Progetto "frutta snack"

Materie:Tema
Categoria:Italiano

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Testo

Frutta fresca e yogurt: proposta o imposizione?

In questi ultimi anni un problema molto discusso è quello dell’obesità fra i ragazzi, causata, anche, da un’alimentazione poco corretta.
I Ministeri della Salute e della Pubblica Istruzione hanno deciso, quindi, di portare in 80 scuole superiori italiane dei distributori automatici con frutta fresca e yogurt per aiutare gli studenti a “mangiar sano”.
Ma questa soluzione può essere considerata giusta e funzionale?
Tutti i prodotti venduti dai distributori automatici devono essere freschi e di buona qualità, due caratteristiche soddisfatte più facilmente da merendine confezionate che da frutta fresca.
La frutta venduta nei distributori automatici necessiterebbe un continuo rinnovamento e quindi ogni giorno verrebbero sprecati i prodotti non venduti, poiché non essendo più freschi, andrebbero scartati.
Se ciò non avvenisse ne deriverebbe un deterioramento del prodotto a scapito della qualità.
I frutti, inoltre, potrebbero facilmente risultare troppo acerbi o troppo maturi.
Per questo, introducendo frutta fresca nei distributori automatici, sarebbero necessari frequenti controlli dei prodotti, ma ciò implicherebbe costi aggiuntivi che determinerebbero un prezzo esagerato del prodotto.
I costi elevati invoglierebbero gli studenti a portare il cibo da casa, ma questo cibo probabilmente non sarebbe costituito da frutta, ma da ciò che molti adulti chiamano “schifezze”: patatine o altre merendine confezionate.
La proposta dello yogurt, invece, potrebbe essere meglio apprezzata anche se uno yogurt non sazia quanto una merendina: quindi uno studente, dopo averne comprato uno, mangerebbe ancora qualcos’altro.
In conclusione credo che questo non sia il modo per insegnare un nuovo stile di dieta alimentare ai ragazzi.
Resterebbe un’imposizione, e loro, tornando a casa, mangerebbero comunque merendine confezionate.
Il problema del “mangiar sano” andrebbe affrontato in un altro modo, per esempio educando alla salute già i bambini sin dai primi anni di scuola senza imporre uno stile alimentare a un età in cui le abitudini alimentari sono già radicate.

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