Scheda sull'Iraq

Materie:Appunti
Categoria:Geografia

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Testo

IRAQ

CAPITALE: BAGHDAD POPOLAZIONE: 23.600.000(nel 2001) SUPERFICIE: 434.128 (kmq) DENSITA’ 54(ab./kmq)

ELEMENTI GEOGRAFICI, CLIMA E AMBIENTI: Confina a E con l’Iran, a N con la Turchia, a O con la Siria e la Giordania, a S con l’Arabia Saudita e il Kuwait e, per un breve tratto, si affaccia al Golfo Persico. Le frontiere con gli stati confinanti (Turchia, Iran, Kuwait, Arabia Saudita, Giordania, Siria) delimitano, in complesso, una regione bene individuata, che corrisponde a una zona depressa in cui scorrono Tigri ed Eufrate, limitata a S dal Golfo Persico e a E e a N da rilievi. Solo a O il confine и incerto, attraversando il deserto siriano. Il territorio nord-orientale и occupato da alcune diramazioni della catena montuosa dei monti Zagros (regioni di Mossul con la catena del Sinjar, Kurdistan), profondamente intagliate dai fiumi che scendono al Tigri (Khabur, Gran Zab). La loro altezza supera in piщ luoghi i 3000 m e il paese ha in genere forme aspre, per cui il transito con le regioni confinanti turca e iranica si svolge solo per alcuni passi elevati. Ma questa fascia di montagne, data la prevalenza dei calcari, funziona come serbatoio idrico rispetto alle pianure adiacenti. Il resto del paese и piatto, ma in diverse regioni si puт meglio descrivere come ondulato: per esempio, nella Giazira, una zona di steppa alofila, sui cui margini i fiumi scorrono incassati. Sempre nel settore occidentale e sud-occidentale, il territorio iracheno comprende parte del deserto siriano-arabico. Questa zona, denominata al-Widyan, и solcata da numerosi e brevi corsi d’acqua, attivi solo durante brevi periodi di pioggia e completamente asciutti per la maggior parte dell’anno. In prossimitа del luogo dove Tigri ed Eufrate si accostano, le ondulazioni scompaiono e si deprimono lasciando il posto a piatte strisce di steppa o di deserto. Poco per volta, il piano arido, nudo, senza alberi, si anima per l’apparire e l’affollarsi dei palmizi (irrigazioni) che conferiscono un aspetto particolare al paesaggio. Tra il deserto - dove il confine con gli stati vicini и puramente convenzionale - e la zona ai piedi dei monti Zagros, situata sul confine orientale, giace la vasta pianura costruita dai due fiumi in etа storica. Qui le loro alluvioni e quelle dei loro confluenti hanno isolato a poco a poco tutta una serie di specchi d’acqua lacustri di cui uno tra i piщ estesi, in prossimitа del Golfo Persico, dove sorge la cittа di Bassora, и il Khawr al-Hammar. In questa regione le condizioni piщ favorevoli all’insediamento si trovano in prossimitа dei fiumi, dove difatti sono dislocati i principali centri abitati. Inoltre in tali zone l’irrigazione, fatto decisivo, ora e in passato, nella vita di questa regione, и stata ed и oggi piщ agevole. Caratteristica piщ evidente del clima dominante nella pianura и la forte continentalitа. La temperatura media annua di Baghdad и di 22,4 °C, con scarti da 35,5 °C in luglio a 10,4 °C in gennaio. Queste condizioni si mantengono nel resto del paese, eccetto che nelle fasce montuose settentrionali dove l’altitudine mitiga gli eccessi della stagione estiva e l’abbondante piovositа dei mesi invernali ricorda il clima mediterraneo. Per contro, le influenze dei vicini deserti arabico e siriano si spingono, da O verso E, fin sopra la bassa regione del delta. Anzi qui la maggiore umiditа relativa dell’aria rende meno sopportabili i calori estivi, specialmente la notte. Le piogge si manifestano da novembre ad aprile ma non superano in complesso i 300 millimetri annui. A causa di questa scarsa piovositа nel territorio iracheno le piene dei fiumi hanno sempre ricoperto un ruolo determinante nel consentire condizioni di vita accettabili. Date le condizioni climatiche, la flora risulta molto povera e la vegetazione arborea и limitata alle rive dei fiumi e dei canali nella zona del basso delta; nel resto del territorio prevalgono le steppe di graminacee. ORDINAMENTO DELLO STATO E POPOLAZIONE:
Dopo gli eventi relativi all’attuale conflitto и crollato il regime dittatoriale retto da Saddam Hussein. Il nuovo governo iracheno и ancora in via di definizione, essendo il territorio tuttora occupato dalle truppe angloamericane. Attualmente и stato creato un governatorato americano affidato all’ex generale statunitense Garner. Le vicende del popolamento iniziarono in Iraq in epoca antichissima, legate allo sfruttamento delle fertili terre della Mesopotamia comprese fra il Tigri e l’Eufrate: infatti, grazie all’umiditа del suolo, qui esistevano condizioni favorevoli alla diffusione e all’incremento delle culture cerealicole. Questo favorм la nascita dei primi insediamenti stabili, collocati fra il quarto e il terzo millennio a. C. e attribuiti agli Accadi e ai Sumeri. Attorno al secondo millennio a. C., a N della prima zona di insediamento, nacque la cittа di Babilonia e, nei pressi del confine settentrionale dell’attuale territorio iracheno, Ninive, a opera degli Assiri. Gli Arabi prediligevano invece le regioni mesopotamiche meridionali e, nell’ottavo secolo d. C., fondarono Baghdad, che divenne ben presto uno dei piщ grandiosi centri islamici. In seguito, probabilmente al tempo dell’invasione mongola, iniziт una fase di progressiva decadenza, durante la quale gli abitanti cominciarono ad abbandonare l’economia agricola a favore del nomadismo. Anche la crescita demografica subм una flessione e si и mantenuta modesta fino alla seconda guerra mondiale. Un progressivo aumento si и verificato solo dopo il 1940 e, nella seconda metа degli anni Settanta, ha raggiunto il valore del 3,5%. Il tasso di natalitа и assai alto (42‰), il che fa dell’Iraq un paese giovane: oltre il 45% della popolazione ha meno di 15 anni. I tre quarti circa vivono nelle pianure alluvionali coltivabili, che costituiscono appena un quarto della superficie del paese. Le zone piщ fittamente popolate sono le regioni di Mossul e Kirkuk, l’area intorno alla capitale e la zona lungo lo Shatt al - ‘Arab. Quasi il 75% degli Iracheni vive nelle cittа, ma solo Baghdad, Bassora, Mossul e Kirkuk svolgono funzioni realmente urbane. Numerosi sono i nomadi, che vivono nelle regioni steppiche o desertiche, in prevalenza nella parte sud - occidentale del paese. Sotto il profilo etnico non esistono grosse differenze, poichй, rispetto alla componente araba dominante (75%), soltanto quella rappresentata dai Curdi (20%), che occupano la sezione piщ settentrionale del paese, и in grado di formare un’entitа rilevante; compaiono anche, in netta minoranza, Turchi, Caldei, Assiri e Iraniani. La lingua nazionale и l’arabo, ma le minoranze etniche parlano spesso lingue o dialetti proprо. Fra i Curdi si parla il curdo, lingua iranica. Si calcola che oltre il 90% della popolazione professi la religione islamica; il3,5% и costituito da comunitа cristiane (i cattolici sono di rito caldeo, siro, armeno e latino) e solo 2500 circa sono gli ebrei, concentrati nella capitale. I musulmani si dividono fra sunniti e sciiti, spesso ostili tra loro: i secondi, piщ della metа, predominano nel sud del paese. Le minoranze curde e turche presenti in Iraq sono per la quasi totalitа sunnite; quella iraniana sciita, и numerosa nei centri urbani.
STORIA:
Sede dapprima della antichissima civiltа sumero - accadica, poi, dal sesto al quarto sec. a. C., provincia persiana, l’Iraq fece quindi parte dell’impero dei Seleucidi, degli Arsacidi, e dei Sasanidi, e nel sec. settimo d. C. fu stabilmente conquistato dagli Arabi, che avevano del resto giа permeata la sua popolazione, composta di discendenti degli antichi Babilonesi aramaizzati. Governato dai califfi, l’Iraq si mantenne indipendente fino al 1258, quando i mongoli lo conquistarono: cominciт cosм una profonda decadenza economica e culturale. Nel 1535 passт sotto il dominio ottomano e vi rimase fino alla prima guerra mondiale. Nel 1920 fu affidato in mandato al Regno Unito dalla Societа delle Nazioni. Dal 1921 al 1958 ebbe un governo monarchico, caratterizzato da un atteggiamento filo - britannico e dall’adesione alla Lega araba. La monarchia ebbe termine con il colpo di stato dei militari nazionalisti, che instaurт un governo rivoluzionario, allontanandosi dall’influenza britannica ed entrando a far parte dello schieramento arabo radicale. Seguм un periodo di instabilitа, cui contribuм la crescita dell’opposizione curda che aspirava all’autonomia. Solo nel marzo 1970 fu concordato un piano di pace con i leader curdi della guerriglia, entrato in vigore nel 1974, che prevedeva il pieno riconoscimento dell’identitа nazionale dei Curdi, la loro partecipazione al governo del paese e la costituzione di una regione autonoma curda. Sul piano internazionale, l’Iraq mantenne una posizione intransigente nei confronti di Israele e rafforzт i rapporti con l’URSS. Nel 1979 si avvicendт alla direzione dello stato Saddam Hussein. Nel frattempo i rapporti con l’Iran si erano fatti difficili: quest’ultimo avanzava pretese territoriali e, allo stesso tempo, sosteneva la guerriglia curda. L’accordo di Algeri del 1975 aveva segnato una tregua, ma la rivoluzione islamica in Iran deteriorт nuovamente i rapporti tra i due stati finchй, nel settembre 1980, Baghdad abrogт il trattato e attaccт l’Iran. La guerra durт otto anni e costт centinaia di migliaia di morti, ma giа due anni dopo, nel 1990, l’Iraq invase il Kuwait, pretendendo l’annessione forzata del suo territorio. Mentre, nella precedente guerra con l’Iran, aveva avuto il sostegno economico e militare degli stati arabi moderati, dei paesi occidentali e dell’ URSS, questa volta, a causa dell’importanza strategica delle risorse petrolifere in gioco, cinque giorni dopo l’invasione del Kuwait, gli Stati Uniti, seguiti poi da altri paesi, avviavano un massiccio intervento militare nella regione. Anche il consiglio di sicurezza dell’ONU reagiva prontamente all’invasione, varando subito dure sanzioni economiche contro l’Iraq, richiedendone il blocco navale da parte degli stati intervenuti nel Golfo e autorizzando infine questi ultimi a usare tutti i mezzi necessari per imporre a Baghdad il ritiro dal Kuwait. 28 paesi, compresi 9 arabi, si affiancarono agli USA e, alla fine di febbraio, quando cessarono le ostilitа, l’Iraq aveva subito una sconfitta totale, con decine di migliaia di morti e gravissimi danni alle attrezzature industriali e civili, cui si aggiunsero, nei mesi successivi, nuove decine di migliaia di vittime provocate dalle disastrose condizioni in cui era precipitato il paese e dalla repressione delle rivolte sciite e curde esplose in marzo. I terribili effetti della guerra (ivi comprese le pesanti condizioni armistiziali, in particolare per quanto riguardava le misure di disarmo e le riparazioni di guerra), secondo un rapporto redatto dall’ONU nel marzo 1991, avevano ridotto il paese a condizioni “ preindustriali, ma con tutti gli svantaggi di una dipendenza postindustriale dall’uso intensivo di energia e tecnologia” e sono stati prolungati dalle difficoltа della ricostruzione, con gravi conseguenze sulle condizioni di vita della popolazione. La persistenza dell’embargo sulle esportazioni di petrolio, cosм come l’interdizione di due aree a Nord e a Sud del paese, hanno continuato inoltre ad alimentare la tensione, in particolare con gli Stati Uniti, provocando anche alcuni incidenti nel corso del 1993. Nel volgere di un decennio i rapporti tra USA e Iraq si deteriorano irrimediabilmente: il presidente Bush accusa Saddam Hussein di ospitare nel suo territorio fabbriche di armi di distruzione di massa. L’ONU ottiene di inviare in territorio iracheno degli ispettori, incaricati di individuare queste armi, che Saddam nega di possedere, ma Bush rende comunque nota la sua intenzione di dichiarare guerra all’Iraq se Saddam non si dimetterа. Il dittatore rifiuta di lasciare il governo del suo paese e, malgrado i molti tentativi di mediazione portati avanti da paesi che tentano di salvaguardare la pace, gli Stati Uniti, affiancati dal Regno Unito di Gran Bretagna, ribadiscono la loro ferma volontа di ricorrere alla forza per costringere il leader iracheno alla capitolazione. Gli ispettori dell’ONU sono costretti a lasciare il paese e, il 20 marzo 2003, col bombardamento della cittа di Baghdad, le forze anglo-americane danno inizio alle ostilitа. Attualmente il territorio iracheno и occupato dagli eserciti inviati da Stati Uniti e Gran Bretagna, Saddam Hussein и scomparso e il suo governo и caduto. In attesa che il popolo dell’Iraq, come tutti si augurano, istituisca un nuovo governo democratico, si и costituito un governatorato americano, affidato all’ex generale Garner. ECONOMIA: L’Iraq и considerato un paese con un notevole potenziale di sviluppo, grazie alle sue ingenti risorse petrolifere, alla popolazione relativamente numerosa rispetto a quella degli altri stati del Golfo Persico, alla disponibilitа di forza lavoro e al potenziale agricolo. E questo nonostante che il paese si trovi a dover fronteggiare le gravi conseguenze economiche delle guerre. Nonostante l’apprezzabile potenziamento dell’attivitа secondaria, l’agricoltura conserva ancora oggi un ruolo di primo piano nell’economia dell’Iraq: occupa il 20% della popolazione attiva. Notevoli sono stati e sono tuttora gli sforzi per estendere i sistemi di irrigazione che fanno capo all’Eufrate, al Tigri e ai suoi affluenti, con la costruzione di dighe e sbarramenti. Base dell’economia agricola sono i cereali, tra i quali prevalgono il frumento e l’orzo, seguiti dal riso, coltivato nella bassa Mesopotamia e lungo il Tigri. La palma da dattero, su cui si basava un tempo l’economia del paese, и ancora largamente coltivata nella regione dello Shatt al - ‘Arab, e conserva una notevole importanza economica, giacchи i datteri compaiono al primo posto tra le esportazioni non petrolifere. Nelle aree settentrionali, piщ fresche e umide, non mancano colture frutticole di tipo temperato (uva, agrumi, mele, albicocche) e ortaggi (legumi, cipolle, pomodori). Tra le piante industriali hanno una certa importanza il tabacco, frequente nell’alta Mesopotamia, e il papavero da oppio. La steppa, che ricopre gran parte del paese, consente l’allevamento di ovini e caprini, cui si affiancano bovini, bufali, impiegati nelle zone paludose, e cammelli, tuttora usati per il trasporto delle merci nelle aree desertiche. Prodotti della zootecnia sono lana, pellame e cuoio. Negli ultimi anni si и cercato di incrementare la produzione di carne (sia mediante l’allevamento intensivo dei bovini, sia con la pollicoltura industriale) e la pesca di acqua dolce. Ma la principale fonte di ricchezza dell’Iraq и il petrolio, su cui poggiano l’ammodernamento e lo sviluppo del paese dal 1927, quando iniziт a venire estratto dall’Iraq petroleum company nel nord dell’Iraq presso Kirkuk, e le cui riserve di greggio sono valutate in 13,6 miliardi di tonnellate. Ingenti anche le riserve di gas naturale, stimate in 2700 miliardi di mі. Le sette raffinerie locali lavorano solo una parte del greggio estratto , venendone esportata la maggior quantitа. La disponibilitа di energia elettrica, aumentata dal 1987 con l’entrata in funzione di sei nuove centrali idroelettriche, il reddito fornito dal petrolio e l’arrivo di investimenti privati avevano consentito una ripresa del programma di industrializzazione. Pertanto, accanto alle tradizionali produzioni artigianali (tessitura a mano, concia, lavorazione dell’argento e del ferro), esiste un efficiente apparato industriale, che opera in diversi settori: petrolchimico (fertilizzanti); tessile, con lavorazione della lana a Baghdad, filatura e tessitura di raion e cotone a Mossul; saccarifero, con zuccherifici a Mossul, Karbala’ e Sulaimaniyya e Sula; cartario, con stabilimento a Bassora; siderurgico. Da ricordare la manifattura dei tabacchi, i burrifici e i cementifici di Baghdad, Mossul e Kirkuk. Un impianto lavora lo zolfo estratto localmente. Le comunicazioni interne sono assicurate, oltre che dalle carovaniere, da 2030 Km di ferrovie e da 25500 Km di strade principali. La capitale e Bassora possiedono aeroporti attrezzati per il traffico internazionale. Il principale scalo portuale и Bassora sullo Shatt al-‘Arab. L’economia dell’Iraq, quasi totalmente dipendente dalle esportazioni di petrolio, и stata duramente colpita dall’embargo commerciale deciso dal Consiglio di sicurezza dell’ONU nell’agosto 1990 e rimasto in vigore anche dopo la fine della guerra del gennaio-febbraio 1991 L’unitа monetaria и l’Iraqi dinar, diviso in mille fils.

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