La bioetica

Materie:Appunti
Categoria:Filosofia

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Testo

LA BIOETICA
Il termine bioetica è un neologismo, nato negli anni ’70, per indicare lo studio delle problematiche relative alla responsabilità verso la vita e la morte. La bioetica nasce in una nuova situazione culturale e scientifica:
• MANCANZA DI MORALE ASSOLUTA: pluralismo dei valori e delle opzioni morali. Perciò è necessario stabilire dei principi.
• Grande e RAPIDO SVILUPPO SCIENTIFICO: i dilemmi etici nascono a causa dei progressi della biomedica e delle tecnologie applicate alla vita, che hanno reso possibili operazioni, prima impensabili, che possono cambiare la natura delle cose (per esempio la clonazione).
• DEMOCRATIZZAZIONE DELLA CULTURA, per cui si ricorre sempre più spesso alla discussione pubblica, in cui ognuno è libero di esprimere il proprio punto di vista.
JONAS: L’ETICA DELLA RESPONSABILITA’
• Bisogna considerare bene le conseguenze delle nostre azioni, ponendoci domande quali: “Se agisco in questo modo, che destino riserverò alle generazioni future, ai miei figli?”
• Non è sufficiente l’ETICA DELLE INTENZIONI, secondo la quale un atto è buono se compiuto da un cuore puro. Adesso sono molto più importanti le conseguenze, per questo dobbiamo misurare le nostre responsabilità.
• Bisogna rispettare l’uomo nel presente, ma anche nel futuro: bisogna agire in modo che una vita umana possa continuare ad esistere nel futuro. Le massime proposte da Jonas sono, infatti: “Sia fatta giustizia affinché non finisca il mondo”, “agisci in modo tale che gli effetti della tua azione non distruggano la possibilità futura di una vita siffatta”, “non compromettere le condizioni di una permanenza illimitata dell’umanità sulla terra”.
• Bisogna RISPETTARE L’UOMO per quello che è, per la sua integrità.
• Bisogna temere le conseguenze dei nostri atti (L’ETICA DELLA PAURA), così saremo costretti a tenere vivo il nostro senso di RESPONSABILITA’.
L’etica di Jonas è molto diversa da quella di Kant.
L’etica di Kant è un’etica dell’intenzione, cioè era più importante il motivo dell’atto che le sue conseguenze: se un atto era fatto a fin di bene, tale atto era buono, anche se le conseguenze erano nefaste.
Al contrario, Jonas pone l’accento sulle conseguenze dell’atto: secondo lui le buone intenzioni non sono sufficienti perché un’azione sia definita giusta e buona.
Inoltre, nell’etica kantiana la responsabilità è prettamente individuale, mentre per Jonas essa è collettiva, poiché le conseguenze degli atti non cadono solo su chi li ha commessi, ma su tutto il genere umano.
ENGELHARDT: L’ETICA RAZIONALE
• Nella società moderna vi sono molteplici punti di vista ed è naturale che tutti gli uomini non potranno mai essere sempre d’accordo. Per questo motivo la bioetica si deve sviluppare come una “struttura laica di razionalità in un’era d’incertezza”.
• La bioetica deve favorire attraverso l’argomentazione razionale, l’adattamento intellettuale reciproco fra le nuove possibilità tecnico-scientifiche e la sfera della cultura umana.
• Importanza del DIALOGO, finalizzato a trovare un accordo fra parti diverse, procedendo però nel rispetto di tali diversità.
SCARPELLI: L’ETICA DIALOGICA E PLURALISTA
L’aggettivo “dialogica” sottolinea l’importante ruolo assunto dal dialogo nell’etica di Scarpelli. L’aggettivo “pluralista”, invece, significa che tale etica prende in considerazione la pluralità dei valori e dei punti di vista, che spesso si oppongono l’uno all’altro in modo molto forte.
Scarpelli fa una distinzione fra principi e norme: i PRINCIPI indicano una linea generale di condotta da seguire, dei valori da rispettare; le NORME identificano invece i comportamenti dovuti, vietati o permessi.
Secondo Scarpelli dai principi non possono nascere delle norme.
Dal conflitto fra principi, infatti, si ha un dialogo costruttivo che va difeso: i principi devono poter essere confrontati e discussi (importanza del dialogo).
Il conflitto fra norme, invece, si conclude con l’invalidazione di tutte le norme tranne una, quella che vince.
CONCEZIONE LAICA E CONCEZIONE CATTOLICA DELLA BIOETICA
Oggigiorno sono soprattutto due le etiche che si scontrano e che su diversi punti sono inconciliabili: la concezione cattolica e quella laica. La prima segue l’ETICA DELLA “SACRALITA’ DELLA VITA”, secondo la quale la vita è sacra perché frutto della volontà divina, quindi sempre e in ogni caso inviolabile. La concezione laica, invece, sostiene l’ETICA DELLA “QUALITA’ DELLA VITA”.
La concezione laica della bioetica nega l’esistenza di un valore assoluto, di una verità che non ammette eccezioni. Tutti i doveri ne hanno una, per questo sono definiti prima facie. Le norme imposte sono quindi valide ed efficaci finché assicurano un soddisfacente livello di qualità della vita. Quando ciò non accade, occorre modificare la norma o cambiarla, poiché esse dipendono dalle circostanze storiche e sociali (non hanno valore assoluto). È quindi l’uomo, in base ai suoi bisogni, che con la sua volontà stabilisce le norme della moralità.
Secondo l’etica cattolica, ogni intervento tecnico o medico per modificare il corpo e i suoi organi è illecito. Il medico deve solo guarire, cioè ripristinare lo stato naturale del corpo, non modificarlo, perché questo significherebbe modificare il volere di Dio. Inoltre la valutazione individuale della qualità della vita è considerata secondaria rispetto alle norme dell’etica. L’unica libertà concessa all’uomo è quella di scegliere se obbedire a tali norme oppure no. In questo caso il comportamento viene giudicato moralmente illecito e l’individuo subisce una condanna morale da parte del resto della comunità.

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