Renzo durante la rivolta del pane a Milano

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Testo

Scrivi un testo argomentativo nel quale descrivi il comportamento di Renzo durante la rivolta del pane e fai le tue considerazioni personali.
La sera del 10 Novembre del 1628 Renzo, proveniente da Monza, giunge nel capoluogo lombardo presso porta Venezia. Quella sera Renzo nota dei fatti anomali ad esempio la gentilezza del viandante a cui chiede la strada per il convento di padre Bonaventura, i gabellieri che lo lasciano passare sena fermarlo, le strisce bianche di farina per strada e i pani sparsi qua e là per terra.
Solo dopo Renzo capisce che Milano è afflitta da una carestia causata da circostanze naturali, dalla guerra e dal malgoverno. Il malcontento dei cittadini cresce e così l’11 Novembre 1628 scoppia una rivolta contro il prezzo troppo alto del pane nota come tumulto di San Martino o rivolta del pane.
Quindi Renzo il giorno seguente si imbatte nei tumulti. Dopo aver mangiato un pezzo di pane, Renzo inconsciamente si ritrova nel punto centrale del tumulto. Egli nota una gran falla composta da uomini, donne e bambini, la quale si dirige verso il Duomo, più precisamente davanti al forno delle Grucce. Quando Renzo arriva davanti al forno ormai la folla si è allontanata, così Renzo può notare i danni arrecati al forno. Egli afferma che distruggendo il forno i milanesi non avrebbero più avuto un luogo dove fare il pane, pensa anche che i disordini e la distruzione dei forni non siano il metodo giusto per avere il pane a un prezzo minore e che la gente non si accorge di quello che fa. Successivamente la folla si sposta, Renzo si attarda riflettendo se è il caso di tornare indietro o no; poi, spinto dalla curiosità segue anche lui il flusso di gente, promettendosi di rimanere a debita distanza solo per osservare e non per mettere in pericolo la vita. La massa percorre piazza dei Mercanti fino a piazza Cordusio, lì si trova dinnanzi al forno Cordusio dove vengono accolti da guardie armate a difesa del forno, così la folla si dirige verso la casa del vicario. Appena giunge la notizia nella casa del vicario i servitori si affrettano a sbarrare e a rinforzare le porte, mentre il vicario, al rumore dei primi colpi, cerca scampo in soffitta.
Renzo si caccia deliberatamente nel pieno del tumulto. Nonostante sia convinto della colpevolezza del vicario, non approva la decisione di ucciderlo e si schiera dalla parte di coloro che vogliono evitare tale delitto. Nel frattempo giunge un reparto di soldati spagnoli, che però si ferma ai bordi della folla a causa dell’incertezza del comandante circa la strategia da adottare.
Renzo, inorridito da un’affermazione di un vecchio, interviene invitando alla pietà e cerca di allontanarsi per andare da padre Bonaventura ma viene fermato da un altro movimento di folla: è in arrivo la carrozza del cancelliere Antonio Ferrer, che sostituiva il governatore spagnole, don Gonzalo, impegnato nell’assedio di Casale.
La folla lo acclama pensando che sia venuto per arrestare il vicario, così Renzo aiuta a creare un varco per far passare la carrozza di Ferrer.
Secondo me il Manzoni pone Renzo in una posizione di mezzo cioè tra il popolo e il potere. Infatti Renzo è sempre molto indeciso sulle decisioni da prendere. Aiuta il popolo a protestare contro il prezzo troppo elevato del pane, però nello stesso tempo sta dalla parte del potere forte, facendo passare la carrozza del cancelliere Ferrer. Manzoni mantiene questa posizione distaccata e neutrale per non avere problemi con la censura degli invasori.
Ho notato anche che Renzo non fa mai uso della violenza, infatti quando la folla si scalda più del normale, egli tende sempre ad allontanarsi.

Alessandro Defendi

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