La grecia

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Testo

Grecia (greco Hellas), ufficialmente Repubblica Ellenica, stato situato nell'Europa sudorientale, comprendente la sezione meridionale della penisola balcanica e numerosi arcipelaghi. Confina a nord-ovest con l'Albania, a nord con la Macedonia e con la Bulgaria, a nord-est con la Turchia; è bagnata a est dal mar Egeo, a sud dal mar Mediterraneo e a ovest dal mar Ionio. Ha una superficie di 131.957 km2 e la capitale è Atene.
La parte continentale del paese comprende a nord la Tracia e la Macedonia, al centro l'Epiro, la Tessaglia e la Grecia centrale e a sud il Peloponneso, una penisola unita alla terraferma dall'istmo di Corinto, attraversato dall'omonimo canale creato nel 1893. La parte insulare comprende numerose isole tra le quali Eubea, Taso, Corfù, Creta, Rodi, Chio, Lemno, Lesbo, Samo e Samotracia e gli arcipelaghi delle Sporadi, delle Cicladi e del Dodecaneso.
Territorio
Il territorio greco è in prevalenza montuoso e, come scrisse l'antico geografo Strabone, "il mare preme sulla terra con migliaia di braccia". Nonostante la sua estensione limitata, esso presenta una morfologia assai varia: si distinguono i rilievi delle regioni centrali, le pianure e gli altipiani della Tessaglia orientale, della Macedonia e della Tracia, le montuose penisole della Calcidica e del Peloponneso e le isole, la maggior parte delle quali si trova nel mar Egeo.
Nell'area centrale del paese si innalzano i monti del Pindo, che si estendono parallelamente alla costa ionica e dai quali si diramano catene minori una delle quali, nella sezione settentrionale del paese, comprende il monte Olimpo (2917 m), la vetta più elevata della Grecia. I versanti del Pindo digradano a ovest nei più modesti rilievi dell'Epiro e a sud-est nella fertile pianura della Tessaglia. Rilievi e pianure alluvionali caratterizzano le regioni della Tracia e della Macedonia, mentre l'Attica, comprendente la piana di Atene e i rilievi del Parnaso, e la penisola calcidica sono in prevalenza montuose. I rilievi del Pindo continuano nel Peloponneso (monti dell'Acadia e dell'Arcadia) dove sono incisi da strette vallate che si aprono sul mare.
Le coste del paese sono in prevalenza molto frastagliate, soprattutto sul versante ionico, a esclusione della Tracia dove i rilievi digradano in una pianura costiera bassa e paludosa. Numerosi sono i golfi, tra i quali quello di Corinto e di Salonicco, mentre il Pireo, nei pressi di Atene, è il principale porto naturale del paese.
I maggiori fiumi che scorrono interamente in territorio greco e sfociano nel golfo di Salonicco sono il Vistrizza e il Peneo, che attraversa la pianura della Tessaglia, mentre in Bulgaria nascono il Vardar, lo Struma e il Nesta, che attraversano la Macedonia e la Tessaglia e sfociano nell'Egeo.
Clima
Il clima della Grecia è di tipo mediterraneo, caratterizzato da estati calde e secche e inverni miti e piovosi. I rilievi del Pindo determinano, nella sezione occidentale, inverni caratterizzati da precipitazioni più frequenti e temperature più elevate rispetto alla sezione orientale, dove gli inverni sono più freddi e asciutti. La media annua della temperatura ad Atene è di circa 17 °C, con minime a gennaio di circa 1 °C e massime di circa 38 °C a luglio; la media annua delle precipitazioni è di circa 400 mm.
Flora e fauna
La Grecia ha una vegetazione assai varia. Nelle regioni pianeggianti crescono aranci, ulivi, datteri, melograni e fichi. Oltre i 1000 m si trovano boschi di alberi a foglia decidua e di sempreverdi, dominati da querce, pini, castagni e faggi, oltre a tulipani, giacinti e lauri. Nelle aree più elevate la vegetazione è di tipo alpino, con abeti e fiori quali anemoni e ciclamini e, oltre i 1500 m, muschi e licheni.
La fauna comprende cinghiali, orsi neri, linci, sciacalli, camosci, cervi, volpi, donnole e tassi. Tra gli uccelli vi sono falchi, pellicani, passeri, usignoli, tortore, fagiani, aironi bianchi e cicogne.
Popolazione
In base al censimento del 1993 la Grecia ha una popolazione di 10.470.460, con una densità di 79 persone per km2. La forma di insediamento prevalente è il villaggio rurale; in anni recenti si è verificato tuttavia un fenomeno di inurbamento che interessa soprattutto i centri di Atene e Salonicco nei cui distretti sono concentrate le principali attività economiche.
La composizione etnica del paese è estremamente omogenea: il 98% della popolazione è greca, il rimanente è rappresentato da esigue minoranze musulmane, slave, albanesi e armene.
Suddivisioni amministrative e città principali
Dal 1987 la Grecia è amministrativamente divisa nelle seguenti 13 regioni (diamerismata), a loro volta suddivise in dipartimenti (nomoi): Egeo settentrionale, Egeo meridionale, Attica, Creta, Epiro, Grecia centrale, Grecia occidentale, Isole Ioniche, Macedonia orientale e Tracia, Macedonia centrale, Macedonia occidentale, Peloponneso e Tessaglia. La Costituzione del 1975 riconobbe al monte Athos lo status di distretto autonomo.
Le municipalità (demes), rappresentate dalle città la cui popolazione supera i 100.000 abitanti, sono amministrate da un sindaco e da un Consiglio cittadino; le comunità da un presidente e da un Consiglio di comunità.
Oltre ad Atene, la capitale (3.096.775 abitanti nell'area urbana nel 1991), e a Salonicco (378.000 abitanti circa nel 1991), altri centri importanti del paese sono Patrasso, centro portuale nel Peloponneso, Larissa e Volos, in Tessaglia, e Candia, importante centro portuale e commerciale sull'isola di Creta.
Lingua e religione
La maggior parte della popolazione parla il greco. Circa il 97% è seguace della Chiesa ortodossa di Grecia; il rimanente 3% è composto da musulmani, cattolici, protestanti e monofisiti (cristiani armeni).
Istruzione e cultura

L'istruzione in Grecia è obbligatoria dai 6 ai 15 anni. Nel 1928, circa il 40% della popolazione al di sopra dei 15 anni era analfabeta; a metà degli anni Ottanta il tasso di analfabetismo era sceso a meno dell'8%. Le principali università del paese sono quelle di Atene, dove si trova anche un Politecnico, di Salonicco e di Patrasso: a metà degli anni Ottanta più di 180.000 studenti frequentavano istituti di istruzione superiore.
La cultura dell'antica Grecia influenzò in modo determinante lo sviluppo dell'intera civiltà occidentale. Per approfondimenti vedi: Arte drammatica; Arte e architettura greca; Letteratura greca; Musica greca; Filosofia greca; Mitologia greca; Giochi olimpici.
Biblioteche e musei
Molti sono i musei che conservano importanti reperti della Grecia antica. Tra questi, il Museo Archeologico Nazionale, il Museo Bizantino e il Museo dell'Acropoli, tutti ad Atene, il Museo Archeologico di Olimpia, che espone un'importante collezione di bronzi antichi, e il Museo Archeologico di Candia, a Creta, dove si possono ammirare splendide testimonianze dell'arte minoica. Atene è inoltre sede della Biblioteca Nazionale di Grecia.
Economia
L'agricoltura riveste un ruolo importante nell'economia greca, mentre lo sviluppo del settore industriale, in particolar modo manifatturiero, fu ostacolato dalla mancanza di combustibile e dalle difficoltà di sfruttamento del potenziale idroelettrico del paese. Nel 1970, tuttavia, i settori chimico, metallurgico e tessile registrarono un discreto sviluppo. Nel decennio successivo lo sfruttamento dei giacimenti di petrolio situati nel mar Egeo settentrionale diede ulteriore impulso all'economia del paese. La Grecia vanta oggi una fiorente industria del turismo, attratto dalla presenza di innumerevoli luoghi di grande interesse paesaggistico e archeologico. Il paese è membro dell'Unione Europea dal 1981.
Agricoltura
L'agricoltura impiega circa il 15% della forza lavoro del paese e contribuisce nella medesima percentuale alla formazione del prodotto interno lordo. I metodi di coltivazione rimangono tuttavia ancora arretrati e limitate le estensioni dei terreni dai quali ricavare validi raccolti. I prodotti principali sono frumento, orzo, mais, tabacco, pomodori, arance, uva e olive. Importanti le coltivazioni di cotone, di cui il paese è il maggior produttore in Europa.
L'allevamento di bovini, ovini e animali da cortile, la silvicoltura e la pesca costituiscono risorse di modesta importanza.
Industria
Circa un quinto della forza lavoro è impiegata nell'industria, che contribuisce per il 18% alla formazione del prodotto interno lordo. Fiorenti sono i settori metallurgico, alimentare (produzione di vino, olio, zucchero), tessile (cotonifici e capi di abbigliamento), chimico e siderurgico. L'attività estrattiva, di modesto rilievo, poggia su riserve di lignite, bauxite, ferro, magnesite, sale, zinco, argento e piombo.
Flussi monetari e commercio
La valuta ufficiale del paese è la dracma, emessa dalla Banca di Grecia, controllata dallo stato. Le principali banche commerciali sono la Banca Nazionale di Grecia e la Banca Agricola di Grecia.
Il paese registra un pesante squilibrio tra importazioni ed esportazioni, risolto in parte dai proventi derivati dal turismo e dai contributi dell'Unione Europea. Alla fine degli anni Ottanta il valore delle importazioni ammontava a 12 miliardi di dollari, quello delle esportazioni a 5,9 miliardi di dollari. I principali prodotti di importazione sono macchinari e mezzi di trasporto, petrolio e suoi derivati, derrate alimentari, prodotti chimici e manufatti industriali. Esportati sono invece frutta e ortaggi, capi di abbigliamento, tessuti, tabacco, metalli non ferrosi, ferro ed acciaio. I principali partner commerciali sono Germania, Italia, Giappone, Stati Uniti, Francia, Paesi Bassi e Gran Bretagna.
Trasporti
Le reti stradali e ferroviarie del paese non hanno ancora raggiunto uno sviluppo adeguato a garantire un sistema di trasporti sicuro ed efficiente. Maggiormente sviluppati sono i trasporti via mare (la Grecia vanta una delle flotte mercantili più importanti del mondo) e via aerea, che consentono agevoli collegamenti tra gran parte delle isole. I principali aeroporti hanno sede ad Atene, Salonicco e Alexandroupolis e la compagnia di bandiera è l'Olympic Airways.
Ordinamento dello stato
Nel settembre del 1968 l'elettorato greco approvò una nuova Costituzione, emessa dalla giunta militare, in base alla quale il re fu privato di gran parte dell'autorità conferitagli dalla Costituzione del 1952. Il 1° giugno 1973 il Consiglio dei ministri abolì la monarchia e proclamò la repubblica unitaria.
Il 1° giugno 1975 fu promulgata una Costituzione che affidava la guida del paese al presidente, capo di stato e comandante in capo delle forze armate. Il presidente, eletto dal Parlamento per un periodo di cinque anni, designa un premier appartenente al più influente partito in Parlamento e deve accettare il gabinetto da lui scelto. Il presidente ha inoltre potere di veto legislativo, di sospendere il Parlamento fino a trenta giorni, di scioglierlo e di indire nuove elezioni. Al Parlamento, composto da un numero di membri che varia da 200 a 300, compete la funzione legislativa.
I casi ordinari civili e penali sono affidati a Corti di prima istanza le quali possono ricorrere alle Corti di appello e, infine, alla Corte suprema. La Costituzione del 1975 istituì un Tribunale supremo per trattare le più alte questioni costituzionali.
La Grecia è membro dell'Organizzazione del trattato dell'Atlantico del Nord (NATO).
Storia
Per la storia della Grecia dalle origini al VI secolo d.C., vedi Grecia antica.
Dal VI all'VIII secolo le tribù slave provenienti da nord invasero la penisola, occupando l'Illiria e la Tracia e fondandovi stabili insediamenti, ai quali si aggiunsero poi quelli di valacchi, albanesi ed ebrei. L'avversione al dominio politico e religioso di Bisanzio, l'occupazione araba di Creta e quella della Grecia continentale da parte dei bulgari caratterizzarono i secoli successivi e crearono nel paese una situazione di instabilità che lo rese vulnerabile alle invasioni dei crociati. Al termine della IV crociata, nel 1204, essi divisero l'impero bizantino in diversi regni indipendenti, tra i quali il Ducato di Atene, controllato successivamente da sovrani francesi, spagnoli e italiani.
Dominazione ottomana
Nel 1453 il sultano Maometto II conquistò Costantinopoli e volse quindi la sua attenzione al Peloponneso e all'Attica; nel 1460 queste regioni divennero parte dell'impero ottomano. Da allora e per due secoli i turchi si contrapposero a Venezia in un lungo braccio di ferro per il predominio sul Mediterraneo orientale. Un breve periodo di dominio veneziano nel Peloponneso (1699-1718) fu l'unica interruzione della supremazia turca, che si prolungò fino al XIX secolo.
Il sorgere del movimento nazionalista
Il movimento nazionalista greco ebbe origine sul finire del XVIII secolo, promosso e fomentato con finalità antiturche dalla Russia, che prese a incitare i cristiani greco-ortodossi a ribellarsi al dominio del sultano; influenza ancora maggiore ebbero gli ideali della Rivoluzione francese. Una società segreta, l'Associazione degli amici (Hetairia), venne fondata nel 1814 e nel 1821 il suo leader, Alexander Ypsilanti (ex aiutante di campo dello zar Alessandro I) entrò a Jassy, capitale della Moldavia turca, a capo di un piccolo drappello di patrioti, e vi proclamò l'indipendenza della Grecia. La rivolta si risolse tuttavia in un disastro per l'inatteso rifiuto dello zar di sostenere il moto rivoluzionario.
Guerra di indipendenza
Non interrompendo comunque l'azione e inaugurando la prima fase della guerra d'indipendenza greca (1821-1824), i patrioti greci conquistarono alla loro causa diversi paesi e molti volontari. Nel 1824 il sultano Mahmud II si vide costretto a chiedere aiuto al pascià d'Egitto Muhammad Alì. Le truppe egiziane si spinsero fino al Peloponneso; l'accordo, che nel 1827 permise a un'Assemblea nazionale greca di approvare una Costituzione ed eleggere quale primo presidente della repubblica lo statista greco-russo Ioánnis Antónios Kapodístrias si rivelò tuttavia solo temporaneo.
Le potenze intervengono
Nel 1827 Francia, Gran Bretagna e Russia avanzarono al sultano la richiesta di un armistizio con i rivoltosi; al rifiuto loro opposto, esse inviarono una forza navale congiunta che ebbe la meglio sulla flotta turca nella battaglia di Navarino. Nel 1829 il trattato di Adrianopoli pose fine al confronto (che aveva fatto anche da cornice a una guerra russo-turca combattuta nel 1828-1829), sancendo il riconoscimento dell'indipendenza greca. Nel 1830 Francia, Gran Bretagna e Russia dichiararono la Grecia regno autonomo sotto la loro comune protezione, assegnandole un territorio considerevolmente meno esteso rispetto alle attese dei nazionalisti.
Il regno di Ottone I
Seguì un lungo periodo di agitazioni. Mentre le potenze cercavano un sovrano per la Grecia, l'amministrazione del paese fu lasciata a Kapodístrias, che governò in modo dittatoriale sino al suo assassinio nel 1831. Nel 1832 Ottone di Wittelsbach accettò il trono a lui offerto dalle potenze europee e l'anno seguente fu incoronato come Ottone I di Grecia.
Nel 1843 una sanguinosa rivoluzione costrinse il re a concedere una nuova e più liberale carta costituzionale. Nuovi motivi di contrasto sorsero quando il re accettò l'occupazione francese e inglese del Pireo per evitare una alleanza russo-greca durante la guerra di Crimea del 1854-1856. L'esercito depose Ottone nel 1862 offrendo la corona al secondogenito del re di Danimarca, salito al trono col nome di Giorgio I (1863). L'anno seguente una nuova Costituzione liberale garantì il suffragio universale maschile e la creazione di un Parlamento bicamerale.
La questione territoriale
Durante l'ultimo decennio del XIX secolo il regno greco tentò in ogni modo di estendere il proprio territorio. A seguito della sconfitta della Turchia nella guerra del 1877-78, il congresso di Berlino apportò alcune modifiche ai confini settentrionali della Grecia, assegnandole la Tessaglia e parte dell'Epiro. La Turchia rifiutò queste decisioni, ma il governo greco ne rivendicò l'applicazione nel 1885 in occasione della nuova crisi scoppiata nella regione a seguito dell'annessione della Rumelia alla Bulgaria. In questo caso furono le potenze europee a bloccare preventivamente Atene. Due anni dopo il governo greco sostenne il moto indipendentista scoppiato a Creta rifiutando l'invito delle potenze europee ad astenersi da ogni azione. Azioni terroristiche contro postazioni turche in Macedonia provocarono un conflitto che la Grecia non era preparata ad affrontare e che si risolse in una prevedibile disfatta; solo l'intervento diplomatico russo fermò la reazione turca. Nel 1906 l'Assemblea nazionale proclamò la riunificazione di Creta alla Grecia.
Le guerre balcaniche
Quando nel 1912 la Macedonia venne invasa dalle truppe ottomane, Grecia, Serbia, Bulgaria e Montenegro dichiararono guerra alla Turchia (vedi Guerre balcaniche). La sconfitta militare del sultano nel conflitto combattuto tra il 1912 e il 1913 fu totale, tanto che i termini del trattato di pace di Londra gli imposero l'abbandono di ogni pretesa di sovranità su territori europei, con l'eccezione di una limitata area circostante Istanbul. A seguito del trattato di Bucarest del 1913, il governo di Atene vide quasi raddoppiati popolazione e confini nazionali, che giunsero a comprendere anche la tanto contesa Macedonia.
La prima guerra mondiale
Benché allo scoppio della prima guerra mondiale la Grecia si proclamasse neutrale, re Constantino I si fece aperto promotore di una linea filotedesca che lo mise in aperto conflitto con il primo ministro Eleutherios Venizelos che nel 1916, sotto la protezione anglo-francese, istituì a Salonicco un governo di opposizione al re. Quest'ultimo nel 1917 abdicò in favore del secondogenito Alessandro. Richiamato al governo ufficiale del paese, Venizelos ottenne dal nuovo sovrano l'entrata in guerra a fianco delle potenze dell'Intesa.
Nell'organizzazione territoriale della regione balcanica stabilita nel dopoguerra, la Grecia ricevette la Tracia occidentale dalla Bulgaria, quella orientale dalla Turchia e molte isole egee; rivendicando anche Smirne, truppe greche sbarcarono nei pressi della città nel 1919, andando incontro alla decisa reazione degli abitanti.
Alla morte di Alessandro, nel 1920, il rifiuto della corona da parte del fratello Paolo riaprì l'accesso al trono a Costantino: questi fu confermato re da un referendum popolare, nonostante la manifesta disapprovazione anglo-francese. La disfatta patita sul campo nella campagna per Smirne nel 1922 provocò la ribellione dell'esercito che istituì un regime guidato dal generale Nicholas Plastaras. Nel 1923 il trattato di Losanna assegnò definitivamente Smirne alla Turchia.
La parentesi repubblicana
Negli anni successivi alla prima guerra mondiale ci fu un massiccio ridislocamento di popolazione tra Grecia e Turchia. I turchi che abbandonarono i territori diventati greci furono 600.000; un milione di greci lasciarono a loro volta l'Anatolia. I rifugiati greci andarono a ingrossare le file della fazione antimonarchica che costrinse all'esilio il nuovo sovrano Giorgio II, sin lì semplice fantoccio nelle mani del regime militare. Il Parlamento proclamò la Repubblica di Grecia (1924); nel 1925 il generale Pangalos assunse tutti i poteri, ma un anno dopo venne a sua volta deposto da un golpe guidato dal generale Kondylis. Questi indisse nuove elezioni che dettero solo un ristrettissimo margine di maggioranza alla coalizione repubblicana rispetto al blocco monarchico-conservatore, sufficiente tuttavia a permettere i lavori per la stesura della nuova Costituzione che venne promulgata nel 1927. Nel 1928 il ritorno di Venizelos alla politica attiva riaprì al quadro istituzionale greco prospettive di stabilità.
Restaurazione della monarchia e colpo di stato
Venizelos rafforzò le relazioni internazionali della Grecia, firmando nel 1928 un patto di amicizia con l'Italia, un anno dopo uno con la Iugoslavia e un terzo con la Turchia nel 1930. Nel 1932 egli perse le elezioni; nel 1935 una ribellione di militari repubblicani fu sedata dall'opposto partito interno filomonarchico guidato dal generale Kondylis che, obbligato il primo ministro Tsaldaris alle dimissioni, per la seconda volta assunse poteri dittatoriali. Organizzato un plebiscito, nel 1935 il regime decise la sospensione della Costituzione repubblicana e la sua sostituzione con quella monarchica del 1911; Giorgio II venne richiamato sul trono alla fine dell'anno. Nel 1936 il generale Ioánnis Metaxás, leader del Partito della libera opinione e forte del sostegno dell'esercito, prese in mano la situazione e con un colpo di stato istituì un regime personale, proclamò la legge marziale e mise fuori legge partiti, sindacati e ogni tipo di opposizione.
La seconda guerra mondiale
Nel 1939 l'Italia di Mussolini aggredì l'Albania e nel 1940 la Grecia. Inaspettatamente i greci resistettero con successo e nel dicembre iniziarono il contrattacco. La disfatta italiana fu evitata solo dalle truppe tedesche, che in breve schiacciarono le forze greche. Un armistizio venne firmato il 23 aprile 1941 e quattro giorni dopo i nazisti entravano ad Atene, istituendo un governo collaborazionista. Giorgio II fuggì prima a Creta, poi al Cairo e a Londra.
A partire dalla fine del 1943 cominciò a organizzarsi in Grecia un'intensa attività di resistenza armata. Tra le principali formazioni la più radicata tra la popolazione era l'EAM, il Fronte di liberazione nazionale, che univa diverse organizzazioni politiche, sindacali e sociali progressiste e che aveva il proprio braccio armato nell'ELAS (Esercito popolare di liberazione nazionale); l'EDES (il Fronte democratico di liberazione nazionale) era espressione di ambienti più moderati e conservatori. Dopo lo sbarco alleato in Sicilia, avvicinandosi la prospettiva della liberazione dall'occupazione nazista, le forze dell'EAM e dell'EDES cominciarono a lottare tra loro per assicurarsi il controllo del paese; nel maggio 1944, tuttavia, le parti trovarono un accordo per costituire un governo congiunto.
La guerra civile
Il nuovo governo si insediò ufficialmente nell'ottobre 1944, dopo il ritiro tedesco dalla Grecia. Il primo ministro Georgios Papandreu ordinò all'ELAS la smobilitazione, ottenendone un rifiuto. Subito truppe inglesi furono spostate ad Atene, ma ciò non impedì lo scoppio della guerra civile dopo che in dicembre la polizia sparò sui dimostranti nel corso di una manifestazione dell'ELAS. L'aiuto inglese rovesciò presto la situazione a favore delle forze governative. Nel febbraio 1945 l'ELAS rinunciò alla lotta armata in cambio del permesso all'EAM di svolgere attività politica.
Le prime elezioni generali del dopoguerra (1946) videro l'affermazione del partito monarchico, duramente contestata dall'EAM che denunciò irregolarità nel voto. Il referendum istituzionale del successivo 1° settembre 1946 riportò Giorgio II sul trono. Qualche mese dopo Giorgio morì e gli subentrò il fratello Paolo I.
Nel frattempo le forze armate clandestine del Partito comunista greco si rafforzavano nelle regioni settentrionali. Nel 1947 la Gran Bretagna chiese agli Stati Uniti di assumersi la funzione di garante sin lì svolta da Londra sulla regione, ricevendo da Washington una risposta affermativa. L'arrivo di armi e consiglieri americani permise alle forze governative di sferrare nell'estate del 1948 un deciso attacco alle forze ribelli, che capitolarono (ottobre 1949).
Gli instabili anni Cinquanta e Sessanta
L'economia greca progredì sensibilmente: sul piano internazionale il governo di Atene decise l'ingresso nella NATO nel 1951. Nel 1952 le elezioni vennero vinte dal fronte conservatore guidato da Alexandros Papagos al quale, nel 1955, subentrò Konstantínos Karamanlis, che alla successiva tornata elettorale mantenne la maggioranza dei seggi in Parlamento, ma non quella dei voti popolari espressi, andata invece al cartello delle opposizioni dell'Unione democratica.
Uno dei temi dominanti il dibattito politico degli anni Cinquanta fu l'unificazione alla Grecia dell'isola di Cipro. La richiesta avanzata dal governo Papagos di un plebiscito sulla questione dell'unione fu contestata dalla Gran Bretagna, mentre la Turchia avanzava a sua volta diritti sull'isola. Nel 1955 Grecia, Gran Bretagna e Turchia aprirono trattative che nel 1959 sfociarono nella decisione di riconoscere a Cipro la piena indipendenza, iniziata nell'agosto del 1960.
In occasione delle elezioni del 1961 vinte dal blocco governativo di Karamanlis, il nuovo partito dell'Unione di Centro guidato da Georgios Papandreu rifiutò di riconoscere il risultato elettorale. Il passaggio di consegne avvenne comunque nel febbraio del 1964, quando l'Unione di Centro ottenne la maggioranza assoluta dei voti.
Costantino II
Il 6 marzo dello stesso anno salì al trono Costantino II. Nel corso del 1965 egli entrò in forte contrasto con il premier Papandreu, deciso a epurare l'esercito da ogni tipo di influenza politica, e lo sospese dall'incarico. Seguirono diversi "governi del re", mentre crescevano i segnali di un organizzarsi degli elementi conservatori nelle file dell'esercito. Nel marzo 1967 il primo ministro Panayiotis Kanellopoulos sciolse il Parlamento e indisse elezioni anticipate per il maggio successivo.
I "colonnelli" al potere
Con un colpo di stato, il 21 aprile 1967 un gruppo di ufficiali dell'esercito assunse il potere. La giunta militare emise una serie di decreti atti a sospendere la maggior parte delle libertà civili, istituendo un gabinetto guidato dal colonnello Georgios Papadopulos, subito distintosi per la durezza della repressione verso ogni opposizione politica. Il 1° giugno 1973 il governo abolì la monarchia e proclamò la repubblica, con Papadopulos alla presidenza.
Caduta della giunta
Forti proteste studentesche nell'autunno del 1973 portarono alla reintroduzione della legge marziale, e furono l'occasione per un nuovo golpe militare che, rovesciato Papadopulos, portò al potere il generale Phaidon Gizikis, travolto poco dopo dal fallimento dell'azione militare promossa a Cipro. L'opposizione popolare indusse la giunta militare a dimettersi (1974), a richiamare dall'esilio Karamanlis e ad affidargli la guida della nazione. Elezioni libere confermarono il governo di Karamanlis e del suo Nuovo partito democratico, mentre una nuova Costituzione repubblicana fu approvata nel 1975.
Legami rinnovati con l'Europa
Il nuovo regime democratico lavorò per ridare al paese un minimo di stabilità interna e per riallacciare i legami con la comunità internazionale. Dopo la crisi di Cipro del 1974 la Grecia si era ritirata dalla NATO; nel 1980 il governo di Atene rientrò pienamente entro le strutture atlantiche e nel 1981 entrò nell'Unione Europea. Nelle elezioni parlamentari di quell'anno il Movimento socialista panellenico (Pasok) di Andreas Papandreu, figlio di Georgios, vinse in modo netto, costituendo il primo governo socialista della storia greca.
Nel 1989 gli succedette un gabinetto guidato dal leader del Nuovo partito democratico Tzannis Tzannetakis. Nell'ottobre 1993 Papandreu ritornò al potere: alla sua morte, tre anni dopo, il Pasok conservò, pur diviso da polemiche interne, la guida del paese con Constantine Simitis.
Una complicata situazione geopolitica
Oltre alla difficile situazione economica, che ha visto tra il 1996 e il 1997 un'ondata di scioperi che ha paralizzato tutto il paese, negli anni Novanta la Grecia ha dovuto fronteggiare varie questioni che la contrappongono ai suoi vicini. Primo tra tutti il vecchio e mai risolto contenzioso storico con la Turchia, alimentato negli ultimi anni dalla questione di Cipro, dalla questione curda e dal disaccordo sul limite delle acque territoriali tra la costa turca e alcune isole greche.
Un'altra questione è stata quella del nome assunto dalla Repubblica di Macedonia dopo la dissoluzione della Federazione iugoslava. La Grecia si è infatti energicamente contrapposta all'utilizzo del nome "Macedonia", ritenendolo parte del suo patrimonio storico e culturale, ma anche temendo rivendicazioni territoriali sull'omonima provincia greca.
Una terza questione è emersa nel momento di maggiore crisi del nuovo corso albanese, quando l'Albania ha accusato circoli nazionalistici greci di fomentare la minoranza greca per annettersi il Sud del paese.

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