Danilo Dolci

Materie:Altro
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Testo

DANILO DOLCI…
Danilo Dolci nasce a Sesana il 28 Giugno 1924. in famiglia riceve l’influenza di diverse culture che condizionano la sua formazione. Ciò può sembrare un pensiero quasi scontato , ma sarà proprio da qui che avranno inizio le sue opere umanitarie. Anche la seconda guerra mondiale contribuisce alla formazione del pensiero di Danilo Dolci. Egli infatti , iniziando a convivere con la prepotenza e la violenza del nazifascismo, lotta contro di esse con tenacia, patendo la fama e la povertà. Il carattere deciso e fiducioso lo metterà a dura prova, anche perché più volte sarà arrestato subendo varie accuse. L’obbiettivo principale che si era prefissato era l’educazione alla on violenza; fase fondamentale che lo influenzò sulle scelte future. Nel 1952 in Sicilia, nel paese di Tappeto , rimase colpito da una realtà di miseria e di degrado, infatti non vi erano fogne, strutture igienico-sanitarie, scuole, spazi di ritrovo per bambini e ragazzi ecc.., ma ciò che lo colpì maggiormente fu vedere morire di fame un bambino. Così penso che bisognava agire attivamente e iniziò a fare lo sciopero della fame. Inizialmente intorno a lui si ritrovarono in pochi, ma successivamente lavorando e mettendo al corrente tutti di ciò che accadeva, lo seguirono più di duecento persone formate non da una classe d’èlite , ma da gente comune come pescatori, contadini, ecc… Il voler conoscere i disagi che affliggevano la Sicilia occidentale, lo portò a notare che la popolazione non riusciva ad esprimere le proprie opinioni, il proprio pensiero, in quanto non era in grado di farlo sia per il tasso alto di analfabetismo, sia per la paura della macchina mafiosa. Allora pensò che bisognava attivarsi partendo da una rivoluzione radicale che riguardasse il popolo, prima ancora dei politici. La gente doveva essere informata di ciò che accadeva e doveva essere libera di condividere o meno qualsiasi pensiero.. radunando diverse persone iniziò gli scioperi pacifici , i quali mettevano le autorità davanti alla realtà di cui , finalmente, il popolo poteva parlare a voce alta. Di anno in annno le proteste le proteste si fecero sempre più frequenti, costringendo il governo ad attivarsi. Egli iniziò anche a scrivere libri dove descriveva ciò che stava vivendo, proponendo soluzioni non teoriche, ma pratiche. Tutto ciò arrivo a Mosca, dove ricevette il premio Lenin e all’università di Berna, dove ebbe la laurea Honoris Causa in pedagogia. Tramite la sua diretta esperienza Danilo nota che il far venire fuori i pensieri di ogni individuo lo porta ad avere i risultati sperati e perciò inizia a dedicarsi alla metodologia: la maieutica, elaborata da Socrate e ripresa da Danilo per attuarla nello sviluppo dell’individuo. Egli sostiene che un bambino deve essere spontaneo nell’esprimersi, ma nello stesso tempo deve essere aiutato da un maestro . ciò non era possibile attuarlo in quanto pensava che le scuole fossero violente. Bisogna precisare che Danilo non intendeva una violenza fisica, ma psichica, basata sull’autorità dell’insegnante. Come porta-bandiera di questi ideali Danilo continua a sottolineare la validità dei diritti umani , spesso defraudati; i quali possono essere molto affermati grazie alla libera comunicazione che spesso viene ostacolata dale condizioni in cui è immersa la ogni società.

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