Wittgenstein

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Testo

IL LINGUAGGIO

“IL LIMITE DEL MIO MONDO и IL LIMITE DEL MIO LINGUAGGIO

FATTI e LINGUAGGIO :

La filosofia di Wittgenstein и sostanzialmente una teoria del linguaggio.
I termini su cui essa si avvale infatti sono sostanzialmente due:il mondo come totalitа dei fatti,e il linguaggio come totalitа di proposizioni che significano i fatti stessi. Le proposizioni,a loro volta(in quanto parole,segni,suoni ecc…)sono fatti,ma a differenza degli altri fatti che accadono o si mostrano ma sono muti,significano e significano per l’appunto fatti.
Nel Trattatus il rapporto tra i fatti del mondo e quelli riguardanti il linguaggio viene espresso dalla tesi che IL LINGUAGGIO и LA RAFFIGURAZIONE LOGICA DEL MONDO.
Non esiste una sfera del “Pensiero” o della “Conoscenza” che faccia da mediazione tra il mondo e il linguaggio.
NON и ESPRIMIBILE O PENSABILE NULLA CHE NON SIA UN FATTO DEL MONDO.
Questo и un presupposto empirico fondamentale per la filosofia di Wittgenstein.
Quindi mondo = totalitа dei fatti e piщ precisamente LA TOTALITA’ DEI FATTI ATOMICI cioи quelli che accadono indipendentemente l’uno dall’altro.
Ogni fatto complesso и costituito da fatti atomici,e a sua volta un fatto atomico и costituito da OGGETTI SEMPLICI cioи indecomponibili,che costituiscono la sostanza del mondo.
L’insieme dei modi determinati in cui gli oggetti possono combinarsi nei fatti atomici si chiama FORMA degli oggetti.
La forma degli oggetti и peraltro la struttura del fatto atomico e in tal senso sono forme degli oggetti lo spazio,il tempo e il colore..
Secondo Wittgenstein gli oggetti entrano a comporre egualmente i fatti atomici che sono gli elementi costitutivi del mondo e,sotto forma di Nomi,le preposizioni che sono gli elementi costitutivi del linguaggio.
Infatti le preposizioni secondo il filosofo sono le raffigurazioni di un fatto,ma non nel senso di copia ma come RAFFIGURAZIONE FORMALE O LOGICA del fatto,cioи di rappresentare una determinata configurazione possibile di oggetti che costituiscono il fatto. Ogni raffigurazione deve avere qualcosa in comune con la realtа raffigurata. La proposizione ha in comune con il fatto atomico la forma degli oggetti. Ciт stabilisce la connessione necessaria tra le proposizioni e i fatti:connessione che da un lato rende raffigurabili e quindi esprimibili i fatti del linguaggio,dall’altro rende valido cioи dotato di senso,il linguaggio stesso,garantendogli l’accordo con il mondo. Secondo Wittgenstein Da una proposizione elementare non si puт determinarne un’altra,poichй ognuna concerne un fatto atomico e ogni fatto atomico и indipendente dall’altro.
Non esiste un nesso casuale che giustifichi tali inferenze e pertanto и impossibile inferire gli eventi presenti da quelli futuri.
“La credenza nel nesso casuale и la superstizione”

Wittgenstein afferma che non esistono leggi naturali. Le leggi e quindi la regolaritа appartengono solo alla logica “Fuori dalla logica tutto и accidente”.
accanto alle proposizioni che concernono i fatti Leibniz ammetteva “Le veritа di ragione” e Hume veritа che concernono “Relazioni tra idee” ed entrambi gli attribuivano la “Necessitа”nel senso che la negazione di esse implica contraddizione. Wittgenstein invece ammette,accanto alle proposizioni elementari che esprimono la possibilitа dei fatti e sono vere quanto i fatti che le confermano,altre proposizioni che esprimono la possibilitа generale o essenziale dei fatti ma che sono vere indipendentemente dai fatti stessi. Tali proposizioni sono dette TAUTOLOGIE e la trattazioni di esse costituisce uno dei maggiori contributi di Wittgenstein alla teoria della logica.
La proposizione piove esprime la possibilitа di un fatto ed и vera se il fatto accade,quindi se in realtа piove. La proposizione non piove esprime anch’essa la possibilitа di un fatto ed и vera se in realtа non piove. Ma le due proposizioni esprimono TUTTE le possibilitа che si riferiscono al tempo.Essa и vera indipendentemente dal tempo che fa,e il fatto che piova o non piova non la conferma ne la smentisce.
La proposizione questo scapolo и sposato non esprime un fatto ma un’impossibilitа ed и pertanto falsa indipendentemente dal fatto.
In conclusione:piove o non piove=tautologia;lo scapolo и sposato=contraddizione.
Tautologia e contraddizione sono rispettivamente necessariamente vera e necessariamente falsa indipendentemente da ogni conferma.
Secondo Wittgenstein ciт accade perchй la tautologia и vera e la contraddizione falsa per tutte le possibilitа di veritа delle proposizioni elementari che le costituiscono :o in altri termini la prima и vera e la seconda falsa qualunque cosa accada.
Ma ciт vuol dire pure che la tautologia e le contraddizioni non sono raffigurazione della realtа,cioи non rappresentano alcuna situazione possibile.
La prima permette ogni situazione possibile,la seconda nessuna. Esse pertanto non sono provviste di senso come lo sono le proposizioni elementari;non si possono tuttavia neppure dichiarare nonsensi,perchй appartengono al simbolismo e cioи costituiscono il campo della logica e della matematica.
Wittgenstein ha cosм risposta alla dicotomia instaurata da Hume come distinzione tra proposizioni significanti che esprimono fatti possibili,e proposizioni non significanti ma vere che sono tautologie.
Come Hume ammette che ci sono proposizioni ne significanti ne tautologiche:i nonsensi. La maggior parte delle proposizioni filosofiche sono non sensi:e derivano cioи dal fatto che non si comprende la logica del linguaggio.
Da un lato infatti le proposizioni significanti sono l’appannaggio delle scienze naturali,e non consentono alcuna inferenza al di lа di ciт che mostrano o manifestano. Dall’altro le tautologie di cui si occupa la logica,concernano solo la forma delle proposizioni e non consentono di dir nulla sulla realtа o sul mondo. Nessuna delle due consente quindi alcuna generalizzazione filosofica,alcuna visione o intuizione del mondo nella sua totalitа. L’unico compito positivo della filosofia и quello di essere una critica del linguaggio,cioи una chiarificazione logica del pensiero.
La filosofia diventa cosм non una dottrina ma un’attivitа e il suo scopo non и quello di produrre proposizioni filosofiche ma di chiarirne il significato.
“La filosofia deve chiarire e delimitare nettamente i pensieri che altrimenti sarebbero torbidi e indistinti.”

И questo appunto il compito a cui и dedicato il Trattato logico-filosofico.
Tutte le tesi di quest’opera sono condizionate dal principio che il mondo и costituito di fatti,e questi fatti accadono e si manifestano in quegli altri fatti che sono le proposizioni significanti. Cosм i limiti del linguaggio sono i limiti del mondo e” i limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo”cioи di tutto ciт che io posso capire ,pensare ed esprimere.
Da questo punto di vista non si puт neppure parlare del mondo nella sua totalitа,che non и mai un fatto. fatti costituiscono e le proposizioni manifestano il come del mondo,le sue determinazioni,non il che,la sua essenza totale unica,il suo valore il suo perchй.
Il valore и un dover essere e non и mai un fatto o anche se lo fosse cesserebbe di essere valore;sicchй nel mondo non c’и alcun valore e se ci fosse non avrebbe valore.
Non esistono neppure proposizioni di etica,l’etica и inesprimibile.
Ne si puт parlare di morte che non и un fatto(la morte non и un evento di vita…la morte non si vive.)
Tutti i problemi relativi al mondo,alla vita e morte umana,non si possono porre:non possono trovar risposta perchй non sono domande.
Eppure Wittgenstein non nega che l’inesprimibile ci sia anzi egli dice:”mostra se ,и il Mistico”
Ma su cosa significhi questo esserci dell’inesprimibile non dice nulla,e quanto al mostrarsi di questo avviene in silenzio.
Una volta che si и mostrato che tutte le domande metafisiche non hanno un senso e che di ciт di cui non si puт parlare si deve tacere,non rimane piщ nessuna domanda.
Ecco dunque la risposta:il problema della vita и superato quando svanisce.

LA TEORIA DEI GIOCHI LINGUISTICI

Gli incontri con alcuni esponenti del circolo di Vienna, e scambi con il logico ed economista inglese. Ramsey gli forniscono l’occasione per un radicale ripensamento della tesi del Trattatus.In particolare Ramsey da un latro accetta la teoria delle proposizioni complesse come funzione di veritа di quelle elementari,dall’altro attribuisce alle espressioni linguistiche un ruolo pratico nell’orientare il comportamento umano.
Per lui il significato effettivo delle proposizioni non deriva solo dal rapporto reciproco tra le espressioni e delle espressioni con gli oggetti designati,ma anche dalle credenze che gli uomini attribuiscono ad esse,dall’uso che gli uomini ne fanno e delle quali и possibile stabilirne le regole
Sulla base di ciт Wittgenstein rinnega le sue teorie. L’ideale del linguaggio deve essere trovato nella sua stessa realtа.
Il Trattatus aveva delineato un linguaggio ideale,logicamente perfetto,a cui quello reale doveva adattarsi e sul quale commisurava la sua significanza e la sua funzionalitа,e ne aveva identificato lo scopo nella raffigurazione di un fatto.
Nelle Osservazioni filosofiche scrive invece:”che strano se la logica si dovesse occupare del linguaggio ‘ideale’ e non del nostro!cosa dovrebbe infatti quel linguaggio ideale?di certo quello che noi esprimiamo nel nostro linguaggio abituale,ma allora la logica non puт occuparsi di questo. Oppure di qualcos’altro:ma come posso semplicemente sapere di cosa puт trattarsi?”In quest’ottica comprendere il linguaggio non vuol dire soltanto compiere un’azione mentale ma attuarne il senso e la spiegazione del significato non и unica e univoca ma particolare e contingente e quindi chiarisce i dubbi di una determinata situazione. Il significato dunque non и una cosa ideale fissata una volta per tutte .Eppure l’uso di questo linguaggio и ancora una volta interpretabile come un calcolo mediante il quale gli uomini cercano di prevedere le esperienze future. Anche attraverso una diversa analisi logica delle proposizioni Wittgenstein ritiene che le proposizioni elementari possono assumere forme diverse e imprevedibili,non predeterminate dagli schemi della logica. Il linguaggio dunque non и piщ inteso come un simbolismo sottoposto alle regole del calcolo matematico anzi il filosofo contesta proprio questa propensione a logicizzare.Le ricerche filosofiche sviluppano cosм la nozione di gioco linguistico:il linguaggio и un processo simbolico nel quale i significati non sono dati dal riferimento univoco alle cose,di cui sono la descrizione;esso и una forma di vita lo svolgimento di un’attivitа governata da regole diverse a seconda delle circostanze,delle intenzioni etc etc…Non esiste un modello che unifica tutte le forme ma diversi usi che si modificano e aumentano poichй il mutare delle esigenze umane determina l’insorgenza di giochi nuovi;questa vaghezza che и ineliminabile non rappresenta perт la debolezza del linguaggio ma il motivo per il quale questo funziona prestandosi alle piщ diverse esigenze. I giochi si possono raggruppare in famiglie e questi raggruppamenti possono essere molteplici e vari. Non esiste un’unica gerarchia ,una serie di principi da cui si derivano le altre preposizioni ma piщ ambiti diversi accomunati tra loro ancora una volta in modo analogico e non gerarchico. Una proposizione acquista un significato chiaro e univoco solo all’interno di un determinato codice non piщ all’esterno. Il significato inteso come un’entitа interiore al soggetto che fa uso del linguaggio,cioи come rappresentazione mentale,svanisce e lascia il posto a un’idea di significato inteso come formazione pubblica intersoggettiva.Le regole che governano il gioco linguistico sono una serie di atti che noi ci apprestiamo a seguire e ai quali siamo addestrati “seguire la regola и una prassi”,” Queste regole perт non sono affatto rigorose anzi quasi sempre inespresse e spesso inconsapevoli ;gli usi non sono contenuti nelle regole nй negli usi precedenti ma sono soggetti a infinite interpretazioni;seguire una regola vuol dire semplicemente compiere un’adeguazione di massima a una prassi diffusa(ecco perchй le regole non possono essere individuali) che perт lascia spazio all’appropriazione personale e all’adattamento. Ma allora cos’и il linguaggio?Wittgenstein si rifiuta di rispondere a questa domande,spiegando che il peccato originale della filosofia da Socrate a Freud и proprio l’aver privilegiato sempre il generale,l’universale piuttosto che il particolare e il differente. L’eterogeneitа dei giochi linguistici и tale che non si puт neppure ridurli sotto un concetto comune,le loro relazioni possono essere caratterizzate come somiglianza di famiglie e come membri appartenenti ad un famiglia hanno le loro somiglianze diverse (statura,lineamenti..) i vari linguaggio hanno tra loro relazioni diverse che non possono essere ridotte a una soltanto e qualora avessero analogie sarebbero comunque sfumate.

La filosofia come analisi del linguaggio non puт pertanto avere il compito di rettificare il linguaggio e di portarlo alla sua forma compiuta o perfetta. Essa dice Wittgenstein non puт intaccare in nessun modo l’uso effettivo del linguaggio;puт in definitiva solamente descriverlo.
Non puт nemmeno fondarlo. La filosofia non spiega e non deduce nulla,ma si limita a porre le cose davanti a noi. Dal momento che ogni cosa и aperta alla vista non c’и nulla da spiegare. Ciт che appare nascosto lo и soltanto in virtщ della su semplicitа e familiaritа:non si nota perchй и sempre davanti ai nostri occhi,ed и sempre davanti i nostri occhi perchй и quel che piщ importa. La filosofia puт bensм paragonare tra loro i vari giochi linguistici e stabilire tra loro un ordine in vista di uno scopo particolare,ma questo sarа soltanto uno dei tanti ordini possibili.
Il concetto della filosofia come malattia e della cura di questa malattia come cessazione del filosofare domina la seconda fase del pensiero di Wittgenstein,come la prospettiva del silenzio mistico di fronte ai problemi filosofici aveva dominato la prima. Tuttavia,non esiste una cura definitiva:”Non c’и un metodo della filosofia,ma ci sono i metodi,per cosм dire,differenti terapie.”
Tutte queste terapie consistono nel riportare le parole dal loro uso metafisico al loro uso giornaliero e i loro risultati sono la scoperta di questo o quello non-senso o bernoccolo che l’intelletto si и procurato battendo la testa contro i limiti del linguaggio:i problemi filosofici dall’assunzione dei fenomeni linguistici in modalitа altre rispetto al loro impiego,non sono altro che interpretazioni erronee del linguaggio,poichй i problemi filosofici sorgono proprio quando il linguaggio fa vacanza.
I bernoccoli ci fanno vedere il valore della scoperta compiuta grazie alla filosofia,seppure essa in un altro senso non scopra nulla di nuovo che giа non sia all’interno del linguaggio. Eliminati i bernoccoli,cioи dissolvendo i non-sensi,l’attivitа filosofica guarisce e non fa che riportare le parole al loro uso quotidiano senza affermare nulla di suo. La filosofia si presenta insomma come la condizione di chi non puт non scontrarsi con il linguaggio ed и il risultato degli inganni perpetrati dal linguaggio stesso,e d’altro canto и lo strumento per liberarsi da tali errori.
Ciт non toglie che le stesse soluzioni che la filosofia и in grado di prospettare siano molteplici come lo sono i metodi che puт seguire.
In ogni caso il fine и che i problemi filosofici devono sparire definitivamente.

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