Le odi oraziane

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Testo

ORAZIO --- ODI
LIBRO PRIMO
componimento 1
E’ DEDICATO A MECENATE, CON LA SPERANZA DEL POETA DI ENTRARE A FAR PARTE DEI POETI LIRICI.
ORAZIO PARTE DALL’ANALISI DELLE VARIE DISPOSIZIONI UMANE: VINCERE UNA GARA, ANDARE PER MARE, ESSERE UN BUON MERCANTE. E’ QUESTO IL TEMA DEL TIS ARISTOS BIOS: QUALE E’ LA VITA MIGLIORE? E’ UN TEMA CARO ALLA LIRICA GRECA E AI FILOSOFI ANTICHI, AFFRONTATO CON L’ANALISI DELLA VARIE OCCUPAZIONI E CONCLUSO COL GIUDIZIO PERSONALE DELL’AUTORE.
Mecenate, disceso da regali antenati, o tu che sei mia difesa e mio dolce onore,
v'è chi gode a sollevare col carro la polvere d'Olimpia e, sfiorata la meta con le ruote in fiamme,
per la palma d'onore si crede signore del mondo, come gli dei;
c’è chi si esalta se il capriccio popolare lotta per eleggerlo alle supreme cariche di stato,
e c’è a chi piace se nel proprio granaio può nascondere tutto il grano che si miete in Libia.
Anche con la promessa d'incredibili ricchezze per paura del mare non sapresti indurre
a solcare su una nave di legno cipriota l'Egeo chi è felice di lavorare i propri campi.
Cosí il mercante, impaurito dal mare in burrasca per il vento, loda, è vero, la pace agreste del suo paese,
ma poi, incapace di sopportare la mediocrità,ripara le navi danneggiate.
Trovi chi non si nega un bicchiere di vecchio massico e perde parte del giorno sdraiato
all'ombra fresca di un corbezzolo o alla sorgente dove l'acqua d'una ninfa mormora dolcemente.
A molti piace la vita militare, lo strepito lacerante delle trombe, e la guerra, che ogni madre maledice.
Immobile sotto un cielo livido il cacciatore dimentica la dolce compagna,
se i cani al suo fianco hanno stanato una cerva o se un cinghiale ha spezzato l'intrico delle reti.
Io no: l'edera che premia la fronte dei sapienti mi associa agli dei e il fresco dei boschi,
dove coi satiri danzano agili le ninfe, mi distingue dalla folla,
se non ammutolisce il flauto di Euterpe e non si rifiuta Polinnia di accordare la lira di Lesbo.
Ponimi dunque fra i poeti lirici: col capo in cielo toccherò le stelle.
componimento 5
IN QUESTO COMPONIMENTO TROVIAMO UNA OPPOSIZIONE:
• IL GIOVANE INESPERTO E FIDUCIOSO DEL FUTURO, AMANTE DI PIRRA.
• IL POETA, ORMAI ADULTO, LIBERO DALLE PASSIONI: EGLI GUARDA IL GIOVANE CON DISTACCATA IRONIA.
Quale giovane gracile inondato di unguenti profumati si stringe a te, o Pirra,
tra molte rose, in una grotta?
Per chi annodi la tua bionda chioma, semplice nella tua eleganza?
Ah, quante volte piangono la fiducia e gli dei mutevoli,
e si stupisce inesperto della distesa aspra a causa del vento di tempesta,
se ora senza sospetto ti gode dorata e sempre libera ti spera, degna d’amore,
ignaro dell’inganno che respira.
Sventura a chi risplendi sconosciuta.
Per me su una parete sacra la tavola votiva testimonia
che ho attaccato i miei abiti bagnati
al dio che domina il mare.
Componimento 9
E’UN COMPONIMENTO TIPICO DEL LINGUAGGIO ORAZIANO: C’E’ IL TEMA DEL PASSARE DEL TEMPO IN RELAZIONE ALLE STAGIONI, LA VITA DELLA NATURA CONTRO LA VITA DELL’UOMO: SI ARRIVA AL CONTRASTO TRA SENEX E PUER. QUEST’ULTIMO INCONSAPEVOLE DEL FATTO CHE L’ETA’ FELICE PASSA PRESTO, PER LASCIARE IL POSTO A VECCHIAIA E MALATTIE.
Guarda come s’innalza il Soratte per l’alta neve
e gli alberi che gemono al suo peso, i fiumi rappresi nella morsa del gelo.
Sciogli questo freddo, Taliarco, e aggiungi legna al focolare;
poi versa generosamente vino vecchio di quattro anni da un'anfora sabina.
Lascia il resto agli dei: quando placano sul mare in burrasca la furia dei venti,
non trema piú nemmeno un cipresso né un frassino cadente.
Smettila di chiederti cosa sarà domani,
e qualunque giorno la fortuna ti conceda, consideralo come un dono.
Se è ancora lontana la vecchiaia fastidiosa dalla tua verde età,
non disprezzare, ragazzo, gli amori teneri e le danze.
Ora ti chiamano l'arena, le piazze e i sussurri lievi di un convegno alla sera,
il riso soffocato che ti rivela l'angolo segreto dove si nasconde il tuo amore,
il pegno strappato da un braccio o da un dito che resiste appena.
Componimento 11
QUI UNA GIOVANE DONNA INTERROGA IL FUTURO RICORRENDO ALLE CABALE ORIENTALI; E’ INNAMORATA, E INFATTI SI PREOCCUPA NON SOLO DEL SUO DESTINO, MA ANCHE DI QUELLO DELL’AMATO. IL POETA LA INVITA A NON PREOCCUPARSI PER IL DOMANI, E’ MEGLIO VIVERE COGLIENDO GLI ATTIMI DI GIOIA (CARPE DIEM) CHE LA VITA CI OFFRE, PIUTTOSTO CHE pROIETTARE LE NOSTRE SPERANZE IN UN FUTURO INCERTO.
EMERGE IL TEMA DEL RIFUGIO NEL PRESENTE COME BARRIERA AL FUTURO INCOMBENTE E AL TEMPO CHE SFUGGE VERSO UN DOMANI SCONOSCIUTO.
Non chiedere agli dei il mio e il tuo destino, Leucònoe: non è lecito saperlo,
come indagare un senso fra gli astri di Caldea.
Credimi, è meglio rassegnarsi, se Giove ci concede molti inverni
o l'ultimo sia questo che ora infrange le onde del Tirreno
contro l'argine delle scogliere opposte.
Sii saggia: filtra il vino e per il breve arco della vita
tronca ogni lunga speranza.
Mentre parliamo, con astio
il tempo se n'è già fuggito: cogli l’attimo,
fiduciosa il meno possibile nel domani.
Componimento 37
SI PUO’ FESTEGGIARE PERCHE’ CESARE HA SVENTATO LA GUERRA CHE MINACCIAVA ROMA: BATTAGLIA DI AZIO, 2 SETTEMBRE 31.
CI SONO TRE PASSAGGI CHE SEGNANO L’EVOLUZIONE DEL SENTIMENTO DEL POETA:
• GIOIA SINCERA PER LA CESSAZIONE DELLE OSTILITA’.
• DISPREZZO PER L’AMBIENTE CORROTTO DEI CORTIGIANI E DEI CONSIGLIERI DI CLEOPATRA.
• COMPIACIMENTO NEL RIEVOCARE LA FORZA DI OTTAVINO AUGUSTO ATTRAVERSO IMMAGINI ISPIRATE ALLA CACCIA.
CHIUDE L’ODE L’AMMIRAZIONE SINCERA PER CLEOPATRA CHE, DOPO UN ATTIMO DI SMARRIMENTO, SI MOSTRA DEGNA DELLA SUA ORIGINE REGALE, E DECIDE DI UCCIDERSI: E’ LA TIPICA ESALTAZIONE CLASSICA DEL SUICIDO.
ORA BISOGNA BERE, ORA BISOGNA BATTERE LA TERRA CON DANZA SFRENATA,
ORA E’ (lett.era) IL MOMENTO DI ALLESTIRE IL LETTO SACRO DEGLI DEI
CON I BANCHETTI DEI SALII, O COMPAGNI.
PRIMA D’ORA ERA SACRILEGIO TRARRE FUORI
DALLE CANTINE EREDITATE IL VINO CECUBO,
MENTRE LA REGINA PREPARAVA INSENSATE DISGRAZIE
E IL FUNERALE PER IL CAMPIDOGLIO,
CON IL GREGGE APPESTATO DI UOMINI
RESI SPREGEVOLI DALLA MENOMAZIONE,
INCAPACE DI MODERARSI NELLO SPERARE QUALSIVOGLIA COSA
E UBRIACATA DALLA DOLCE FORTUNA.
MA DIMINUI’ IL FURORE LA SOLA NAVE A MALAPENA SCAMPATA DALLE FIAMME,
E CESARE RICONDUSSE ALLA PAUROSA REALTA’
LA MENTE ANNEBBIATA DAL VINO MAREOTICO,
INCALZANDO CON LA FLOTTA (lett. con i remi) LEI
CHE SI ALLONTANAVA VELOCEMENTE (lett. che volava),
COME UN RAPACE (sott. incalza) LE AGILI COLOMBE
O IL VELOCE CACCIATORE (sott. incalza) LA LEPRE
NEI CAMPI DELLA TESSAGLIA COPERTI DI NEVE,
PER METTERE IN CATENE IL PRODIGIO INVIATO DAL DESTINO.
E LEI CERCANDO DI MORIRE PIU’ NOBILMENTE
NON EBBE PAURA DELLA SPADA COME UNA DONNA
E NON CERCO’ DI RAGGIUNGERE LE TERRE LONTANE (lett. nascoste) CON LA FLOTTA RAPIDA.
OSO’ ANCHE GUARDARE LA REGGIA UMILIATA CON VOLTO SERENO,
E MANEGGIARE, CORAGGIOSA, I SERPENTI INFEROCITI,
PER ASSORBIRE IN TUTTO IL CORPO IL VELENO FUNESTO (lett. nero),
PIU’ FIERA DELLA MORTE SCELTA,
EVIDENTEMENTE NON PERMETTENDO ALLA CRUDELI LIBARNE
NEL TRIONFO SUPERBO DI ESSERE TRASPORTATA LEI,
DONNA NON UMILE, PRIVATA DEL TRONO.

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