Il mercato e la concorrenza perfetta

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Testo

IL MERCATO E LA CONCORRENZA PERFETTA (mercato insieme di venditori e compratori di un determinato bene)
Per mercato si intende il complesso delle contrattazioni fra operatori economici che costituiscono rispettivamente la domanda e l’offerta dei beni.
Il mercato adempie a la funzione essenziale di mettere in contatto fra loro venditori e acquirenti. In base al numero degli operatori alle caratteristiche della domanda dell’offerta è possibile delineare la struttura economica del mercato dicesi forma o regime. Un mercato è aperto quando è in comunicazione con altri mercati chiuso quando è isolato (economie autarchiche). I mercati si classificano a seconda dell’ampiezza in: mercati internazionali o mondiali – mercato nazionale - mercato locale. Secondo il quantitativo o destinazione in: all’ingrosso – al dettaglio. Il sistema distributivo si suddivide in canali di distribuzione che possono essere diretti se mettono in contatto immediato il produttore e il consumatore, brevi quando c’è l’intervento di un solo intermediario, lunghi se prevedono il passaggio fra due o più intermediari. Secondo la forma O IL REGIME si distinguono
Concorrenza perfetta: mercato in cui una molteplicità di imprese vendono un
prodotto con caratteristiche identiche ad una molteplicità di consumatori (Es.
mercato del latte, mercato dei cereali); si ha quando i venditori e i compratori di una o più merci sono così numerosi che nessuno di loro può esercitare un’influenza sul prezzo e sulla quantità offerta o domandata.
- Monopolio: mercato in cui una singola impresa è il venditore di un unico prodotto
(Es. monopolio dei tabacchi, monopolio distribuzione energia elettrica); e ne stabilisce il prezzo
-Oligopolio: è una forma di mercato tipica delle economie industrializzate caratterizzata dalla presenza di poche ma di solito grandi impr3ese ciascuna delle quali influenza la quantità offerta del prodotto
-Concorrenza monopolistica: mercato formato da un numero abbastanza alto di
imprese che vendono lo stesso prodotto introducendo lievi differenze qualitative al
prodotto
Concorrenza monopolistica: mercato formato da un numero abbastanza alto di
imprese che vendono lo stesso prodotto introducendo lievi differenze qualitative al
prodotto stesso (Es. mercato delle acque minerali, mercato dei cosmetici
Il mercato implica che vi sia una domanda e una offerta “ il gioco della domanda e dell’offerta induce la determinazione della quantità di prodotto scambiata e del prezzo che si viene a stabilire nel mercato (prezzo di equilibrio)”
Analisi della domanda “Per domanda di un bene si intende la quantità del bene stesso che il soggetto è disposto ad acquistare a un determinato prezzo in un determinato periodo”. La somma delle domande individuali costituisce la domanda collettiva o di mercato di un determinato bene

La domanda di un bene dipende da molteplici elementi: il prezzo del bene, il prezzo dei beni che sono in rapporto di complementarità ( es. automobile, benzina, latte e zucchero, ) con il bene considerato o in rapporto di succedaneità (olio di oliva olio di semi, caffè tè, ) dal reddito del soggetto e dalle sue aspettative circa il reddito e i prezzi futuri dai gusti dalle preferenze. Sintetizzando D1= f(P1, P2,….Pn,Y) dove D1 rappresenta la domanda del bene 1 e P il prezzo del bene, da P” a Pn sono indicati i prezzi degli altri bene e Y rappresenta il reddito del soggetto. In pratica sono questi 3 elementi che vengono presi in considerazione dagli economisti in quanto è molto difficile collegare la domanda a tante variabili contemporaneamente. Gli economisti usano l’espressione ceteris paribus a parità delle altre condizioni) per precisare che a eccezione della variabile analizzata tutte le altre condizioni sono considerate costanti.
LA DOMANDA IN FUNZIONE DEL PREZZO DEL BENE dall’osservazione del comportamento del consumatore si ricava che il prezzo di un bene aumenta la quantità domandata diminuisce e viceversa se il prezzo diminuisce la domanda aumenta.
La legge della domanda sta nel fatto che il consumatore ha a disposizione una certa somma da spendere per i vari beni e deve fare in modo di r4endere tutte uguali le utilità marginali (vedi il bicchiere d’acqua) per cui è logico ritenere che un aumento del prezzo di un bene influisca su questa posizione di equilibrio pertanto il consumatore deve ridurre la quantità richiesta
VEDI SCHEDA DI DOMANDA INDIVIDUALE E SCHEDA DI DOMANDA COLLETTICA
“La legge della domanda è la seguente: la domanda è funzione inversa del prezzo del bene se il prezzo aumenta la quantità domandata diminuisce e viceversa”
1) grafico la curva della domanda
sull’asse delle ordinate mettiamo il prezzo e sull’ascissa la quantità domandata. Se il prezzo del bene è pari a 0P la quantità domandata è 0Q se il prezzo aumenta a 0P1 la quantità domandata diminuisce a 0Q1 . La curva della domanda è una curva statica o istantanea prescinde da altri elementi, si possono anche verificare spostamenti della curva di domanda pur restando invariato il prezzo per effetto dei mutamenti nei gusti e nelle preferenze, uno spostamento della curva verso destra significa un aumento della domanda mentre verso sinistra significa una diminuzione
2) grafico del gelato se consideriamo in quantità domandata di gelato in autunno Q in primavera Q1 e in estate Q” possiamo tracciare le rispettive curve di domanda come si vede pur rimanendo invariato il prezzo la quantità domandata varia a seconda della stagione considerata.
LA DOMANDA DI UN BENE IN FUNZIONE DEI PREZZI DI ALTRI BENI
In alcuni casi la domanda subisce l’influenza delle variazioni dei prezzi di altri beni in quanto hanno rapporti di interdipendenza (succedanei /complementari) Se aumenta il prezzo del caffè i consumatori si sposteranno la loro domanda sul te. Da questa osservazione si ricava il principio: la domanda di una bene è funzione diretta del prezzo del bene succedaneo
Nel caso di beni complementari l’aumento del prezzo di uno dei beni (la benzina) determina una diminuzione della domanda non solo dello stesso bene ma anche del bene complementare (l’auto)
LA DOMANDA IN FUNZIONE DEL REDDITO DEL SOGGETTO
Se il prezzo del bene rimane invariato ma aumenta il reddito spendibile, è ragionevole ritenere che aumenterà la domanda del bene: “ si può affermare in linea di principio che la quantità domandata di un bene è funzione crescente del reddito del soggetto” Tuttavia questo principio subisce una eccezione nel caso dei beni inferiori, detti anche beni dei poveri, pertanto l’aumento del reddito potrebbe creare un maggior domanda di beni più ricercati e una domanda inferiore per i beni poveri (uova/carne). Engel nella seconda metà del XIX sec enunciò la seguente legge: Al salire del reddito, diminuisce la porzione di reddito spesa in beni di prima necessità e, in generale, di beni inferiori, mentre aumenta quella spesa per beni superiori
L’ELASTICITA’ DELLA DOMANDA
Un concetto di notevole importanza sia in teoria che in pratica è l’elasticità della domanda rispetto al prezzo o al reddito. Infatti la misurazione esatta della variazione della domanda al variare del prezzo o del reddito consente di conoscere le reazioni dei consumatori di fronte a questi mutamenti del prezzo o del reddito.
Naturalmente non sono le variazioni assolute bensi le variazioni percentuali ad essere rilevante.
Marshall ha misurato l’elasticità della domanda che è data dal rapporto fra la variazione percentuale della domanda e la variazione percentuale del prezzo o del reddito:
E= variazione % della quantità domandata
Variazione % del prezzo
“Possiamo definire l’ elasticità della domanda rispetto al prezzo il rapporto di variazione percentuale della quantità domandata e la variazione percentuale del prezzo”
In particolare si dice che la domanda di un bene è elastica quando una variazione del prezzo es. 10% provoca una variazione meno che proporzionale della quantità domandata ad esempio del 3%-2%
Domanda elastica domanda rigida
Dal grafico si vede che, se il prezzo aumenta da 0P a 0P1 la quantità domandata diminuisce da 0Q a 0Q1. Mediante rilevazioni si ritiene che i beni di consumo secondari abbigliamento di lusso, automobili, gioielli.. siano beni a domanda elastica, naturalmente l’elasticità può variare da bene a bene da prezzo a prezzo
Si può rappresentare anche una curva di domanda rigida,come si vede dal grafico a un aumento del prezzo pari a 0P1 corrisponde una diminuzione della quantità domandata pari a 0Q1
Caso limite di una curva di domanda anelastica o rigida (E=0) è quella assolutamente rigida: una variazione più o meno notevole del prezzo non ha alcuna influenza sulla domanda, che rimane immutata. Esempio la medicina per salvare la vita a na persona il prezzo in questo caso non ha alcuna rilevanza. Nella rappresentazione grafica la domanda è fissa e insensibile alle variazioni del prezzo diventa una perpendicolare dell’asse 0x
Sono beni a domanda rigida i beni di primaria importanza.
ANLISI DELL’OFFERTA
“l’offerta di un bene è la quantità del bene stesso che i produttori sono disposti a vendere a un determinato prezzo”
Il volume ottimo di produzione è quello in corrispondenza del quale si verifica l’uguaglianza fra costo marginale e prezzo di mercato e che il costo marginale è crescente al crescere della quantità prodotta, ne consegue che affinché risulti conveniente offrire quantità maggiori di un bene occorre che il prezzo di mercato cresca.
“la legge dell’offerta è la seguente l’offerta cresce al crescere del prezzo di mercato e viceversa. È funzione diretta del prezzo”
Il prezzo non è l’unico elemento che influenza l’offerta altri elementi vanno presi in considerazione (ceteris paribus) la tecnologia, i prezzi dei fattori di produzione, il numero dei produttori…. Pertanto l’offerta complessiva di mercato è data dalla somma delle offerte individuali (Graziani) a ogni aumento di prezzo si hanno due tipi di reazione: le imprese che erano già sul mercato aumentano la propria offerta oppure nuove imprese possono entrare nel mercato (quelle per le quali in precedenza il prezzo era inferiore al costo medio minimo) La curva dell’offerta globale ha quindi un andamento crescente come la curva di offerta individuale. L’elasticità dell’offerta è data dal rapporto fra la variazione percentuale dell’offerta di un bene e la relativa variazione % del prezzo. Ef=variazione % dell’offerta
Variazione % del prezzo
La quantità offerta e il prezzo variano sempre nello stesso senso per cui danno luogo a un rapporto a quoziente positivo. Si dice elastica l’offerta di un bene caratterizzata da un modesto aumento del prezzo che consente una aumento notevole nella quantità prodotta.
La curva dell’offerta ha un andamento crescente e si tratta di una curva statica come per la domanda difatti prende in considerazione le sole reazioni fra prezzo di mercato e quantità offerta. Come si vede dal grafico al prezzo 0P la quantità offerta è pari a 0Q ma se il presso passa a 0P1 la quantità offerta cresce a 0Q1. l’offerta a differenza della domanda è funzione diretta del prezzo.
L’EQUILIBRIO DEL MERCATO
“il mercato si dice in equilibrio quando il prezzo corrente, la domanda e l’offerta risultano uguali” Il prezzo che corrisponde al punto d’incontro delle due curve di domanda e offerta è detto prezzo di equilibrio in quanto solo a questo prezzo i consumatori sono in grado di acquistare la stessa quantità di merce che i produttori sono disposti a vendere.
Come si vede nel grafico il prezzo di equilibrio è 0p che corrisponde al punto d’incontro E delle curve di domanda e di offerta. In questa situazione non vi può essere un prezzo diverso in quanto il comportamento degli acquirenti e dei venditori porta a determinare il prezzo e la quantità scambiata. Infatti per qualsiasi altro prezzo più alto la quantità offerta sarebbe maggiore della quantità domandata mentre per qualsiasi prezzo più basso la q.tà domandata sarebbe superiore a quella offerta. Un prezzo maggiore 0p1 determinerebbe un’offerta pari a 0Q1 superiore alla domanda 0q” 1, con conseguente giacenza di merce invenduta. Un prezzo minore 0p2, determinerebbe al contrario, una quantità offerta 0Q’2 inferiore a quella domandata 0Q”2 con la conseguenza che molti acquirenti rimarrebbero insoddisfatti.
PERIODI BREVI E PERIODI LUNGH
Dal lato della domanda quello che conta è l’intensità della domanda stessa ricavata dal grado di utilità del bene per il consumatore e dal suo reddito e dalla possibilità di rinunciare ad altri beni per lui meno importanti (effetto di sostituzione). Dal lato dell’offerta occorre distinguere il tempo di programmazione del produttore (Marshal ) – periodo brevissimo nel quale il produttore non può fare nessuna scelta di conseguenza l’offerta rimane fissa – periodo breve nel quale è possibile riorganizzare la produzione nell’ambito degli impianti esistenti di conseguenza la quantità offerta può essere aumentata
Periodo lungo nel quale tutti i fattori possono essere variati di conseguenza l’offerta è crescente e molto elastica
La forbice di Marshall si può dire che l’utilità influenza la domanda mentre il costo influenza l’offerta per cui utilità e costo determinano il prezzo cos’ come le lame della forbice tagliano un pezzo di carta “quanto più è breve il periodo considerato tanto più il prezzo viene determinato dall’intensità della domanda, mentre quanto più è lungo è il periodo tanto più influisce sul prezzo di produzione” i cicli produttivi molti prodotti agricoli durata temporale di una stagione mentre quella di una azienda uò essere di giorni pertanto la durata temporale varia a seconda del tipo di attività.
PREZZI ASSOLUTI E PREZZI RELATIVI FLESSIBILITA’ E VISCHIOSITA’ DEI PREZZI
Il prezzo di un kg di carne , di un paio di scarpe è un prezzo assoluto. Ma in economia quello che conta è il prezzo relativo dei beni e dei fattori produttivi.
“Per prezzo relativo si intende il prezzo di un bene confrontato con il prezzo di altri beni.
Esempio il prezzo della carne è un decimo rispetto le scarpe mentre le scarpe sono 10 volte del prezzo della carne. Le loro variazioni stanno a dimostrare in generale un mutamento dei rapporti di valore fra i vari beni: alcuni beni diventano cioè più cari di altri.
In economia di mercato possono variare e lo fanno di continuo sia i prezzi assoluti sia i prezzi relativi. L’inflazione è il fenomeno di aumento generalizzato del livello dei prezzi assoluti, e questo fenomeno caratterizza sia pure in modo diverso le economie capitalistiche contemporanee. “ I prezzi si definiscono flessibili quando possono variare sia al rialzo sia anche al ribasso. Pesce fresco, derrate alimentari, titoli quotati in borsa…
I prezzi vischiosi sono quelli che stentano a diminuire al diminuire della domanda per cui si può dire anche che in pratica sono rigidi verso il basso. (automobili, orologi, beni di lusso). Gli economisti hanno spiegato che il mercato è soggetto ad aggiustamenti e a correttivi sia per quanto riguarda i prezzi sia per quanto riguarda le quantità prodotte
IL MERCATO DI CONCORRENZA PERFETTA
Adam Smith e la teoria della mano invisibile secondo la quale ogni individuo proseguendo il suo interesse spesso fa l’interesse della società. “la concorrenza perfetta è caratterizzata dalla presenza sul mercato di numerose imprese che producono merci omogenee e dal lato della domanda l’esistenza di numerosi acquirenti. Nessun produttore/acquirente può far variare il prezzo con la propria richiesta. Il grano per esempio poiche il prodotto di tutte le imprese del settore è pressoché identico ciascun produttore controlla soltanto una parte irrilevante dell’ offerta totale egli deve accettare il prezzo corrente di mercato.
La legge di indifferenza del prezzo (enunciata da Jevons) nello stesso mercato lo stesso bene ha lo stesso prezzo E’ vero che tutte le imprese concorrono a formare il prezzo ma l’offerta di ciascun impresa è irrilevante
I PRESUPPOSTI DELLA CONCORRENZA PERFETTA
Per avere un mercato di concorrenza perfetta serve:
1) molteplicità di imprese e di acquirenti 2) dimensioni di imprese a livello medio piccolo e sostanzialmente simili se ci fossero grandi imprese potrebbero influire sull’andamento delle contrattazioni 3) libertà di ingresso di nuoce imprese nel mercato per l’assenza di ostacoli da natura economica e giuridica 4) trasparenze del mercato cioè possibilità per tutti gli operatori di conoscere l’andamento dei contratti e la formazione dei prezzi 5) Omogeneità del prodotto Limiti del mercato concorrenziale sono presupposti vari e rigorosi che si verificano di rado nella realtà sono riscontrabili in alcuni casi di prodotti agricoli. Quando non ricorrono i presupposti anche uno solo di essi la situazione è diversa si parla di concorrenza imperfetta
L’EQUILIBRIO DELL’IMPRESA IN REGIME DI CONDORRENZA Esaminiamo il comportamento dell’impresa in un mercato di concorrenza perfetta: convenienza a entrare nel mercato: l’impresa reputa conveniente entrare nel mercato quando il prezzo del bene è superiore o almeno uguale al costo medio unitario in caso contrario produrrebbe in perdita.
Massimizzare il profitto e il volume della produzione
Perché l’obiettivo è quello di massimizzare il profitto bisogna considerare il costo marginale. Per ‘impresa conviene estendere la produzione fino al punto in cui il costo marginale è uguale al prezzo di vendita. Da qui la regola l’impresa estende la produzione fino al punto in cui il costo marginale diviene uguale al prezzo di vendita questa è la posizione di equilibrio quando il prezzo di mercato è uguale al costo medio minimo che è uguale al costo marginale l’impresa di dice marginale . condizione per la permanenza nel mercato si è soliti affermare che in concorrenza il profitto tende a essere quello minimo
L’efficienza dipende dalle capacità del produttore
Condizione per la permanenza dell’impresa nel mercato è che il prezzo non scenda al di sotto del costo medio minimo

Se il prezzo di mercato è 0P l’impresa si trova in una posizione di equilibrio stabile in quanto il punto di incontro delle curve dei costi determina la quantità prodotto e venduta 0Q al costo medio minimo uguale al prezzo
Se il prezzo è pari a 0P2 l’impresa trova conveniente entrare nel mercato producendo la quantità 0Q1, ma può massimizzare il suo profitto estendendo la produzione fino al quantitativo 0Q2, infatti al punto C2 la curva del costo marginale si mantiene al di sotto della retta del prezzo per cui l’impresa ottiene un ricavo marginale e quindi un maggior guadagno, nel grafico area tratteggiata FP2C2 l’impresa quindi estende la sua produzione fino al punto in cui il costo marginale uguaglia il prezzo. Se il prezzo scendesse al livello 0P1 L’impresa sarebbe costretta a uscire dal mercato in quanto produrrebbe in perdita essendo il costo qf superiore al prezzo per questo il punto F è detto di fuga.
I VANTAGGI DEL MERCATO DI CONCORRENZA E LE CRITICHE AL LIBERISMO
La tesi che il mercato di concorrenza attraverso il comportamento dei singoli operatori porti al massimo vantaggio per la collettività si basa sulla mano invisibile di SMITH . Il Mdi concorrenza determina che il prezzo del bene tenda a eguagliare il costo di produzione , soddisfa il consumatore, stimola le imprese a impiegare i fattori produttivi in modo efficiente per abbassare i costi perciò possiamo dire che il mercato di concorrenza realizza una configurazione ottimale del sistema economico. Prezzo uguale al costo il significato sostanziale ed essenziale è che quel prezzo tende ad essere quello che compensa le spese necessarie a produrre la merce, oppure la fatica di chi ha fatto il lavoro se si tratta di prestazioni Sovranità del consumatore (einaudi) la concorrenza soddisfa il consumatore, il mercato registra domande e bisogni e indirizza la produzione in corrispondenza della domanda, non è solo un mezzo per stabilire dei prezzi ma è soprattutto uno strumento per mezzo del quale gli uomini indirizzano la produzione come e cosa produrre. Efficienza la concorrenza stimola le imprese a impiegare in modo efficiente i fattori produttivi e a migliorarli altrimenti le imprese producono a costi superiori ai prezzi quindi falliscono.
LE CRITICHE AL LIBERISMO la prima si allaccia alla teoria generale di Keynes. La tesi che il libero mercato porti alla piena utilizzazione delle risorse è stata criticata dalla teoria keynesiana secondo cui il sistema economico basato sul lasse faire non tende automaticamente alla pina occupazione.
Il sistema può raggiungere un equilibrio ma come la teoria keynesiana dimostra è un equilibrio di sottoccupazione. La seconda critica è sul problema dell’equità della distribuzione del reddito.in pratica il mercato concorrenziale soddisfa i bisogni dei consumatori in base al reddito pertanto le persone con basso reddito sono esposti al rischio di non avere i mezzi necessari. Perciò si afferma che il mercato concorrenziale non assicura una equa distribuzione del reddito pertanto compete poi allo stato intervenire per operare una redistribuzione mediante gli strumenti della finanza pubblica (prelievo fiscale) L’EQUILIBRIO ECONOMICO GENERALE “ se si considerano nel loro insieme tutti i mercati e tutti i prezzi che vi si formano, l’equilibrio economico generale si ha quando i prezzi di tutti i beni e servizi sono tali che tutti i mercati sono simultaneamente in equilibrio i produttori offrono l’esatta quantità di beni che i consumatori desiderano non esistono altre spinte per cui un operatore economico cambi le sue azioni. L’equilibrio generale è un problema in quanto è riferito all’intero sistema di mercati che compongono l’economia . in questo caso bisogna dimostrare che esiste un livello generale dei prezzi nel linguaggio tecnico vettore dei prezzi.

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