Ricerca sulla Birmania

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Testo

LA BIRMANIA

La Birmania o Myanmar è repubblica del Sud-Est asiatico delimitata a nord dalla Cina, a est dalla Cina, dal Laos e dalla Thailandia, a sud dal mar delle Andamane e dal golfo del Bengala, a ovest dal golfo del Bengala, dal Bangladesh e dall'India. La superficie del paese è di 677.000 km2 e la capitale è Rangoon..
Territorio
I tratti topografici distintivi del territorio birmano sono la rete idrografica della valle del fiume Irrawaddy e un sistema di allineamenti montuosi disposti lungo un asse nord-sud. I rilievi della sezione settentrionale culminano nel massiccio dello Hkakabo Razi alto 5881 m , la vetta più alta del Sud-Est asiatico, mentre più a sud si incontra la catena degli Arakan che comprende cime superiori a 2500 m ; l'altopiano dello Shan che, alto in media 900 m, occupa tutta la sezione orientale del paese. I bassopiani centrali, a nord di estensione limitata, si allargano nella zona
deltizia dei due fiumi, zona fertilissima ed estremamente importante per l'economia del paese. Le coste sono rocciose, frastagliate e costellate da isole, offrono un gran numero di porti naturali.
Clima
Il clima del paese è tropicale, caratterizzato da temperature e umidità elevate a esclusione della stagione compresa tra la fine di ottobre e la metà di febbraio. Concentrate prevalentemente nella stagione caldo-umida, quando spira il monsone estivo, le precipitazioni variano dai 5000 mm all'anno delle zone meridionali ai 760 mm di quelle centro-settentrionali. Le temperature medie di questo periodo variano dai 29 °C ai 27 °C; nella stagione più fresca esse scendono di alcuni gradi mentre in quella torrida superano spesso i 37 °C in quasi tutto il paese.
Flora e fauna
Le foreste coprono circa la metà del territorio birmano e, specie quelle pluviali del sud, offrono grandi quantità di essenze e legname pregiati quali il teak. Le specie più diffuse sono il caucciù, il bambù, la mangrovia, diversi tipi di palma, la china, l'acacia e, soprattutto nelle zone montuose settentrionali, la quercia, il pino e diverse specie di rododendro. Nelle regioni costiere crescono frutti tropicali come agrumi, banane, manghi e guava. La fauna selvatica comprende tigri e leopardi, che vivono nelle foreste oltre a elefanti (utilizzati come animali da lavoro), rinoceronti, bisonti, cinghiali e varie specie di cervidi, diffusi principalmente nelle regioni montuose centrosettentrionali. Sono comuni anche il gibbone, la lince e il tapiro. L'avifauna comprende innumerevoli specie tra cui pappagalli, fagiani, corvi, pavoni e aironi; i rettili sono ben rappresentati da coccodrilli, gechi, cobra, pitoni e testuggini.
Popolazione
Il paese ha una popolazione di 45.555.000 abitanti (1994), la cui densità media è di 67 abitanti per km2; la forma di insediamento prevalente è il villaggio rurale. Di razza mongolide i birmani, affini ai tibetani e ai cinesi, rappresentano il 72% della popolazione del paese; tra i numerosi altri gruppi etnici, che possiedono ancora distinti tratti culturali e linguistici, i più importanti sono i karen (8%), che popolano le zone più meridionali; gli shan (7%) che, simili ai thai (anche per quanto riguarda la lingua), vivono sull'altopiano omonimo organizzati in strutture feudali; i mon (2%) che, presenti principalmente nella regione del delta, vanno assimilandosi con la maggioranza birmana; i chin (2%), che vivono di caccia e pesca nelle zone montuose nordoccidentali e sono in stretta relazione con i gruppi del confinante stato indiano dell'Assam; e i kachin (2%) i quali, concentrati sui monti dell'estremo nord, hanno molti tratti simili ai vicini cinesi. Nel paese sono inoltre presenti larghe minoranze di immigrati cinesi e indiani. La vita familiare in Birmania si basa tuttora sulla famiglia allargata. Le donne hanno un ruolo preminente, con diritto di accesso all’istruzione: Molte gestiscono e possiedono imprese in proprio. Nel governo però gli incarichi superiori sono ancora ricoperti quasi esclusivamente dagli uomini.
Assistenza sanitaria
La lebbra, sebbene mieta relativamente poche vittime in confronto ad altre malattie, si manifesta più in Birmania che nel resto dell’Asia. Negli ultimi anni si è registrata anche una maggiore incidenza della malaria. Il numero crescente di casi di AIDS è dovuto soprattutto al movimento della prostituzione attraverso i confini con la Thailandia.
Reddito
Lo stato ha il monopolio statale della produzione e della distribuzione di beni, che vengono razionati. Solamente l’elite militare e i suoi sostenitori possono permettersi di vivere bene. La situazione non cambia in modo rilevante dopo il 1988. Imprese belliche gigantesche raggruppate sotto una Società di Servizi di Difesa, ora rastrellano ricchezze e distribuiscono privilegi a una minoranza. Continua però ad esistere una tradizionale mobilità sociale ed economica: salire la scala socioeconomica è soprattutto una questione di lealtà all’esercito. I dissidenti sono scacciati dal proprio posto di lavoro; le tribù delle colline sono i gruppi più poveri.
Suddivisioni amministrative e città principali
La Birmania comprende i sette stati, in cui vivono i gruppi etnici minoritari, e le sette province di Irrawaddy, Magwe, Mandalay, Pegu, Rangoon, Sagaing e Tenasserim. Rangoon (2.513.023 abitanti nel 1983) è la capitale politica, nonché il principale centro portuale. Altre città importanti sono Mandalay, un notevole polo di traffici, Moulmein, sul golfo di Martaban, e Sittwe, un grande porto sul golfo del Bengala.
Lingua e religione
La maggior parte delle lingue parlate in Birmania appartiene al ceppo tibeto-birmano, sottogruppo delle lingue sinotibetane. La lingua ufficiale è il birmano, il cui alfabeto è basato sul sanscrito, parlato dalla maggioranza della popolazione (compresi alcuni gruppi minoritari); relativamente diffusi sono inoltre il cinese e l'inglese, parlato dalle
classi più elevate. L'89% dei birmani professa il buddhismo, perlopiù della scuola theravada. Sono presenti anche esigui gruppi di indù, musulmani e cristiani, questi ultimi soprattutto nelle zone montuose.
Istruzione e cultura
L'istruzione è obbligatoria e gratuita dai cinque ai dieci anni di età e il tasso di analfabetismo si attesta intorno al 20% (1990). Esistono due Università (di Rangoon e di Mandalay), tre scuole di medicina e un istituto tecnico. Mancano in genere gli insegnanti qualificati. Pur largamente influenzata da quella indiana, la civiltà birmana ha tuttavia evitato di assimilare alcune istituzioni a essa intrinseche, come il sistema delle caste, e ha mantenuto una propria autonomia anche per quanto riguarda la lingua e la letteratura. Considerata una delle più significative rappresentanti della cultura buddhista di tutta l'Asia, la Birmania possiede una grande quantità di templi e pagode (come quella di Shwedagon, a Rangoon), nelle quali è custodita la maggior parte dei libri e delle opere d'arte religiose del paese. Tra i musei più importanti si cita il Museo nazionale di arte e archeologia di Rangoon.
Per la maggioranza della popolazione il buddhismo pervade ogni aspetto della vita quotidiana e il monastero rappresenta, specie nelle campagne, il nucleo della comunità. Il paese possiede una ricca tradizione letteraria, il cui documento più antico è rappresentato da alcune incisioni su pietra risalenti al 1113. Già nel XV secolo si era sviluppato un abbondante corpus di poesia religiosa e storica, mentre la prosa non acquistò rilievo che nel XIX secolo quando, sotto l'impulso di una rinascita del nazionalismo, venne pubblicato un grande numero di racconti e drammi. Tra i migliori scrittori contemporanei si annoverano il poeta e saggista Thakin Kodo Hmaing e i romanzieri Thakin Thein Pe Myint e Ludu U Hla. Una forma d'intrattenimento molto diffusa è il pwe, un tipo di rappresentazione teatrale popolare costituita normalmente da un canovaccio accompagnato da musica e danze. I testi sono tratti da racconti popolari e inframmezzati da motteggi comici o satirici e accompagnati da un commento musicale realizzato con xilofoni di bambù, gong, cembali ecc. L'architettura e altre forme artistiche risentono enormemente dell'influenza indiana.
Economia
La Birmania è un paese perlopiù agricolo e il settore occupa quasi la metà della popolazione attiva. L'industria, ancora inesistente nel periodo tra le due guerre, cominciò a svilupparsi negli anni Sessanta e Settanta e nei primi anni Novanta impiegava circa il 10% della forza lavoro. Dal 1962 al 1988 il governo tentò di dare impulso all'economia intraprendendo una "via birmana al socialismo" e nazionalizzando gran parte delle industrie, ma tale politica fallì. Dal 1989 la politica economica di mercato ha procurato un flusso di investimenti esteri nel campo del petrolio e del gas , da parte di società occidentali, e nei settori del legname, dsel turismo e delle estrazioni minerarie , da parte di società asiatiche. Il recente boom degli scambi con la Cina ha trasformato la Birmania del nord, meno sviluppata, in un centro commerciale pieno di merci cinesi di visitatori stranieri. La Giunta militare sta cercando di favorire lo sviluppo lo sviluppo degli stati delle zone di confine a nordest, dove vengono prodotte 200 tonnellate di eroina l’anno, il 60% del totale mondiale. Il deficit delle imprese statali aumenta costantemente mentre si assiste a una grande fioritura del mercato nero e al continuo incremento dell'inflazione (alimentato dalle ingenti spese militari). Il prodotto interno lordo pro capite ammonta a 700 dollari USA (1993).
Agricoltura
Circa il 15% del territorio birmano è destinato all'agricoltura ma nei primi anni Novanta solo una piccola parte della terra arabile era effettivamente coltivata. Il paese è uno dei maggiori produttori di riso del mondo e prima della seconda guerra mondiale ne era anche il maggiore esportatore; la risicoltura è ampiamente praticata soprattutto nel delta dell'Irrawaddy, che insieme a quello del Sittang e alla fascia costiera nordoccidentale costituisce la zona più fertile della Birmania. Tra gli altri prodotti si citano cereali, cotone, arachidi, legumi, miglio, sesamo, canna da zucchero e tabacco, coltivati perlopiù in piccole aziende nei bassipiani centrali. Sebbene illegale, la produzione e l'esportazione di oppio fornisce grandi quantità di valuta. Con ben 250 specie arboree sfruttabili commercialmente, le foreste rappresentano un'importante fonte di reddito, specie per quanto riguarda il teak (di cui la Birmania possiede le maggiori riserve del mondo) e il caucciù. La pesca, soprattutto destinata al consumo interno, viene praticata perlopiù in acque dolci.
Industria
Il settore industriale maggiormente sviluppato è quello della trasformazione dei prodotti alimentari; sono inoltre operativi nel paese impianti per la lavorazione del legno e del cotone, per l'estrazione di oli vegetali e raffinerie di petrolio. Circa il 25% dell'elettricità è prodotto da centrali idroelettriche. Le risorse minerarie consistono principalmente in giacimenti di petrolio e gas naturale; il sottosuolo offre anche discrete quantità di piombo, zinco, stagno, tungsteno, carbone, minerale di ferro, rame, nichel, argento, marmo e calcare, oltre a cospicue riserve di giada e rubini. Le miniere sono situate soprattutto nelle zone montuose occidentali e lungo la costa del Tenasserim.
Turismo
Dal 1962 al 1988 i turisti potevano soggiornare solamente per una settimana. Recentemente la politica è cambiata per poter acquisire valuta estera. I vecchi alberghi vengono rinnovati e ne vengono costruiti di nuovi in “joint venture” con società private. La maggior parte dei finanziamenti vengono dal Giappone, Singapore, Corea del Sud e Hong Kong. La Cina partecipa anche alla costruzione di un aeroporto internazionale a Mandaly. Dal 1990, la Giunta
sta restaurando i monumenti storici e rilanciando i villaggi meno “belli”, lontani dai templi di Pagan, Mandaly, Sagaing e Amarapura.
Flussi monetari e commercio
L'unità monetaria è il kyat, diviso in 100 pyas. Tutte le banche sono state nazionalizzate nel 1963 e nel 1969 sono state raggruppate nella Banca dell'Unione Birmana. I traffici con l'estero sono controllati dallo stato, ma a partire dal 1990 le imprese possono parteciparvi attivamente. Le esportazioni principali sono teak, riso, legumi, cotone, minerali, metalli e gomma, mentre si importano macchinari, materiale per il trasporto, prodotti chimici, tessuti e derrate alimentari. I più importanti partner commerciali sono Giappone, Singapore, Thailandia, Indonesia, Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti.
Trasporti
La rete ferroviaria (4701 km nel 1993), di proprietà statale, mette in comunicazione tutte le città importanti del paese ma non è collegata a quella degli stati confinanti. La maggior parte dei progetti di costruzione è legata ai sempre più intensi scambi di frontiera Cina ­ Birmania, legalizzati quasi tutti nel 1989. I vecchi ponti e le vecchie strade (fra cui le famose vie della Birmania, Ledo e la Via della Seta, tutte strade importanti verso la Cina) sono in corso di rinnovamento e con l'a’uto cinese ne vengono costruite di nuove, per cui sarà più facile la distribuzione dei prodotti fondamentali, compreso l'oppio. I motivi della loro costruzione sono militari oltre che commerciali: Lo Stato ha di recente ridotto il suo monopolio sui trasporti: dal 1988, compagnie private di autobus hanno ottenuto la licenza per operare. Di gran lunga più importanti sono le vie fluviali (in particolar modo l'Irrawaddy, ma anche alcuni tratti dei fiumi Chindwin e Salween) che totalizzano una navigabilità di 12.800 km; quasi tutte le grandi città sono anche porti fluviali. La rete stradale (24.325 km solo in minima parte asfaltati) comprende un'arteria che collega il paese alla Cina. Una compagnia aerea statale assicura il servizio nazionale e internazionale: centro delle comunicazioni del paese è Rangoon.
Ordinamento dello stato
La Costituzione del 1948 (anno in cui fu proclamata l'indipendenza) fu abrogata con il colpo di stato del 1962. Nel 1974 fu approvata una nuova Carta costituzionale che rimase in vigore fino al nuovo colpo di stato militare del settembre 1988. A partire da questa data il Consiglio per il ripristino della legge e dell'ordine (SLORC) governa, di fatto, il paese ignorando i risultati delle elezioni del 1990 che hanno visto una vittoria schiacciante della Lega nazionale per la democrazia (NLD). Un'Assemblea costituente convocata nel 1993 dallo SLORC non ha ancora prodotto alcun documento. In accordo con la costituzione del 1974, capo dell'esecutivo è il capo dello stato, che presiede un Consiglio di 29 membri eletti, così come il Consiglio dei ministri, dall'Assemblea popolare, l'organo legislativo. Dal 1988 i tre poteri (esecutivo, legislativo e giudiziario) sono accentrati nelle mani dello SLORC il quale, composto principalmente da militari, controlla in modo autoritario anche i governi locali. Dopo il colpo di stato del 1962 il Consiglio rivoluzionario incoraggiò tutti i raggruppamenti politici a unirsi in un unico partito: il Partito del programma socialista birmano (PPSB), che la costituzione del 1974 ha stabilito essere l'unico legale del paese. Dopo l'apertura al multipartitismo, le elezioni nazionali del 1990 sono state contestate da oltre 90 raggruppamenti, il più importante dei quali è la NLD.
Cooperazione
Nel 1988 le Nazioni occidentali, la Banca Mondiale e alcune Agenzie dell’ONU sospesero gli aiuti bilaterali. Tuttavia l’ONU ha continuato a sovvenzionare alcuni programmi di sviluppo attraverso l’Organizzazione Mondiale della sanità. Il maggiore donatore bilaterale è la Cina, che nel 1990 ha ottenuto un ordine di armamenti per 1,4 miliardi di dollari e recentemente ha accordato un prestito senza interessi di 50 milioni di yan.
Affari esteri
La Birmania mantiene le relazioni più importanti con la Cina. Questa ha sostenuto il regime militare dllo SLORC ed è il principale fornitore di armi all’esercito birmano. Queste relazioni permettono alla Cina l’accesso all’ Oceano Indiano e le danno una grande influenza su un regime che dipende in parte dal suo sostegno. I Paesi vicini alla Birmania vedono l’accordo come grave motivo di destabilizzazione dell’intera regione Asia-Pacifico. I governi occidentali hanno condannato presso l’ONU e l’UE le violazioni dei diritti umani attuate dal regime birmano, e nel 1991 Aung San Sun Kyi ha ricevuto il premio Nobel per la pace per la sua attività di resistenza. In pratica, però, essi mantengono relazioni ambigue con il regime dello SLORC: i legami economici diventano sempre più forti, in particolare fra le imprese statali di proprietà dello SLORC e le multinazionali occidentali. Queste ultime sono ben rappresentate nelle sempre più redditizie industrie di estrazione di petrolio e gas al largo della costa della Birmania.
Difesa
Lo SLORC ha ricevuto regolarmente armi moderne e tecnologia militare da tutto il mondo, soprattutto dalla Cina, ma anche dalla Francia, Germania , Svezia ed ex Jugoslavia. Nei cinque anni tra il 1988 e il 1993, l’esercito è aumentato del 20% fino a raggiungere i 350.000 uomini. A partire dal 1988, durante la stagione asciutta l’esercito ha condotto campagne contro i gruppi di minoranza ogni anno eccetto il 1993. E’ riuscito a reprimere la maggior parte degli insorti mon e karen e ha distrutto le loro basi nella Birmania sudorientale. L’assalto condotto nel 1989 contro li
minoranze mussulmane della regione di Arakan della Birmania occidentale ha provocato la fuga in Bangladesh di 300.000 persone.
Storia
Quasi tutte le popolazioni presenti in Birmania sono migrate dal Tibet e dalla Cina e hanno assimilato le istituzioni sociali e politiche indiane. I primi furono i mon che, giunti forse intorno al IV millennio a.C., si insediarono nel delta dell'Irrawaddy e sulla costa orientale del golfo del Bengala; essi, in relazione con altre civiltà mon del Siam (ora Thailandia), costruirono sistemi di irrigazione e svilupparono contatti commerciali e culturali con l'India. In epoche successive la regione fu raggiunta dai pyu che, spostatisi verso sud intorno al VII secolo d.C., fondarono la loro capitale nei pressi dell'odierna Prome. Entrambe le popolazioni furono assimilate dai birmani nel IX secolo. Altre ondate migratorie portarono nel paese gli shan e i kachin i quali, insieme ai karen, di origine autoctona, svolsero un ruolo importante nello sviluppo della regione.
Il regno di Anoratha
Il primo stato birmano unitario fu fondato dal re Anoratha (al trono dal 1044 al 1077) e aveva come capitale Pagan. Fu un periodo di relativa pace e raggiunse la massima fioritura sotto il regno del figlio di Anoratha, Kyanzittha (1084-1112). La struttura interna dello stato era quella di un regno indù; la corte, residente nella capitale, amministrava i tributi provenienti dai villaggi comandati da governatori ereditari. Ai monasteri buddhisti venivano donati estesi appezzamenti di terreno i quali, oltre a provvedere al mantenimento della comunità monastica (sangha), legittimavano i regnanti come difensori della fede buddhista. La conquista di Pagan da parte dei mongoli di Kublai Khan, nel 1287, diede inizio a un periodo di instabilità durante il quale le zone centrosettentrionali del territorio birmano vennero contese dagli shan e dai cinesi, mentre l'estrema parte meridionale ricadde sotto il dominio mon che aveva il suo centro nella città di Pegu.
La dinastia Toungoo
Verso il 1540, dal principato di Toungoo, nella Birmania centrale, emerse una nuova dinastia la quale, sotto il suo terzo sovrano, Bayinnaung (1551-1581), con l'aiuto di avventurieri portoghesi, riuscì a instaurare uno stato unificato e relativamente prospero. Tale regno, che resistette fino al 1752 (quando fu definitivamente travolto da una ribellione dei mon), cominciò a vacillare già a partire dalla morte di Bayinnaung, soprattutto a causa delle lotte per la successione, dello stanziamento portoghese sulla costa e delle incursioni dei thai (da est) e dei cavalieri manipuri (da nord-ovest).
L'ultima dinastia birmana e le guerre con la Gran Bretagna
Nei secoli XVII e XVIII i francesi, gli inglesi e gli olandesi stabilirono alcune postazioni commerciali a Syriam, presso l'odierna Rangoon, e lungo la costa. Nel 1752 Alompra fondò l'ultima dinastia birmana assumendo il controllo prima di Ava, quindi della regione del delta. In seguito attaccò i thai, in Siam, la cui capitale Ayutthaya (nell'odierna Thailandia) fu conquistata e distrutta, nel 1767, da uno dei suoi figli. Al regno, privato della zona siamese, fu in seguito annessa la regione dell'Arakan. A causa di tali rivolgimenti, i contrasti con la Gran Bretagna, che si verificarono nei primi decenni del XIX secolo, portarono a tre guerre: la prima (1824-1826) assicurò agli inglesi il controllo dell'Arakan e del Tenasserim; la seconda (1852) della zona del delta; la terza del Mandalay (1885) e, in un momento successivo, del territorio rimanente. L'instaurazione del dominio britannico e la relativa stabilità che ne seguì trovò riflesso nello sviluppo di fiorenti produzioni di riso e legname e nell'ammodernamento dell'apparato amministrativo, impaludato in politiche troppo poco lungimiranti e in continui intrighi di corte.
Il dominio britannico
Gli inglesi spostarono la capitale da Mandalay a Rangoon (1886) e da qui esercitarono uno stretto controllo di tutto l'entroterra. Il dominio britannico e lo sfruttamento economico introdussero nuovi valori e intaccarono la cultura e la società tradizionali: il legame tra religione e politica andò perduto così come la funzione degli ordini monastici buddhisti e delle relative scuole grazie alle quali il paese registrava tassi di analfabetismo inferiori a quelli del paese colonizzatore. Tutto ciò portò alla disgregazione sociale, generando ben presto un movimento nazionalista che, guidato da Aung San e U Nu, formò, poco tempo dopo, l'Esercito per l'indipendenza birmana (BIA); sostenuta l'invasione giapponese del 1942 (durante la seconda guerra mondiale), l'esercito approfittò dello scarso controllo e della debolezza del nuovo governo per combatterlo mutando il proprio nome in Lega per la libertà del popolo antifascista (AFPFL).
Lo stato moderno
Dopo la guerra gli inglesi, che avevano riacquistato il controllo della regione, si videro costretti a prendere in considerazione le richieste dell'AFPFL il quale, guidato da Aung San, rivendicava la totale autonomia del paese. L'indipendenza della Birmania, unita in una federazione agli stati Shan e Karen, fu proclamata nel 1948 dopo che, nelle elezioni dell'anno precedente, l'AFPFL aveva ottenuto una vittoria schiacciante; U Nu, ex ministro degli Esteri del governo fantoccio instaurato dai giapponesi, fu chiamato a presiedere il nuovo esecutivo in sostituzione di Aung San, assassinato dall'opposizione nel 1947. Nel periodo che seguì l'AFPFL dovette affrontare una serie di disordini interni di natura politica ed etnica. Rispetto ai paesi esteri adottò una politica di non-allineamento, mentre a livello economico cercò di favorire lo sviluppo di nuovi settori con l'aiuto di investimenti stranieri. L'AFPFL fu confermato al potere dalle elezioni del 1952 e del 1956, ma nel 1958 una scissione nel partito portò a un biennio di governo militare. Questo, assunto dal generale Ne Win, puntò alla modernizzazione dell'amministrazione e pose un freno alle rivendicazioni separatiste degli shan. Le elezioni del 1960 riportarono alla guida dello stato la fazione di U Nu; la sua politica tendente a fare del buddhismo la religione di stato e la tolleranza verso le richieste di scissione avanzate da alcuni gruppi etnici condussero ben presto il paese a un colpo di stato militare (1962), che reinstaurò al potere Ne Win.
Il regime di Ne Win
Negli anni Sessanta e Settanta la politica interna di Ne Win puntò all'instaurazione di un governo totalitario mentre a livello internazionale egli cercò di mantenere una certa autonomia, collocando la Birmania tra i paesi non-allineati. Il Consiglio rivoluzionario abolì i partiti d'opposizione e imboccò una "via birmana al socialismo" conducendo nazionalizzazioni su vasta scala. Tale politica provocò una serie di insurrezioni di matrice sia etnica, negli stati Kachin e Shan, sia politica; in queste ultime il Partito comunista, appoggiato dai cinesi, rivestì un ruolo importante. Nel 1974 venne promulgata una nuova costituzione con la quale il potere passò dal Consiglio rivoluzionario a un'Assemblea popolare capeggiata da Ne Win e da altri ex leader militari. Nel 1980 fu permesso il ritorno di U Nu, rifugiatosi in Thailandia; un anno dopo Ne Win lasciò la presidenza a San Yu, riservandosi la carica di segretario generale del Partito del programma socialista birmano, l'unico legale. Le agitazioni antigovernative del marzo e del giugno del 1988, scoppiate a causa di un'improvvisa svalutazione della moneta, costrinsero Ne Win a rassegnare le dimissioni come segretario di partito e diedero inizio a un nuovo periodo di sanguinosi disordini. Per arginare il crescente potere del movimento d'opposizione, capeggiato da Aung San Suu Kyi, figlia di Aung San, e le progressive spaccature all'interno della gerarchia militare, nel mese di settembre il generale Maung Maung assunse le redini del nuovo governo militare: il Consiglio per il ripristino della legge e dell'ordine. Nel giugno del 1989 il paese venne ufficialmente ribattezzato Unione di Myanmar. Quando le elezioni del maggio 1990 sancirono la vittoria schiacciante del partito d'opposizione della Lega nazionale per la democrazia, lo SLORC proibì all'Assemblea popolare di riunirsi; alcuni leader si rifugiarono al confine con la Thailandia formando un governo alternativo nel quartier generale dell'insurrezione karen. Nell'aprile del 1992 Maung Maung, a causa di una malattia, è stato sostituito dal generale Than Shwe alla testa dello SLORC il quale, al fine di assicurare un ruolo permanente ai militari all'interno del governo, ha indetto un'assemblea costituzionale, che non ha ancora prodotto nessun documento, e ha iniziato a sollecitare gli investimenti stranieri per cercare di arginare la profonda crisi economica. Sebbene nel luglio del 1995 sia stata liberata Aung San Suu Kyi ­ alla quale, a domicilio coatto da sei anni, era stato assegnato il premio Nobel per la pace nel 1991 ­ il regime militare continua a rifiutare di lasciare che la conduzione del paese venga assunta dalla NDL.
PROBLEMI POLITICI PRINCIPALI
Il ripristino della democrazia
L’esercito governa la Birmania con scarso rispetto dei diritti umani. L’ opposizione non è ammessa e torture e esecuzioni sono all’ordine del giorno. Gruppi etnici ribelli (con circa 30.000 membri armati) si sono alleati con i democratici per opporsi al regime. Il fulcro dell’opposizione è Aung San Suu Kyi, tenuta agli arresti domiciliari, ma di fatti protetta dalla pubblicità creatasi in occidente attorno alla sua persona.
Profughi
Banditi dalle politiche del regime militare, circa un milione di rifugiati politici vivono nelle zone confinanti di Bangladesh, Thailandia, Cina e India.
Punti deboli dell’economia
Mancanza di manodopera qualificata, dirigenti e tecnici. Sistema finanziario e istituzioni rudimentali.
Mercato nero diffuso in tutto il paese, attorno al quale ruotano vorticosamente i prezzi: reazione al controllo ufficiale dei prezzi. Enormi disparità fra prezzi ufficiali e quelli non ufficiali. Solamente l’élite militare e i suoi sostenitori possono permettersi di vivere bene.
Enorme debito con l’estero.
Dipendenza dall’importazione di prodotti manifatturieri.
Ambiente
La deforestazione è il problema principale ed è aumentata dal colpo di stato del 1988. Le società cinesi hanno ricevuto concessioni illimitate per il taglio degli alberi.
Istruzione
Mancano, in genere, gli insegnanti qualificati. Quasi tutti gli insegnanti, i medici e gli ingegneri stranieri se ne sono andati o sono in prigione.
Criminalità
I livelli di rapine, omicidi , corruzione, appropriazione indebita e mercato nero sono alti in paragone ad altre regimi totalitari simili. Lo Stato è clpevole di attività illegale. L’ONU riferisce regolarmente di abusi contro i diritti umani di civili e l’omicidio di civili innocenti fra cui bambini, donne, monaci buddhisti, studenti, minoranze e dissidenti politici.
In teoria, in Birmania esiste un sistema giudiziario civile, ma in pratica tutti i giudici e gli avvocati sono nominati dalla giunta militare e tutte le funzioni legali sono eseguite dallo SLORC. L’accusa più comune è quella di sedizione contro lo stato e contro l’esercito in base alla “legge per la protezione dello stato contro i distruzionisti” del 1975. Tra le frequenti sentenze arbitrarie dello SLORC è compreso l’ordine cge pribisce le assemblee di più di cinque persone.
Per lo più i detenuti non hanno diritto a essere legalmente rappresentati e vengono imprigionati, oppure utilizzati per i lavori forzati, o messi agli arresti domiciliari senza processo pubblico.

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