Crizia

Materie:Riassunto
Categoria:Filosofia

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Testo

Al mito di Atlantide viene dedicato un dialogo rimasto incompiuto, intitolato Crizia, che è il proseguimento del Timeo.
Crizia racconta la preistoria di Atene, le sue mirabili gesta quando le toccò in sorte di fermare l’arrogante civiltà di Atlantide. (Non esiste alcuna traccia storica di un’isola denominata Atlantide prima che se ne parlasse nel Timeo, per cui, con tutta probabilità, il mito è un’invenzione di Platone).
Il dialogo contiene una breve descrizione dell’antica Atene, città nobile e fiorente, governata da leggi sagge e ordinate, e una più ampia di Atlantide, isola immensa, grande quanto la Libia e l’Asia messe insieme, che nel tempo si è corrotta.
Atlantide abbondava di risorse naturali, minerali, vegetali e animali, e aveva cittadini orgogliosi delle proprie ricchezze e dell’intensità dei traffici commerciali. Finchè i cittadini furono virtuosi e timorosi degli dei la città prosperò, quando invece divennero dissoluti e non rispettosi della divinità , allora la distruzione fu inevitabile. Zeus si accorge di ciò e convoca il concilio degli dei per prendere la fatale decisione che avrebbe portato alla guerra capeggiata da Atene contro i cittadini di Atlantide e quindi alla distruzione dell’isola. Il dialogo si interrompe proprio nel momento in cui il dio decide che la guerra è ormai divenuta necessaria.
Platone assegna un ruolo specifico alle due città: Atene è l’incarnazione dell’ordine, della legge e della saggezza; Atlantide della cupidigia, della bramosia del potere e della ricchezza. Atene vince su Atlantide, perché la saggezza e la giustizia devono trionfare sull’arroganza e il male.
Lo scontro tra due civiltà comunque risponde ad una “legge della storia” nel senso che ciclicamente tutte le civiltà sono destinate a cadere e morire, per cedere il posto alle nuove forze emergenti. Come per le piante e gli animali , il fenomeno della decadenza e della morte è inevitabile anche per le civiltà.

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