla quale la fortuna ha perso ogni diritto, quella che non può essere ridotta all’arbitrio di nessuno. Gli occupati se la perdono: infatti essi non hanno tempo libero x voltarsi a guardare il passato e, se lo avessero, sarebbe sgradevole il ricordo di una cosa di cui bisogna pentirsi. Malvolentieri pertanto ritornano con il pensiero a tempi mal vissuti e non osano ricordare quelle cose, i cui vizi toccandoli di nuovo risultano evidenti, anche quelli che erano nascosti da qualche lusinga del momentaneo. Nessuno, si rivolge volentieri a osservare il passato, se non colui x cui tutto è stato compiuto sotto la propria censura, che mai si inganna; è inevitabile che tema la propria memoria chi ha desiderato molto con ambizione, ha disprezzato con superbia, ha vinto senza freni, ha dolorosamente ingannato, ha sottratto con cupidigia, ha sprecato con leggerezza. E questa è la parte del nostro tempo sacra ed inviolabile, superata ogni vicenda umana, sottratta al regno della fortuna, che né la fame, né la paura, né l'assalto delle malattie può agitare; questa non può essere turbata né sottratta: il suo possesso è perpetuo e sicuro. Soltanto i singoli giorni e questi momento per momento, sono presenti; ma tutti i giorni del passato si presenteranno quando li avrete chiamati, tollereranno di essere esaminati e trattenuti a tuo arbitrio, ma gli occupati non hanno tempo di fare questo. È proprio di una mente serena e tranquilla andare qua e là x tutte le parti della propria vita; le menti degli occupati, come fossero sotto un giogo, non possono piegarsi né voltarsi. Così la loro vita se ne va nell’abisso e come non serve a niente, x quanto rimetta dentro, se non c’è qualcosa che prenda e conservi, così non conta niente quanto tempo sia concesso, se non c’è dove contenere: passa via attraverso menti squassati e bucati. Il presente è brevissimo, tanto che ad alcuni sembra inesistente; infatti è sempre in corsa, scorre e si precipita; cessa di esistere prima di giungere, e non ammette indugio + del mondo o dell’universo, che ne loro irrequieto eterno moto non rimane mai nello stesso luogo. Dunque agli occupati spetta solo il presente, che è tanto breve da non poter essere afferrato e questo viene sottratto a loro distratti da molte occupazioni.
XIV Tra tutti sono liberi da occupazioni solo coloro che hanno tempo x la saggezza, essi soli vivono; e infatti non custodiscono con successo solo la loro vita: aggiungono al proprio tempo tutta la storia: tutti gli anni che sono trascorsi prima di essi, sono stati aggiunti a loro. Se noi non siamo del tutto ingrati, quegli illustrissimi fondatori delle dottrine filosofiche sacrosante, sono nati x noi, x noi hanno preparato in anticipo la vita. Noi siamo guidati dalla fatica altrui verso nobilissime verità, portate alla luce dalle tenebre; noi non siamo tenuti lontano da nessuna generazione, siamo ammessi in tutti e, se vogliamo superare i limiti della debolezza umana con la grandezza della mente, abbiamo molto tempo attraverso cui spaziare. Possiamo dialogare con Socrate, sollevare dubbi con Carneade, trovare la pace con Epicuro, vincere la natura dell'uomo con gli Stoici, superarla con i Cinici; Dal momento che la natura ci lascia avanzare nella partecipazione di ogni tempo, perché non dovremmo dedicarci con tutto cuore da questo passar del tempo esiguo e caduco a quelle cose che sono immense, eterne e comuni con uomini migliori di noi? Questi che si agitano tra gli impegni, che turbano se e gli altri, dopo essere bene impazziti, dopo aver visitato quotidianamente gli usci di tutti e non trascurando una porta aperta, dopo aver portato intorno il saluto venale per case lontanissime, quante persone potranno vedere da una tanto immensa e eterogenea città, distratta dai desideri? Quanti saranno quelli il cui il sonno il cui fasto la cui grettezza li possano lasciare fuori dalla porta! Quanti quelli che, dopo averli tormentati a lungo, passeranno davanti a loro con simulata fretta! Quanti eviteranno di passare x l'atrio zeppo di clienti e fuggiranno attraverso le uscite segrete delle case, come se non fosse più gretto ingannare che escludere! Quanti mezzo addormentati e appesantiti x la sbornia del giorno precedente, a quei miseri che spezzano il proprio sonno x aspettare quello altrui, ripeteranno a stento con un sonorissimo sbadiglio il nome mille volte sussurrato a fior di labbra! Possiamo dire che sono impegnati in giusti impegni coloro che vogliono avere amici il + possibile intimi ogni giorno Zenone, Pitagora, Democrito e gli altri sacerdoti delle buone arti, Aristotele e Teofrasto. Nessuno di costoro non avrà tempo, nessuno congederà quelli che vanno a loro + felice + legato a sé, nessuno sopporterà che qualcuno vada via da lui a mani vuote; da tutti possono essere visitati di notte e di giorno.
XV. Nessuno di loro ti costringerà a morire, tutti (te lo) insegneranno; nessuno di loro consumerà i tuoi anni o ti offrirà i propri; di nessuno la conversazione di loro sarà pericolosa, di nessuno l'amicizia sarà letale, di nessuno il rispetto sarà dispendioso. Otterrai da loro ciò che vorrai; non dipenderà da loro che tu attinga quanto + riceverai. Che prosperità, che bella vecchiaia attende chi si è affidato alla clientela di costoro! Avrà con chi decidere delle questioni meno importanti e di quelle + importanti, chi consultare a suo proposito, da chi senza oltraggio udire il vero, da chi esser lodato senza servilismo, a somiglianza di chi plasmare se stesso. Siamo soliti dire che non è stato in nostro potere quali genitori avere in sorte, (genitori) che ci sono stati dati dal caso: ma ci è permesso nascere secondo a nostro arbitrio. Ci sono famiglie di ingegni nobilissimi: scegli in quale vuoi essere accolto; non solo sarai adottato nel cognome, ma anche nei beni stessi, che non dovranno essere custoditi con avarizia e grettezza: diverranno maggiori quanto + li dividerai. Costoro ti offriranno il cammino x l'eternità e ti eleveranno in quel luogo dal quale nessuno è fatto cadere. Questo è il solo metodo x ampliare la vita mortale, anzi x trasformarla in immortalità. Le cariche, monumenti, tutto ciò che l'ambizione impose con decreti o ha innalzò con le opere, ben presto è abbattuto, l’accumularsi degli anni abbatte e rimuove ogni cosa; ma non può nuocere alle cose che la filosofia ha consacrato; l’età nulla distrugge, nulla indebolirà; l’età seguente e poi quelle che seguono di volta in volta apporteranno qualcosa alla (sua) venerabilità, poiché l'invidia si riversa si qualcosa di vicino, (poiché) ammiriamo più sicuramente le cose poste lontano. Dunque la vita del saggio si estende molto, non lo angustia il medesimo limite che (angustia) gli altri: lui solo è svincolato dalle leggi del genere umano, ogni generazione è sottomessa a quello come a un dio. E’ trascorso del tempo: lo tiene legato col ricordo; è pressante: lo usa; sta x arrivare: lo pregusta. Rende lunga la sua vita la concentrazione di ogni tempo in uno solo.
XX Certamente la condizione di tutti gli occupati è misera, ma ancor + infelice è quella di coloro che sono travagliati da occupazioni neppure proprie, che dormono in base al sonno altrui, che camminano secondo il passo altrui, a cui si ordina di amare e di odiare le cose più libere di tutte. Se costoro vorranno sapere quanto breve sia la loro vita, considerino in che esigua misura sia loro. Perciò quando vedrai la toga pretesta già indossata più volte quando sentirai un nome famoso nel foro, non invidiarlo: tutto questo si procura a scapito della vita. Consumeranno tutti i loro anni perché un anno solo sia contato a partire da loro. La vita ha abbandonato certi mentre erano all’inizio della lotta prima che emergessero con fatica al vertice dell’attenzione; alcuni, essendo passati attraverso mille disonestà per il raggiungimento della posizione, sono colti dalla triste considerazione di aver faticato per l'epitaffio; l'estrema vecchiaia di certuni crollò in mezzo a sforzi grandi ed eccessivi incapace di resistere mentre si disponeva a nuove aspettative come gioventù. Vergognoso colui che la vita abbandona durante un processo, in età avanzata, in difesa di litiganti del tutto sconosciuti mentre va a caccia di consensi di un uditorio ignorante; spregevole colui che stanco di vivere prima che di lavorare, stramazzò a terra durante le sue stesse occupazioni; infame colui che un erede, a lungo trattenuto, ha deriso mentre moriva facendo i conti. Non posso tralasciare un esempio che mi viene in mente: Sesto Turranio fu un vecchio di zelo irreprensibile, il quale dopo aver compiuto 90 anni, avendo ricevuto inaspettatamente da Caio Cesare [Caligola] l'esonero dalla procura, si fece sistemare sul letto funebre e si fece piangere come morto dalla servitù attorno a lui. La casa piangeva la pensione del vecchio padrone e non cessò il lutto prima che gli fosse stata restituita la sua pena.Piace fino a questo punto morire affaccendato? I + hanno lo stesso sentimento: hanno più a lungo il desiderio della fatica che la capacità; combattono contro la debolezza fisica, giudicano gravosa la stessa vecchiaia x nessun altro motivo che x il fatto che li mette da parte. La legge non arruola un soldato dopo il compimento del cinquantesimo anno, non convoca un senatore dopo il compimento del sessantesimo anno: gli uomini ottengono il riposo più difficilmente da se stessi che dalla legge. Nel frattempo, mentre vengono trascinati e trascinano, mentre vicendevolmente si tolgono la pace, mentre sono reciprocamente infelici, la loro vita è senza frutto, senza piacere, senza nessun progresso spirituale: nessuno tiene la morte davanti agli occhi, non c’è nessuno che non punti lontano le sue speranze, alcuni poi danno disposizioni anche su ciò che è oltre la vita, grandi moli di sepolcri, dediche di opere pubbliche, giochi funebri e funerali che cercano di catturare l’attenzione. Al contrario i funerali di costoro dovrebbero essere celebrati alla luce delle torce e delle candele, come se avessero vissuto pochissimo!

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