Stati Uniti

Materie:Appunti
Categoria:Geografia

Voto:

2 (2)
Download:296
Data:15.10.2001
Numero di pagine:10
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
stati-uniti_8.zip (Dimensione: 1009.49 Kb)
trucheck.it_stati-uniti.doc     1045.5 Kb
readme.txt     59 Bytes


Testo

Aspetti geografici
TRE GRANDI REGIONI FISICHE
Gli Stati Uniti, che occupano una superficie di 9.372.000 kmq, sono il quarto Paese del mondo per estensione, dopo la Russia, il Canada e la Cina.
Il territorio statunitense può essere suddiviso in tre grandi regioni fisiche: la fascia costiera atlantica, le pianure interne e le Montagne Rocciose.
La fascia orientale, costruita dalla pianura costiera atlantica, si presenta profondamente incisa a nord e si allarga verso sud dove si protende la Florida, una penisola totalmente pianeggiante, con ampie coste sabbiose.
Alle spalle della regione si elevano i Monti Appalachi, montagne di antichissima origine dalle cime arrotondate, che si estendono per circa 2.200 km, dalla foce del San Lorenzo all’Alabama.
La parte centrale degli Stati Uniti, che si estende dalla regione dei Grandi Laghi fino al Golfo del Messico, è occupata dalle pianure interne, le Interior Plains, divise in due sezioni: la grande pianura alluvionale del Mississippi e dei suoi affluenti, che orla il Golfo del Messico con coste paludose, e le grandi pianure vere e proprie, le Great Plains, vasti ripiani che si elevano dai 700 ai 1.200 m, regno della sconfinata prateria, oggi intensamente coltivate a cereali.
La terza regione statunitense è costituita dalla fascia occidentale, il West, occupata in gran parte dall’imponente sistema delle Montagne Rocciose, che si allungano per oltre 4.500 km dal Canada al Messico. Si tratta di un insieme di catene montuose, spesso superiori ai 4.000 m, tra le quali si allarga l’Altopiano del Colorado.
Ad occidente le Montagne Rocciose digradano fino ad una serie di altopiani aridi e stepposi che formano tre unità ben distinte: a nord un altopiano inciso in profondissimi canyon dal fiume Columbia; al centro il Grande Bacino, un’ampia regione desertica; a sud-est l’Altopiano del Colorado, un tavolato uniforme, solcato da canyon, il più noto dei quali è il Grand Canyon, lungo circa 250 km e profondo fino a 1.800 m.
Ad occidente gli altopiani sono orlati da fasce montuose: la Catena delle Cascate e la Sierra Nevada, che si innalza oltre i 4.000 m con il Monte Whitney (4.418 m) e la Catena Costiera, che invece raggiunge appena 2.500 m di altezza.
Fa parte di questa terza regione montuosa anche l’Alaska, che il Canada separa dal territorio statunitense; nella principale catena montuosa, l’Alaska Range, si eleva la massima vetta degli Stati Uniti, il Monte Mc Kinley (6.194 m).
IL MISSISSIPPI E I GRANDI LAGHI
Gli Stati Uniti sono divisi dalle Montagne Rocciose in due principali bacini idrografici: quello che ha sfocio nell’Oceano Atlantico e nel Golfo del Messico, e quello che, invece, sfocia nell’Oceano Pacifico.
Il primo, il più vasto, è costituito principalmente dal Mississippi che, con il suo affluente Missouri, occupa un bacino di 3.340.000 kmq e si snoda per 6.418 km, secondo per lunghezza nel mondo. Il fiume, prima di sfociare nel Golfo del Messico con un ampio delta, riceve le acque di numerosi affluenti, tra cui l’Arkansas, l’Illinois e l’Ohio, assieme ai quali forma una rete navigabile di ben 19.000 km. Sono tributari dell’Atlantico anche l’Hudson, il Delaware e il Potomac.
Nel versante Pacifico sfociano numerosi fiumi, tra cui il Columbia e il Colorado; quest’ultimo ha scavato con le sue acque il celebre Grand Canyon.
Appartengono anche agli Stati Uniti (oltre che al Canada) i Grandi Laghi laurenziani, Superiore, Michigan, Huron, Erie e Ontario che, con la loro superficie complessiva di 250.000 kmq, quasi quanto l’Italia, formano la più vasta distesa di acqua dolce del mondo. Ad ovest ai margini del Grande Bacino, si estende il Gran Lago Salato, residuo di un antichissimo mare interno.
IL CLIMA
Gli Stati Uniti, data la loro latitudine, si estendono in gran parte nella fascia climatica temperata; tuttavia, al loro interno, si registrano differenze climatiche anche notevoli, sia per la vastità del territorio, sia per l’influenza di differenti fattori climatici. Tra questi ricordiamo l’influsso delle acque oceaniche e delle correnti calde e fredde, la presenza dell’elevata barriera delle Montagne Rocciose con la loro disposizione nord-sud.
La fascia orientale, soggetta agli influssi atlantici, ha un clima marittimo abbastanza piovoso e con temperature moderate. Naturalmente le temperature variano sensibilmente tra la sezione più settentrionale caratterizzata da inverni rigidi, e la Florida, dove il clima è subtropicale con temperature invernali attorno ai 20°C.
Le pianure interne sono soggette ad un clima continentale, con precipitazioni sempre più scarse man mano che si procede verso ovest e con forti escursioni termiche.
Anche la regione occidentale è caratterizzata da una grande varietà climatica: si passa dal clima alpino delle montagne più elevate al clima desertico dei bacini interni, al clima mediterraneo della fascia costiera californiana.
Aspetti storici
Dopo la scoperta del Continente Nuovo gli Europei iniziarono a fondare, nel corso del ‘500, le prime colonie sulla costa atlantica. Ben presto fra tutti prevalsero i coloni inglesi: alla fine del XVII secolo, dopo aspre lotte sostenute contro gli Indiani e gli altri coloni europei, gli Inglesi dominavano su tutta la fascia costiera dove si erano via via formate 13 colonie alle dipendenze della corona Britannica. Queste, sotto la guida di George Washington e dopo una lunga guerra che si concluse nel 1783, ottennero l’indipendenza e promulgarono la Costituzione di Stati repubblicani. Nel corso dell’800 il numero degli Stati aumentò fino a diventare 50 con l’acquisto dell’Alaska dalla Russia nel 1867 e l’annessione delle isole Hawaii nel 1898.
Intanto, durante il secolo XIX, i coloni americani avanzarono sempre più verso Ovest conquistando con la forza le terre abitate dai Pellerossa che, alla fine delle cosiddette “guerre indiane”, furono costretti a sottomettersi ai bianchi e a rifugiarsi nelle riserve. Con la definitiva conquista del West ebbe un forte impulso lo sviluppo industriale degli Stati Uniti, che alla fine del secolo diventarono la maggiore potenza industriale del mondo.
La potenza economica e politica degli USA si è notevolmente rafforzata nel nostro secolo, tanto che, dopo il 1945, con la fine degli imperi coloniali europei, essi sono diventati la maggiore potenza economica e politica del mondo.
IL “MELTING POT”
Il primo popolamento delle terre statunitensi avvenne, come si è detto, nei secoli XVII e XVIII da parte dei coloni europei provenienti soprattutto dalle isole britanniche; in questo stesso periodo, inoltre, furono deportati nelle piantagioni del sud milioni di schiavi africani strappati dalle loro terre.
La successiva grande ondata migratoria si è verificata nella seconda metà del secolo XIX, quando giunsero in America milioni di immigrati europei provenienti non solo dalla Gran Bretagna, ma anche dall’Italia, dalla Germania, dai Paesi nordici e da quelli slavi.
La terza grande ondata migratoria, infine, si è verificata nel secondo dopoguerra; prima Europei e Canadesi, poi, a partire dagli anni ’60, Ispanici provenienti in gran parte dal Messico e dall’America Centrale, e Asiatici.
Si è così formato quel complesso crogiolo di popoli e razze, chiamato dagli Americani “melting pot”, all’interno del quale la popolazione bianca è diminuita proporzionalmente di numero. Agli inizi del secolo i bianchi erano quasi il 90% della popolazione statunitense, e i neri il 10%; nel 1990 i bianchi erano l’81% (di cui un quarto è costituito da Ispanici), i neri circa il 12% e gli Asiatici il 3% della popolazione.
La mescolanza di popoli e razze, se rappresenta una ricchezza di culture per gli Stati Uniti, è anche causa di tensioni e conflitti a volte esplosi in modo violento. I contrasti maggiori si sono avuti tra la popolazione bianca e quella nera che è stata vittima, soprattutto nelle regioni del Sud, di una discriminazione razziale anche violenta.
Un’altra comunità che ha dovuto lottare per sopravvivere e per integrarsi nella civiltà bianca è stata quella degli Indiani; quelli che non sono riusciti a integrarsi vivono nelle riserve, dove le condizioni di vita sono difficili a causa della diffusa disoccupazione (circa il 40% della popolazione) e dell’alcolismo.
LA POPOLAZIONE
Gli Stati Uniti hanno una superficie di 9.372.614 kmq e una popolazione di circa 250 milioni di abitanti con una densità di 26 ab/kmq e forti squilibri demografici tra zone urbane, dove si addensano decine di milioni di abitanti, e zone desertiche.

Inizialmente sono sorte sulla costa atlantica, poi lungo le grandi ferrovie transcontinentali, infine, con la diffusione della rete stradale su tutto il territorio.
Negli Stati Uniti ci sono almeno venti città che, con le loro aree metropolitane, hanno oltre 2 milioni di abitanti.
La maggiore concentrazione urbana degli USA e del mondo è la cosiddetta megalopoli atlantica, cioè l’insieme delle metropoli e delle città di media grandezza che si estende per circa 600 km da Boston a Washington e nelle quali vivono circa 40 milioni di persone.
La seconda grande regione urbana degli USA è quella posta attorno ai Grandi Laghi, dove troviamo concentrate numerose metropoli industriali: fra queste Chicago, Detroit, San Diego, Sacramento, Los Angeles, San Francisco.
Aspetti economici
Gli Stati Uniti sono uno Stato relativamente giovane che è riuscito, in appena due secoli, a diventare la massima potenza economica del mondo grazie ad un insieme di condizioni naturali e storiche assai favorevoli. Innanzitutto la disponibilità di vasti spazi naturali, in gran parte costituiti da terreni fertili, che sono stati sfruttati intensivamente dall’agricoltura e dall’allevamento sin dal secolo scorso; anche la presenza di giacimenti minerali, in particolare di petrolio (secondo posto nel mondo), carbone, ferro, rame, piombo, zinco, mercurio, uranio, oro e argento, minerali per i quali gli Stati Uniti si trovano tra i primi cinque produttori mondiali.
A questi fattori naturali bisogna aggiungere anche alcuni importanti fattori storici, primo fra tutti l’immigrazione di decine di milioni di individui, soprattutto giovani, animati dal desiderio di lavorare, di fare fortuna, di arricchirsi. Questo spirito individualistico, aggiunto all’accumulo di ingenti capitali in seguito allo sfruttamento delle risorse naturali, ha fatto degli Stati Uniti la patria dell’economia capitalista nei suoi aspetti più peculiari: sviluppo di una produzione di massa alimentata dalla cosiddetta civiltà dei consumi; intensa meccanizzazione dell’agricoltura; continua innovazione tecnologica di ogni settore produttivo; espansione continua delle attività terziarie, che occupano il 68% della popolazione attiva; creazione di mercati internazionali sempre più vasti; formazione di gigantesche multinazionali presenti in ogni continente.
LE REGIONI ECONOMICHE
Se escludiamo l’Alaska e le Hawaii, possiamo raggruppare gli Stati Uniti in quattro grandi regioni economiche: il Nord-Est, il Sud, il Midwest e il West.
Il Nord-Est comprende gli Stati settentrionali e orientali, posti tra la regione dei laghi e la costa atlantica. Questa regione, che è stata la prima ad essere abitata dagli immigrati europei, corrisponde oggi alla parte più densamente popolata e urbanizzata della Confederazione. Il Nord-Est è stata anche la prima regione industriale degli USA nella quale già nel secolo scorso si sono sviluppate grandi industrie di base, grazie allo sfruttamento degli enormi giacimenti di ferro e carbone presenti.
Ancora oggi la fascia che si estende da New York a Chicago costituisce il “Manufacturing Belt”, il cuore dell’industria americana, con il 55% degli addetti in questo settore.
Le industrie di base sono affiancate dalle modernissime industrie ad alta tecnologia (elettronica, aeronautica, strumenti di precisione, ecc.). Contemporaneamente si sono sviluppate le attività terziarie legate ai maggiori centri commerciali, finanziari e culturali del Paese.
Il Midwest corrisponde alla parte centrale degli Stati Uniti, occupata dalle grandi pianure oggi profondamente trasformate dall’agricoltura meccanizzata. Questa regione produce enormi quantità di cereali, tanto da essere denominata orgogliosamente dagli Americani “il cestino del pane del mondo”; è infatti da queste terre che gli Stati Uniti ricavano il 40% della produzione mondiale di mais e il 10% di quella di grano. I cereali sono coltivati in regioni specializzate a monocolture chiamate belts, cioè “fasce”; la fascia posta ai confini con il Canada produce soprattutto grano a maturazione invernale.
Il “vecchio Sud” comprende tutti gli Stati posti a sud del 38° parallelo, dal Texas a ovest alla Florida ad est. Questa regione, che si estende intorno al corso inferiore del Mississippi, nel secolo scorso si caratterizzava per la presenza di grandi piantagioni, prevalentemente di cotone, in cui il lavoro veniva svolto da schiavi, esclusivamente neri.
Dagli anni ’30 in poi si è verificata una radicale rivoluzione agricola che ha portato alla nascita di moderne aziende capitalistiche, specializzate nella produzione di soia, riso e arachidi, mentre le colture tradizionali (cotone, canna da zucchero e tabacco) si sono concentrate in alcune aree particolarmente idonee. Anche l’allevamento bovino e suino ha avuto un forte incremento, grazie all’introduzione di razze specializzate nella produzione di carne o di latte.
Un altro fondamentale contributo allo sviluppo economico del Paese è stato offerto dallo sfruttamento degli enormi giacimenti petroliferi del Texas, dell’Oklahoma e della Louisiana: nelle città costiere del Golfo del Messico e nel Texas si è diffusa l’industria petrolchimica, mentre negli Stati della Georgia e delle due Caroline si è sviluppata l’industria tessile. Molto importante è anche la zona industriale attorno alla capitale della Georgia, Atlanta, con le sue numerose aziende, tra le quali emerge la multinazionale della Coca-Cola.
Il turismo, sia interno che internazionale, ha avuto un grande sviluppo, soprattutto in Florida. Molti sono gli Americani che trascorrono alcuni mesi, specialmente durante l’inverno, in questa zona dal clima tropicale, e milioni sono i turisti che affluiscono nelle città e sulle spiagge della Florida da ogni parte del mondo.
Il leggendario West, che si estende oltre il 100° meridiano, comprende le Montagne Rocciose e la fascia costiera sul Pacifico.
Nelle Montagne Rocciose e nei bacini del Sud-Ovest, grazie alla presenza di ingenti giacimenti minerali, sono molto sviluppate le attività estrattive; anche quelle legate al turismo sono particolarmente fiorenti: i vasti parchi naturali, le stazioni sciistiche e le grandi riserve indiane attirano ogni anno milioni di turisti.
In questa regione arida è diffuso, inoltre, l’allevamento di ovini e bovini, ma sono sorte anche floride “oasi” agricole, come la Imperial Valley, irrigate con l’acqua proveniente dai bacini creati con lo sbarramento del Colorado e di altri fiumi. La regione costiera del West, formata dagli Stati di Washington, dell’Oregon e della California, è occupata in gran parte da montagne ricche di foreste, mentre la parte meridionale che gode di condizioni climatiche migliori, è diventata una zona agricola specializzata nella coltivazione di prodotti mediterranei: agrumi, per la cui produzione gli USA sono al secondo posto nel mondo, viti e ortaggi. Sia la California, sia, in tempi più recenti, l’Oregon e lo Stato di Washington hanno registrato un rapido sviluppo di attività industriali tecnologicamente innovative come l’industria elettronica, sviluppata nella cosiddetta Sylicon Valley a sud di San Francisco, e l’industria aerospaziale. Infine, Los Angeles è il cuore dell’industria cinematografica, sede dei famosi stabilimenti di Hollywood.
Oltre alle attività tradizionali della caccia agli animali da pelliccia e della pesca, in Alaska si è sviluppato lo sfruttamento del petrolio: le riserve del giacimento di Prudhoe Bay sarebbero pari a quelle di tutti i giacimenti degli Stati Uniti.
Nelle Hawaii, il 50° Stato della federazione, intenso è soprattutto il turismo favorito dal clima dolcissimo e dalle splendide spiagge delle isole.

Esempio