La teoria quantitativa

Materie:Appunti
Categoria:Economia Politica

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Testo

La teoria quantitativa della moneta:
Irving Fisher elaborò la teoria quantitativa della moneta, per spiegare quali cause influiscono sul valore della moneta.
Secondo questa teoria l’aumento della moneta in circolazione causa l’aumento dei prezzi e la diminuzione del potere d’acquisto della moneta.
Per elaborare questa teoria Fisher partì dal presupposta che in un mercato circola tanta moneta per quanto è il valore delle merci e dei servizi che in quel periodo vengono scambiati. Questa corrispondenza tra valore dei beni e servizi oggetto di scambio e moneta circolante venne espressa con la funzione:

MV=PQ

dove: - M la moneta in circolazione
- V la velocità di circolazione, cioè il numero di passaggi che, nel periodo considerato, essa subisce.
- P rappresenta il livello generale dei prezzi
- Q quantità di beni e sevizi oggetto di scambio in un dato periodo

Se sviluppiamo la funzione si ottiene che:

E poiché il potere d’acquisto è uguale a:
1/P allora P = Q
MV
Per fisher questa definizione è valida solo se Ve Q sono costanti.
Questa teoria però è stata criticata da numerosi economisti che successivamente hanno rielaborato la teoria quantitativa apportando delle modifiche.
I primi economisti a muovere obiezioni alla teoria elaborata da Fisher furono quelli della scuola di Cambridge. Innanzitutto essi ritengono che V non era mai costante ed usano K che è il reddito detenuto in forma liquida e quindi:
K=1/V ovvero V=1/K

In secondo luogo egli ritengono di sostituire il valore delle merci scambiate(PQ) con l0ammontare del prodotto nazionale lordo(Y)
Avremo quindi: PQ=Y

L’equazione degli scambi di Fisher in seguito alle modifiche apportate dalla scuola di Cambridge si trasforma in M=KY

La teoria di Fiscer fu criticata anche da keynes, il quale sosteneva che è impossibile che Q e V siano costanti e il variare di M può determinare una variazione di Q

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