la chimera

Materie:Scheda libro
Categoria:Italiano

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Data:14.09.2005
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Testo

SCHEDA LIBRO

TITOLO: La chimera
AUTORE: Sebastiano Vassalli
ANNO E LUOGO DI PUBBLICAZIONE: 1990
CASA EDITRICE: Einaudi

BREVI NOTIZIE SULL’AUTORE: Sebastiano Vassalli è nato a Genova nel 1941. Ha esordito con alcune proposte sperimentali, dopo aver preso parte alle vicende del Gruppo 63. I suoi romanzi più recenti sono: La notte della cometa, L'oro del mondo, La chimera, Marco e Mattio, Il Cigno, 3012, Cuore di pietra, Un infinito numero. Il suo più recente libro presso Einaudi è Dux, ma successivamente ha pubblicato il volume illustrato Il mio Piemonte, edito da Interlinea.
SINTESI DEL CONTENUTO DEL LIBRO: Antonia, orfanella abbandonata nei pressi del convento di S. Michele a Novara, passa l'infanzia tra le suore e numerose funzioni religiose. Come tutte le esposte (abbandonate) del convento, è destinata ad essere "adottata" da un visitatore qualsiasi o al destino di prostituta ma all'età di dieci anni viene scelta dai due coniugi Nidasio, provenienti da Zardino. L'ambientazione nel mondo esterno risulta difficile, l'esposta e' fonte di pettegolezzi delle comari del paese che la invidiano. Antonia cresce intelligente e fin troppo bella in un paese come Zardino. Nel frattempo in città si susseguono importanti avvenimenti: il vescovo Carlo Bescapè viene confinato nella diocesi di Novara perché contrario alla Roma cattolica e corrotta di questi tempi. Uomo dal grande carisma e grandi ideali, il nuovo vescovo rivoluziona la vita dei fedeli e attua subito diverse riforme tra cui quella di ripulire le parrocchie dai quistoni (parroci corrotti). Anche Zardino quindi si ritrova espropriata del suo Don Michele per lasciar spazio all'ambizioso giovane Don Teresio, che abitua i paesani a numerose cerimonie e offerte in denaro. Antonia crescendo si allontana dalla Chiesa e tra le comari del villaggio suscitano molto scalpore i rifiuti alle proposte di matrimonio da parte di Antonia nei confronti di lodevoli paesani. Quando poi Antonia viene ritratta da un pittore nelle vesti della Madonna del Soccorso viene accusata di superbia. Giunta ormai a diciannove anni la ragazza s’innamora di un camminante che riunisce squadre di risaroli e che le fa grandi promesse. Con lui si incontra di notte sul dosso dell'albera, una collina con un castano sotto il quale si narrava si incontrassero le streghe e viene sorpresa più volte dai Fratelli Cristiani che la riportano a casa con la forza. Tutti questi strani comportamenti della ragazza alimentano voci sul suo conto che dicono che partecipi ai sabba e sia quindi una strega.
Inoltre essa aveva stretto amicizia con lo scemo del paese, il quale si era innamorato di lei e era in preda al mal d’amore. Don Teresio decide di denunciare Antonia al tribunale ecclesiastico di Novara e del caso si occupa con grande fervore l'inquisitore Manini, che approfittando dell'assenza del vescovo Bescapè, cerca di ridare importanza al Tribunale. Manini procede a interrogare diversi testimoni che affermano la colpevolezza della strega, mentre gli unici che difendono Antonia sono i due coniugi Nidasio, l'amica Teresina e il camparo Maffiolo. Questa versione viene però scartata, la ragazza viene arrestata e torturata brutalmente per farle confessare le colpe. Antonia viene quindi imprigionata nei sotterranei del tribunale, dove passa l'estate, e successivamente - a condanna avvenuta - passa in una torre dove ritrova una sua compagna esposta.
Infine viene bruciata viva sopra al dosso dell'albera, su una catasta di legni ricavati dal castagno maledetto.
FABULA E INTRECCIO: non coincidono. Frequenti sono i flash back o le anticipazioni, ma soprattutto le pause che introducono nuovi personaggi, esponendo la loro vita, ma che anche descrivono la società del tempo, i modi, gli usi e i costumi.
GENERE LETTERARIO E CORRENTE LETTERARIA: Romanzo storico.
CONTESTUALIZZAZIONE: La vicenda si svolge nell’Italia piemontese tra il 1590 e il 1610. La chiesa era in crisi, era corrotta, falsa, ricca e avida di denaro; è il periodo dell’inquisizione, dei roghi e delle streghe. E’ il tempo della dominazione spagnola e sono citati illustri personaggi del tempo: Carlo Borromeo, Clemente V il papa, Filippo II di Spagna.
TIPO DI NARRAZIONE: narratore esterno e onnisciente.
RAPPORTO TRA IL TEMPO DEGLI AVVENIMENTI E IL TEMPO DELLA NARRAZIONE: ovviamente il tempo degli avvenimenti e quello della narrazione non coincidono. La storia copre un arco temporale di vent’anni, dal 1590 al 1610, anno della morte di Antonia. Ma spesso l’autore si abbandona a digressioni e racconti sulla società del tempo e sui vari personaggi, realmente esistiti.
RIFERIMENTI AI LUOGHI: la vicenda si svolge nella bassa novarese, a Zardino, un paesino che l’autore colloca attualmente vicino all’autostrada Voltri – Sempione. Inoltre la città di Novara è teatro del processo ad Antonia e più volte si cita Milano.
PERSONAGGI PRINCIPALI E SECONDARI: Antonia; coniugi Nidasio, il Maffiolo, Don Teresio, Biagio, Teresina Luisa e Anna Chiara, il Vescovo Bascapè, inquisitore Manini, Tosetto il camminante, il boia.
CARATTERIZZAZIONE DEI PERSONAGGI PRINCIPALI:
Antonia: giovane ragazza, cresciuta molto in fretta. Figlia di nessuno, bellissima per essere un esposta, a causa della sua bellezza e intelligenza si attira gli odi delle comari di Zardino. Il suo rapporto con la chiesa cambia durante la narrazione: se prima Antonia, cresciuta in un convento, è pia e religiosa, cresciuta si rende conto della corruzione del sistema ecclesiastico a quel tempo, di cui purtoppo cade vittima.
Coniugi Nidasio: a causa dei loro possedimenti si inimicano la povera gente pettegola di Zardino, che è pronta a puntare il dito contro Antonia alla prima occasione. Persone ottime, per bene, generosamente adottano Antonia e la trattano come se fosse loro figlia naturale, amandola e volendole bene.
Don Teresio: giovane prete, cresciuto con idee rivoluzionarie, vuole cambiare la Chiesa, credendo, solo, di riuscire a farlo. Al suo arrivo impone agli abitanti di Zardino messe e offerte esagerate, per speculare sulla povera gente sfruttando il suo potere di sacerdote. Convinto di purificare il paese ma soprattutto di guadagnare, denuncia Antonia senza motivo.
Vescovo Bascapè: personaggio particolare, è un ecclesiastico stanco ormai e rassegnato alla vita da vescovo in una cittadina come Novara, dopo che aveva operato in una metropoli come Roma. Forse è uno dei pochi ecclesiasti del tempo che ci appare non corrotto e ancora di sani valori.
Inquisitore Manini: spinto dalle ire verso Bascapè e dalla volontà di far apparire il suo operato grandioso, organizza il processo contro Antonia per guadagnare fama e successo. Ulteriore conferma della corruzione della chiesa del 1600.
Il boia: personaggio umano, pur considerando il suo tristissimo e orrendo lavoro: ammazzare le persone. La sua umanità si rivela quando aiuta Antonia evitandole almeno il dolore fisico quando viene arsa sul rogo.
Tosetto: simbolo della povertà e della società del tempo è il camminante, che per guadagnarsi da vivere fa di tutto, anche l’illecito. Inganna Antonia, la prende in giro, sfruttando la sua ingenuità di ragazzina al primo amore.
OSSERVAZIONI LINGUISTICHE: Il registro linguistico nel corso del romanzo cambia spesso e in modo molto sensibile : numerose sono le citazioni latine che riguardano la sfera ecclesiatica (preghiere e litanie ), giuridica (stralci dei documenti del processo) e letteraria ( citazione di una frase delle Satire e di poesie di Luigi Caroelli).Ad esse si contrappone la trivialità del linguaggio del popolo ( coglione ,puttana, porco ), le espressioni dialettali (pitur,conzarsi, ) e i proverbi ( fare la pula, l’ om, l’ asan e ‘l pulon in i puse cujon ,cavare il latte dal toro ).Sono inoltre presenti vocaboli in lingua tedesca ( lebe vol , essen …) e spagnola ( mira, cura ! Nacio tu hermano ).
SINTASSI: i periodi sono lunghi e articolati, le descrizioni accurate e la sintassi comunque fluisce.
STILE: lo stile è carico di celebratività, è cerimonioso, solenne, quasi a voler sottolineare l’importanza di un gesto tanto crudele e ingiusto. Si adatta quindi alla narrazione, dando importanza a fatti che non possono essere dimenticati, ma che vale la pena ricordare e sui quali riflettere.
INTERTESTUALITA’: Numerose sono le citazioni di altri testi :
• la Summa theologica di San Tommaso :(la verità sta nell’ intelletto di Dio principalmente e propriamente , mentre nell’ intelletto dell’ uomo risiede,sì, ma soltanto riflessa ; nelle cose se c’ è , c’ è di riflesso, e sempre impropriamente );
• le Epistole di San Paolo ( Vorrei ora vedete in modo confuso e deformato, attraverso lo specchi delle cose materiali .Soltanto dopo la resurrezione vivrete nella luce) ;
• Libro dei Proverbi ( Exaltatio oculorum est lucerna impiorum peccatorum ) ;
• Satire di Giovenale (rara est adeo concordia formae atque pudicitiae
EXTRATESTO: Vassalli ha pubblicato un libro intitolato : Il mio Piemonte; che nella Chimera è teatro delle vicende di Antonia.
DIBATTITO CRITICO: “CHIMERA”: (dal latino e questo dal greco khimaira →capra) s.f. 1 Mitolog. Mostro della mitologia greco-latina, rappresentato con caratteristiche fisiche di leone, capra e drago. /fig. illusione, utopia, fantasticheria. 2 Biol. Essere vegetale o animale, frutto di un incrocio di specie diverse. 3 Specie di pesce. (Nuovissimo Dardano, Curcio)
Così Vassalli intitola il suo libro: LA CHIMERA. Si riferisce alla povera Antonia, considerata un mostro da tutti, senza aver fatto nulla, anzi sì, avendo commesso il reato di essere troppo bella per essere figlia di nessuno. E così, fin dal 1600 come ai giorni nostri, l’invidia porta alla cattiveria delle persone, arrivando fino ad uccidere Antonia. E perciò Vassalli titola la premessa e la conclusione al libro con “IL NULLA”: perché secondo lui nel presente non c’è nulla che valga la pena raccontare, nulla che abbia lo stesso valore della vicenda di Antonia, fatti come questi non possono essere tralasciati, ma devono essere ricordati, per rifletterci su, per trarre delle conclusioni e fare bagaglio degli errori commessi in modo da non ripeterli mai più. L’oblio non deve celare tali avvenimenti, ma al pari dei campi di sterminio deve essere ricordato che anche la Chiesa del 1600 ha le sue responsabilità: vedendosi corrotta e capendo che la fede andava scemando, e così anche la possibilità di plagiare le masse ed estorcere loro denaro, intraprendeva processi contro donne sospettate per chissà quali sottigliezze, in modo da riprendere il controllo della situazione e far vedere il suo pugno di ferro.
Attualmente al telegiornale si sente parlare moltissimo delle sette sataniche: giovani drogati che si ritrovano e credono nel Diavolo, hanno incontri con esso e per lui sacrificano delle vittime, uccidendo i loro stessi compagni. Ragazzi della mia età, poco più che maggiorenni, dopo questi incontri, tornavano nelle loro case con morsi e segni sul corpo, lividi. Forse si picchiavano gli uni con gli altri, nei loro incontri con il diavolo. Ma molti sono morti ora e non possono testimoniare tali eventi: sacrificati come vittime sugli altari per il loro dio. Subito leggendo il libro, mi sono tornati in mente questi avvenimenti e io proprio devo concludere che non riesco a capirne il senso.
GIUDIZIO PERSONALE: Il libro di Vassalli a me è molto piaciuto. La storia di questa figlia di nessuno che, appena nata, era considerata un mostro per i gusti dell’epoca, poi crescendo fiorisce e diventa splendida ed è lo stesso punita per la sua eccessiva bellezza mi ha appassionato. Ho condannato la Chiesa leggendo questi libri, io che sono Cristiana Cattolica. Il comportamento del clero è stato davvero imperdonabile, e quasi sicuramente, anche se un tempo non c’era lo sviluppo odierno, la scienza etc., sono convinta che esisteva la consapevolezza dell’inesistenza del diavolo e dei sabba, o per lo meno si sapeva che quelle che si uccidevano non erano vere streghe.
Ma ogni età ha la sua macchia: nel 600 l’inquisizione, nel 900 i campi di sterminio, nel 2000 il terrorismo. Ma, quando, gli uomini impareranno a vivere in pace gli uni con gli altri? Speriamo che la lettura di un testo come questo possa fare da esempio. Facciamo tesoro dei nostri errori, così che in un futuro, voltandoci indietro, potremmo essere fieri di noi e non vergognarci, così come ho fatto io della mia Chiesa.

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