Caronte e Catone

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CONFRONTO TRA CARONTE E CATONE

Durante il suo viaggio Dante incontra due personaggi particolarmente significativi, l’uno guardiano dell’inferno, l’altro custode del purgatorio.
I due personaggi si differenziano fin dal loro ingresso: Caronte (canto III vv.70-136)infatti entra sulla scena in maniera irruenta e inattesa, colto mentre traghetta i morti ,mentre Catone viene colto solo come per indicare la sua nobiltà d’animo, Caronte viene descritto subito dopo il suo ingresso; egli presenta capelli e barba bianca che rappresentano la carica degli anni e gli occhi come fiamme.
Alle sue caratteristiche fisiche demoniache si unisce anche una gestualità minacciosa e invettive gridate.
Catone invece viene descritto solo in seguito; Dante infatti mette dapprima in risalto il suo rispetto per il personaggio, paragonabile a quello di un figlio nei confronti del padre. Solo successivamente affronta la descrizione fisica ;egli viene rappresentato con una barba lunga e brizzolata come i capelli che cadevano in due ciocche sul petto
Attorno al volto del guardiano del purgatorio risplendeva la luce delle quattro stelle rappresentanti le quattro virtù cardinali, con evidente significazione simbolica di uomo dalle salde virtù.
Le immagini che ci vengono presentate sottolineano oltre alle caratteristiche fisiche dei due personaggi anche le qualità morali:
Caronte è un personaggio sinistro, che incute timore e oscuro come il paesaggio che lo circonda; egli costituisce dunque una personificazione del demonio.
Catone invece presenta un aspetto severo, austero e composto e rappresenta l’uomo nella sua vicenda eterna, portatore di libertà morale.
E’ evidente dunque il contrasto tra l’immagine rude del nocchiero infernale da quella solenne del custode del purgatorio.
Importante risulta poi il loro dialogo con Dante e Virgilio:
Al cospetto del guardiano dell’inferno, Dante non proferisce parola, lasciando alla sua guida il compito di rispondere alle sue invettive.
Catone invece si rivolge ai due viaggiatori in modo garbato ma con una certa severità per il consueto equivoco di scambiarli per dannati. Virgilio però che nei confronti di analoghe osservazioni da parte di Caronte aveva dimostrato notevole carattere e fermezza, sembra sentirsi a disagio, colto quasi alla sprovvista e prima di iniziare il suo resoconto fa inginocchiare Dante e gli fa abbassare gli occhi in segno di umiltà e di sottomissione, riprendendo quel motivo di mansuetudine che attraversa tutto il canto.
Il netto contrasto tra il guardiano dell’inferno e il custode del purgatorio è dunque messo in luce oltre che dalla descrizione dei due personaggi, dal paesaggio, dagli elementi che li circondano e dal lessico nonché dalla forma utilizzata.

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