Sistema bancario italiano

Materie:Riassunto
Categoria:Economia Aziendale

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Testo

CAPITOLO 1: Il sistema finanziario e le banche

Gli intermediari finanziari
Il credito è il diritto del creditore che ha effettuato una prestazione attuale di ottenere una controprestazione futura. Le operazioni di credito possono essere suddivise a seconda che avvengano direttamente tra le parti o attraverso degli intermediari, in crediti diretti e indiretti; invece a seconda della categoria economica del debitore, abbiamo i crediti alla produzione se il debitore è un’impresa e il credito al consumo se il debitore è una famiglia.
Il principale intermediario finanziario è la banca. L’attività bancaria che essa svolge consiste nella raccolta del risparmio tra il pubblico e nell’esercizio del credito. La presenza delle banche porta diversi vantaggi: permette di raccogliere anche risparmi molto piccoli per unirli e finanziari l’attività produttiva del Paese; offre ai risparmiatori un elevato grado di sicurezza; e attraverso la sua ampia divisione territoriale riesce a prestare operazioni in qualsiasi parte del territorio nazionale.
Troviamo poi altri intermediari finanziari, quali:
- le imprese assicuratrici e gli istituti di previdenza;
- le società di intermediazione mobiliare (Sim) che negoziano strumenti finanziari per conto proprio e per conto di terzi;
- le società di gestione del risparmio (Sgr) che gestiscono il risparmio utilizzando fondi comuni di investimento
- le società di investimento a capitale variabile (Sicav) che raccolgono risparmio collocando le proprie azioni
- le società per la gestione fiduciaria di patrimoni mobiliari, che gestiscono l’investimento di somme che non devono essere inferiori ad una certa somma;
- le società di leasing e di factoring che concedono forme speciali di credito;
- le banche d’affari che stringono contatti tra le banche e le imprese;
- le Poste italiane spa che negli ultimi ani si sono ampiamente sviluppate;
- gli istituti di moneta elettronica (IMEL) che gestiscono le carte di credito;
- la Cassa depositi e prestiti spa, che raccoglie il risparmio pubblico tramite titoli garantiti dallo stato e finanzia le imprese.

L’attività bancaria
La banca è un’impresa che opera nel settore del credito e dei regolamenti monetari, esercitando attività di intermediazione e attività finanziarie che si affiancano e si intrecciano con la prestazione di numerosi servizi.
La banca svolge la sua attività nel settore terziario e attua una produzione indiretta.

Le funzioni dell’impresa bancaria
La banca svolge diverse funzioni:
la funzione creditizia, in quanto mette in collegamento i soggetti in avanzo con quelli in disavanzo;
la funzione di supporto allo sviluppo delle imprese, in quanto raccoglie i piccoli risparmi delle famiglie per metterle a disposizione delle imprese;
la funzione monetaria, in quanto per i pagamenti interni e internazionali non viene quasi mai utilizzata la moneta legale, bensì viene usata la moneta bancaria; quindi la banca si occupa dei trasferimenti di fondi mediante le reti telematiche;
la funzione di servizi, che si dividono in: servizi di investimento, che consistono nella negoziazione per conto di terzi di strumenti finanziari; prestazioni complementari, come gli incassi di effetti e i pagamenti di utenze; le prestazioni collaterali, offerte soltanto salle società controllate e collegate alle banche;
la funzione di trasmissione degli impulsi di politica monetaria, in quanto attraverso la concessione di credito le banche influenzano il processo di produzione e di distribuzione del reddito nazionale;
infine svolge diverse funzioni per conto dell’Amministrazione finanziaria pubblica, come la tassazione delle rendite finanziarie o indagini bancarie ai fini penali.

Il Testo Unico su banche e credito
Il Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia (TUB) raccoglie le norme relative al settore del credito. Esso è diviso in nove titoli.
Il Titolo I è dedicato agli organi di vertice del sistema creditizio (CIRC, Ministero delle Economie e delle Finanze, Banca d’Italia)
Il Titolo II è la parte più ampia che contiene 3 articoli molto importanti: l’art.10, dice che l’attività bancaria ha carattere d’impresa ed è costituita dalla raccolta di risparmio tra il pubblico e l’esercizio del credito; l’art. 11, dice che la raccolta di risparmio si configura come acquisizione di fondi con obbligo di rimborso, sotto forma di depositi o sotto altra forma; l’art. 12, dice che le banche possono raccogliere fondi anche attraverso l’emissione di obbligazioni ordinarie e convertibili.
Il Titolo III raccoglie le norme relative all’attività di vigilanza che la Banca d’Italia deve svolgere sulle singole banche.
Il Titolo IV contiene le norme relative all’amministrazione straordinaria della banca nei momenti di crisi.
Il Titolo V specifica i requisiti che devono avere i soggetti che svolgono funzioni di amministrazione, direzione e controllo.
Il Titolo V-bis detta la definizione di moneta elettronica e autorizza la sua emissione alle banche e ad appositi istituti di moneta elettronica (IMEL).
Il Titolo VI elenca le norme relative alla garanzia di trasparenza nelle operazioni e nei servizi bancari e finanziari, come i tassi applicati.
Il Titolo VII disciplina l’emissione di strumenti finanziari
Il Titolo VIII precisa le sanzioni amministrative e penali.
Il Titolo IX contiene le disposizioni transitorie che regolano il passaggio tra il vecchio e il nuovo ordinamento.

Il Sistema europeo di banche centrali e la Banca centrale europea
Il trattato di Maastricht ha istituito il sistema europeo di banche centrali (SEBC) e la banca centrale europea (BCE) tra loro pienamente indipendenti.
Il SEBC è un'organizzazione formata dalla BCE e dalle banche centrali nazionali (BCN) dei paesi dell'unione europea con i compiti di emettere la moneta unica e di gestire la politica monetaria avendo come obiettivo principale la stabilità dei prezzi.
La BCE è il massimo organismo di gestione della politica monetaria comune con funzione di assicurare che i compiti del SEBC siano assolti attraverso le banche centrali nazionali o mediante attività proprie. La BCE dotata di personalità giuridica dispone di un capitale ammontante a € € 5 miliardi di euro ripartiti tra le BCN per la metà del prodotto interno lordo e per metà della popolazione di ogni singolo Stato. Alla BCE spettano compiti decisionali, mentre alle BCN spettano compiti operativi.
Il SEBC e la BCE hanno organi comuni:
il consiglio direttivo, composto dai membri del comitato esecutivo e dai 12 governatori delle banche centrali nazionali, il quale esercita un ruolo decisionale perché prende le decisioni riguardanti gli strumenti di politica monetaria da attuare;
il comitato esecutivo, composto dal presidente dal vice presidente e da quattro membri esperti nel settore monetario nominati dai governi degli stati membri, attua la politica monetaria decisa dal consiglio direttivo impartendo le istruzioni alle BCN.

Le autorità creditizie nazionali
Gli organi di vertice nazionali dettati dal TUB sono:
- comitato interministeriale per il credito e il risparmio (CIRC) esercita attività di vigilanza in materia di credito e di tutela del risparmio;
- ministro dell'economia e delle finanze per la gestione del debito pubblico;
- banca d’Italia, agisce secondo le istruzioni impartite dalla Banca centrale europea.
Gli organi della Banca d'Italia sono: l'assemblea generale dei partecipanti con le funzioni di organo volitivo, che approva il bilancio e nomina i sindaci e i consiglieri del consiglio superiore; il consiglio superiore e il comitato del consiglio superiore, che è l'organo esecutivo; il governatore, che rappresenta la Banca d'Italia di fronte a terzi.
La Banca d'Italia svolge compiti importanti, come la gestione della Tesoreria centrale dello Stato per l'esecuzione di incassi e dei pagamenti; l'esercizio delle compensazioni nazionali per i movimenti di ammontare limitato al dettaglio; lo svolgimento dei servizi per conto dell’Ufficio italiano dei cambi; la tutela della concorrenza tra le banche; i servizi all'utenza, cambio o ritiro delle banconote; le ricerche, analisi economiche giuridiche, e elaborazione statistiche monetarie creditizie e finanziarie; la vigilanza sulla sistema bancario.

La vigilanza della Banca d'Italia
L'attività di vigilanza ha per scopo la trasparenza e la correttezza dei comportamenti e la sana e prudente gestione dei soggetti vigilati, avendo riguardo alla tutela dell'investitore e alla stabilità, alla competitività, e al buon funzionamento del sistema finanziario. La Banca d'Italia esercita i suoi poteri di vigilanza assieme alla CONSOB. La Banca d'Italia vigila sulla stabilità dei soggetti vigilati mentre la CONSOB vigila sulla trasparenza e correttezza dei loro comportamenti.
La vigilanza si distingue in strutturale e prudenziale:
- la vigilanza strutturale consiste nei controlli all'entrata, nei controlli sull'espansione, e nei controlli sulla partecipazione a capitale delle banche;
- la vigilanza prudenziale consiste in controlli sull'operatività delle banche; tra le vigilanza è di tipo informativo regolamentare e ispettivo. La Banca d'Italia realizza la vigilanza informativa attraverso il ricevimento periodico di segnalazioni e di documenti. La vigilanza regolamentare, invece è realizzata attraverso istruzioni di carattere generale sul contenimento del rischio. Infine la vigilanza ispettiva è realizzata attraverso ispezioni nelle banche.

Gli accordi di Basilea
Ogni banca è sollecitata a sviluppare al proprio interno dei processi di valutazione dei rischi e di assegnare un rating a ogni impresa che chiede un fido in modo da proporzionare l’ammontare del credito e il tasso d’interesse al rischio che la concessione del finanziamento comporta.

Gli strumenti e gli interventi di politica monetaria comune
I principali strumenti di politica monetaria sono:
- le operazioni di mercato aperto;
- la manovra delle riserve obbligatorie;
- le operazioni su iniziativa delle controparti.
Le operazioni di mercato aperto consistono nell'acquisto o nella vendita da parte della BCE o delle banche centrali nazionali di strumenti finanziari o di divisa essere effettuate sul mercato mobiliare e sul mercato dei cambi. L'acquisto di titoli o dì divise mette a disposizione delle sistema una maggiore liquidità; la vendita dei titoli riduce invece la liquidità. Queste sono operazioni temporanee, ovvero di breve periodo, che possono essere fatte tra divise estere, realizzando uno swap in valuta. Questa operazione è spesso utilizzata dal SEBC per far fronte a variazioni inattese della liquidità sul mercato.
Il SEBC si avvale anche dell’imposizione alle banche dell’area euro di depositare presso le banche centrali nazionali una riserva obbligatoria, da calcolarsi con un coefficiente percentuale sugli importi aggregati delle varie categorie di depositi raccolti. Attraverso la movimentazione dei fondi che costituiscono la riserva obbligatoria, le banche possono soddisfare le loro esigenze di liquidità.
Le operazioni su iniziativa delle controparti possono essere di due tipi: operazioni di rifinanziamento marginale, alle quali accedono le banche per ottenere liquidità dalla banca centrale nazionale; e le operazioni di deposito attraverso le quali le banche, che dispongono di eccedenze di mezzi liquidi, possono depositarli presso la banca centrale nazionale.
Il SEBC deve inoltre garantire il regolare funzionamento dei sistemi di pagamento e di compensazione all’interno dell’Unione economica. Per questo è stato istituito il TARGET. Il TARGET è il sistema di regolamento lordo in tempo reale che le banche centrali europee hanno realizzato mediante strumentazioni informatiche di livello avanzato per la gestione dei pagamenti in euro d’importo rilevante.

CAPITOLO 2: L’evoluzione del sistema bancario

L’evoluzione del sistema bancario
L’attività principale della banca, come abbiamo detto, è la raccolta di risparmio e la concessione di credito; questa è anche la funzione per la quale nasce la Banca. Ma negli ultimi tempi questa funzione è stata affiancata a un gran numero di servizi che la banca svolge. Questo cambiamento è stato portata dalle mutevoli condizioni di mercato presenti al giorno d’oggi e soprattutto da dei fattori quali: l’unificazione monetaria europea che allargando il mercato, ha portato alla nascita di più opportunità e alla crescita della concorrenza; e l’evoluzione delle tecniche di commercializzazione delle operazioni e dei servizi finanziari.

Gli aspetti organizzativi delle banche
Le banche sono imprese divise per luoghi, che si articolano attraverso una sede centrale, sedi secondarie, succursali e agenzie. Esse possono applicare diversi modelli organizzativi, i cui estremi sono rappresentati dalla banca universale e dal gruppo plurifunzionale.
La banca universale è un ente creditizio che raccoglie fondi e concede finanziamenti in ogni forma e con scadenze diverse, opera in tutti i settori del mercato dei capitali e fornisce un’ampia gamma di servizi di consulenza e d’intermediazione. La banca universale per il suo assetto unitario, permette di ottenere delle economie di scala.
Il gruppo plurifunzionale è invece un sistema coordinato di società specializzate in determinati servizi creditizi e finanziari, governato da una società capogruppo che svolge funzione di pianificazione strategica dell’intero gruppo. Tale forma organizzativa permette di ampliare la gamma dei servizi offerti da una medesima unità strategica senza rinunciare ai benefici della specializzazione e conseguendo alcune economie di scala.
Le banche sono sempre alla ricerca di maggiori dimensioni altrimenti non possono competere con le altre. Questa esigenza porta alla concentrazione delle banche, che si attua mediante la fusione tra più banche o l’assorbimento di banche minori da parte di quelle maggiori.
I gruppi bancari attuali presentano una struttura federale di tipo divisionale. Essa prevede che alla società capogruppo (holding) competano le funzioni di indirizzo strategico generale, di coordinamento e di controllo mentre ad alcune banche specializzate vengano assegnati differenti compiti operativi.
Lo schema che esprime graficamente la struttura organizzativa indicando le posizioni gerarchiche e i rapporti funzionali che collegano i diversi organi aziendali si chiama organigramma.
Gli uffici bancari si dividono in due diversi settori:
- il front-office, ovvero gli uffici a diretto contatto con la clientela, che richiede quindi personale capace di tenere ottimi rapporti con terzi;
- il back-office, cioè gli uffici ne quale non vi è contatto con la clientela e si richiede personale tecnicamente molto preparato.
Quindi le banche devono decidere quale aspetto potenziare di più ed ecco perché attualmente troviamo diversi tipi di sportelli:
- gli sportelli classici, nei quali si potenzia il front-office e si dispone di un ottimo back-office;
- gli sportelli leggeri, dove prevale il self-service e quindi vi è la presenza di poco personale;
- le agenzie-salotto, nelle quali l’ambiente moderno mette a proprio agio il cliente, dove le poltrone e la moquette sostituiscono le apparecchiature del self-service.

La veste giuridica e l’espansione territoriale delle imprese bancarie
Le banche devono avere una precisa forma giuridica, infatti si richiede:
- l’adozione della forma di società per azioni con capitale sociale non inferiore a 6.3 milioni di euro o di società cooperative per azioni, articolate in banche popolari con capitale sociale non inferiore a 6.3 milioni di euro diviso in azioni del valore nominale non inferiore a 2€, nelle quali la legge prevede un voto per ogni azionista; o in banche di credito cooperativo con capitale minimo di 2 milioni di euro diviso in azioni con valore nominale compreso tra 25 e 500€, nelle quali ad ogni azione corrisponde un voto.
- La presentazione di un programma di attività iniziale
- Il possesso da parte dei partecipanti al capitale e dei soggetti incaricati delle funzioni di amministrazione direzione e controllo, dei requisiti di professionalità e onorabilità.

La gestione bancaria
La banca deve
- operare in condizioni di liquidità
- mantenere uno stato di solvibilità
- conseguire un reddito adeguato
Il primo obiettivo riguarda l’equilibrio finanziario e prevede che la banca deve sempre mantenersi in grado di far fronte regolarmente e tempestivamente alle richieste di rimborso.
Il secondo obiettivo riguarda l’equilibrio patrimoniale e tende a conservare il valore delle attività superiore a quello delle passività.
Infine il terzo obiettivo riguarda l’equilibrio economico e richiede che il risultato economico della gestione bancaria sia positivo per permettere non solo la remunerazione del capitale investito, ma anche il potenziamento delle attività attraverso l’autofinanziamento.

Le norme tecniche di gestione della banca
Gli obiettivi che la banca deve perseguire sono però in contrasto fra loro.
La liquidità è l’attitudine di un’impresa a fronteggiare immediatamente e senza perdite i propri impegni; quindi la gestione della liquidità bancaria consiste nel dare a una parte dei fondi raccolti un investimento che garantisca i mezzi necessari a conservare in equilibrio la tesoreria e procurando al tempo stesso risultati economici. Ecco perché vengono create delle riserve di liquidità. Queste sono divise in:
- riserve di prima linea, costituite da attività generalmente non fruttifere, che non prevedono oneri di trasformazione e che quindi sono utilizzabili immediatamente;
- riserve di seconda linea, costituite da attività fruttifere, il cui utilizzo richiede un certo periodo di tempo e possibili perdite in caso di trasformazione .
Queste riserve risolvono il problema della liquidità e della solvibilità, ma danneggiano la redditività.
Altre norme tecniche di gestione bancaria da rispettare sono l’equilibrio temporale e il frazionamento dei rischi.
Le operazioni di raccolta fondi devono concordare con quelle di impiego fondi, nel senso che, a fronte di operazioni a breve scadenza, non possono esserci che operazioni a loro volta a breve scadenza, mentre prestiti a scadenza medio lunga possono essere finanziati solo da depositi vincolati a media durata oppure con emissione di prestiti obbligazionari.
Inoltre per la banca è indispensabile frazionare i rischi e lo fa attraverso il contenimento dei fidi, ovvero degli importi massimi da concedere, con l’eterogeneità della clientela e con l’estensione territoriale.
La banca deve controllare continuamente l’andamento economico della gestione al fine di ottenere una redditività soddisfacente. Chiaramente il reddito della gestione bancaria scaturisce dalla contrapposizione dei ricavi sui costi. I costi sono dati dagli interessi passivi pagati e dalle spese sostenute; mentre i ricavi derivano dagli interessi attivi e dai proventi relativi alle prestazioni di servizi. La redditività della banca viene espressa attraverso il ROE, ovvero dal tasso di redditività del capitale proprio che si calcola moltiplicando per 100 il quoziente tra il reddito netto d’esercizio e il capitale proprio.

I rischi nell’attività bancaria
La banca, come qualsiasi altra impresa, è un soggetto esposto al rischio d’impresa, cioè alla possibilità di subire perdite. I rischi affrontati dalle banche si distinguono in rischi derivanti dall’intermediazione creditizia (rischi di credito), rischi relativi all’instabilità del mercato dei capitali (rischi di mercato), rischi relativi all’operatività della banca (rischi operativi), o altri rischi come quelli derivanti da errate decisioni strategiche.
I rischi di credito si dividono in rischi finanziari e rischi economici. I rischi finanziari riguardano l’anelasticità finanziaria, che si verifica quando c’è l’impossibilità di smobilizzare le operazioni prima della loro scadenza. I rischi economici sono costituiti dai rischi d’insolvenza, provocati dall’inadempienze dei clienti e dai rischi di anelasticità economica, che si verifica quando cambiano le condizioni di mercato del credito.
I rischi di mercato sono legati a operazioni di investimento e si verificano quando vi sono delle variazioni inattese dei tassi di interesse.

Il self-service bancario
Parla del Bancomat

La banca virtuale
Negli ultimi anni si è sviluppato il remote banking. Per remote banking si intendono i servizi automatizzati che consentono ai clienti di collegarsi all’elaboratore della banca tramite terminali interattivi trasportabili oppure installati nei propri locali o tramite la rete telefonica. Il cliente può effettuare una serie di operazioni bancarie o ricevere informazioni in tempo reale.

L’automazione dell’attività bancaria
Vi sono diverse società che hanno permesso l’automazione dell’attività bancaria. Queste sono:
- la Swift che permette alle banche di colloquiare istantaneamente con le corrispondenti estere associate alla rete e di effettuare il trasferimento di fondi;
- la Sia (Società interbancaria per l’automazione) progetta e gestisce il trasferimento di fondi e di informazioni tra le banche italiane. Essa presta diversi servizi attraverso il canale Setif (sistema elettronica trasferimento interbancario di fondi) che cura l’esecuzione di bonifici, di giroconti… attraverso la rete Sitrad (sistema interbancario di trasmissione dati). Il Setif ha fatto nascere diverse procedure quali: i R.I.D. (rapporti interbancari diretti) per il pagamento di debiti di natura ricorrente; le Ri.Ba. (ricevute bancarie) per la riscossione dei crediti commerciali; e le M.AV. (pagamento mediante avviso) per l’invio diretto al domicilio del debitore di un bollettino di versamento.
- La Ssb (società per i servizi bancari) gestisce tutte le principali carte di debito e di credito nazionali e internazionali.
- La società Monte titoli, che presta il servizio di gestione accentrata dei titoli di capitale e di debito.

CAPITOLO 3: I caratteri generali delle operazioni banc.

Le fonti giuridiche delle operazioni bancarie
Le operazioni bancarie sono disciplinate da varie norme, espressa da:
- dal testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia (TUB)
- dalle leggi di attuazione delle direttive europee
- dal testo unico delle disposizioni in materia d’intermediazione finanziaria (TUF)
- da numerose leggi speciali
- dal codice civile
- dalle delibere del CIRC
- dalle delibere e dai regolamenti della CONSOB
- dai regolamenti della Banca d’Italia
- dal regolamento dei mercati organizzati e gestiti dalla Borsa italiana spa
- dagli statuti e dai regolamenti interni
- dalle condizioni generali

I contratti stipulati tra banca e cliente sono contatti-tipo a schema uniforme, nei quali vi sono pochi elementi variabili, come il tasso, le garanzie e la scadenza.
Una legge attuale ha aggiunto delle norme che stabiliscono l’inefficacia delle clausole vessatorie, ovvero di tutto ciò che è presente sul contratto, ma che risulta difficile leggere per le ridotte dimensioni.
La classificazione delle operazioni bancarie
L’attività bancaria prevede lo svolgimento di determinate operazioni.
Abbiamo le operazioni di intermediazione creditizia, attraverso le quali la banca raccoglie e impiega fondi, infatti si dividono in: operazioni di raccolta fondi (operazioni passive), dette operazioni di provvista, con le quali la banca si procura i mezzi necessari per la sua attività. Essi riguardano le operazioni originarie, compiute direttamente con la clientela che deposita i risparmi, operazioni derivate, sostenute quando la banca si rivolge ad altri enti creditizi o alla banca centrale nazionale per ottenere rifinanziamenti, e operazioni indirette che derivano da servizi particolari che non prevedono il sostenimento di costi. Infine abbiamo le operazioni di impiego fondi (operazioni attive) con le quali la banca concede finanziamenti sia ai clienti che agli altri enti creditizi.
Poi abbiamo le operazioni di investimento finanziario, attraverso le quali la banca acquista e gestisce le proprie partecipazioni, gli strumenti finanziari e le valute estere, percependo interessi attivi, dividendi…
I servizi di investimento, invece, consistono in negoziazioni per conto della clientela, di strumenti finanziari e di valute estere per ottenere commissioni, diritti…
Le operazioni complementari sono rappresentate dai servizi tradizionalmente offerti dalla banca, dai quali essa percepisce delle commissioni.
Infine le operazioni collaterali sono quelle che nella banca universale vengono svolte direttamente dalla banca, mentre nel gruppo plurifunzionale, vengono svolte solo dalle società controllate e collegate.

Il prezzo delle operazioni bancarie
Il prezzo delle operazioni bancarie è rappresentato dal tasso, se si tratta di raccolta o di impiego fondi, e da commissioni se si tratta di operazioni di servizi. Ogni banca, nello stabilire i tassi di interesse, si basa su alcuni valori di riferimento tra i quali primeggia l’Euribor, che è il tasso medio d’interesse applicato nel mercato dei depositi interbancari dell’Unione economica e monetaria. I tassi attivi sono quelli applicati ai prestiti concessi, mentre i tassi passivi sono quelli corrisposti ai depositanti. A seconda dei tassi bancari applicati, si viene a determinare il problema della doppia forbice. La differenza tra i tassi attivi e passivi, rappresenta la prima forbice; mentre lo scarto tra il prime rate, ovvero il tasso minimo applicato, e il top rate, il tasso massimo applicato, costituisce la seconda forbice. Le banche tendono ad aprire le due forbici, ovvero cercano di limitare le operazioni basate sulle forbici dei tassi e di incrementare quelle che generano ricavi da servizi, in modo da garantire una migliore redditività.

L’aspetto computistico delle operazioni bancarie
Il calcolo dell’interesse applicato dalla banca deriva dalla formula con l’interesse semplice con il tempo espresso in giorni, applicando il procedimento dell’anno civile. È inoltre opportuno tener conto della valuta, in quanto il primo giorno è escluso, mentre l’ultimo è incluso.

L’aspetto fiscale delle operazioni bancarie
Le operazioni bancarie sono assoggettate a imposte indirette, l’IVA e l’imposta di bollo, e a imposte dirette, l’imposta sui redditi.
Ai fini IVA le operazioni si distinguono in operazioni non soggette, in quanto estranee, e operazioni soggette, che a loro volta si dividono in operazioni imponibili, operazioni non imponibili, quelle estere, e operazioni esenti. La maggior parte delle operazioni bancarie è esente. La banca deve tenere un registro dei corrispettivi e un registro degli acquisti, per poter calcolare l’IVA detraibile. L’IVA detraibile è data dalla percentuale che scaturisce dal rapporto percentuale tra operazioni imponibile e l’insieme del volume d’affari. Quindi essendo le operazioni imponibili molto poche rispetto alle altre, molte banche evitano di calcolare l’IVA detraibile, secondo la regola del pro-rata, e quindi considerano l’iva a credito come un costo.
Inoltre sui documenti bancari grava l’imposta di bolla; sono esenti da questa imposta solo i libretti postali. Mentre invece sia le persone fisiche che le società sono soggette all’imposta sostitutiva, applicata con l’aliquota del 27%.
La tutela del cliente
Vi sono due tipi di tutela: la tutela indiretta e quella diretta.
La tutela indiretta è svolta dalla banca centrale nazionale, la quale impone a uno o più enti creditizi di acquisire i debiti della banca in crisi, in cambio di agevolazioni. In questo modo i clienti non devono preoccuparsi della solvibilità della banca.
La tutela diretta invece avviene tramite l’istituzione da parte di tutte le banche di un fondo interbancario per la tutela dei depositi bancari il quale attua due tipi di intervento. Il primo, nel caso in cui una banca si trova in difficoltà e si trovi in amministrazione straordinaria, viene data ad essa un sostegno finanziario per avviare il suo risanamento. Il secondo, avviene quando è in corso la liquidazione coatta amministrativa della banca e quindi prevede il rimborso delle somme depositate nei limiti previsti.
Inoltre è presente all’interno della banca l’ufficio reclami, al quale la clientela può rivolgersi per qualunque questione che derivi da rapporti intrattenuti con la stessa banca. Se il reclamo è ritenuto fondato, la banca provvede a risolvere la questione, invece se viene respinto, il cliente può rivolgersi all’ombudsman bancario, che è un organismo collegiale che ha il compito di esprimere giudizi sulle controversie insorte tra banche e clienti.

La disciplina della trasparenza bancaria
La trasparenza delle operazioni svolte dalla banca è garantita da alcune norme imposte dal CIRC. Queste richiedono:
- forme di pubblicità su tassi, prezzi e altre condizioni contrattuali
- requisiti di forma e contenuto minimo del contratto
- forme di tutela nei casi di variazioni sfavorevoli ai clienti
Per questo è stato elaborato il progetto “PattiChiari”, che è volto a migliorare le relazioni tra banca e cliente. Esso prevede otto iniziative rivolte ad assicurare alla clientela la trasparenza, la comprensibilità e la comparabilità dei prodotti/servizi offerti agli sportelli bancari.

Il servizio bancario e le norme antiriciclaggio
Le banche attraverso la loro attività vengono a conoscenza di molte informazioni personali della clientela. Esiste quindi una tradizionale riservatezza nel comportamento delle banche che costituisce la basa su cui poggia la fiducia del cliente. Il TUB, nell’art 7, parla di segreto d’ufficio e stabilisce che tutte le notizie, le informazioni o i dati in possesso della Banca d’Italia in ragione della sua attività, sono tutelati dal segreto d’ufficio anche nei confronti della pubblica amministrazione. Sono presenti, però anche delle deroghe, nel caso i dati sono utili a procedure penali.
La legge prevede anche varie norme che servono a impedire il riciclaggio del denaro proveniente da attività criminali. Proprio per questo devono essere identificati tutti coloro che accendono nuovi rapporti o che trasferiscono somme superiori a 12500 euro.

Capitolo 4: le operazioni di raccolta fondi

Caratteri e classificazioni dei depositi bancari
I depositi di denaro costituiscono la fondamentale operazione di provvista fondi. Sono operazioni di raccolta di tipo originario, in quanto praticati direttamente con la clientela. La banca acquista la disponibilità del denaro ricevuto e può utilizzarlo in operazioni di impiego che sono fruttifere per lei e vantaggiose per il sistema economico. La banca poiché gode dell’uso di denaro, si assume l’impegno di pagare al depositante un compenso, costituito da un interesse, a scadenze periodiche prefissate.
I depositi bancari possono essere classificati secondo vari criteri:
- secondo le modalità di attuazione del rapporto si dividono in: depositi semplici, deposti a risparmio e conti correnti;
- secondo la durata del rapporto in: depositi rimborsabili a vista, depositi rimborsabili con preavviso, e depositi a scadenza fissa;
- secondo i contratti in: depositi a risparmio libero, depositi a risparmio vincolato con scadenza fissa o con scadenza indeterminata, certificati di deposito, pronto contro termine, programmi di risparmio personalizzato e conti correnti.
Dal punto di vista legale il deposito bancario è un contratto:
- unilaterale, perché fa sorgere obbligazioni solo a carico della banca
- reale, perché si perfeziona all’atto della consegna del denaro depositato
- oneroso, perché di norma la banca deve corrispondere un interesse al depositante.
La banca acquista la proprietà della somma di denaro e si assume l’obbligo di restituirla nella stessa specie monetaria, pertanto non vi è l’obbligo di custodia, ma un obbligo di restituzione impropria.
Con il termine consistenza si indica l’importo che in un dato momento risulta a credito del depositante. Consistenza media, invece, si riferisce all’ammontare medio delle somme che in un certo periodo sono risultate a credito del titolare del conto. Movimentazione rappresenta la dinamica del conto di deposito e cioè il numero e l’entità delle operazioni di versamento e prelevamento. Giacenza media indica il periodo medio di permanenza presso le banche delle somme depositate.

Il deposito a risparmio libero
Il deposito a risparmio libero è comprovato da un libretto di risparmio che costituisce la prova del contratto. Questo libretto è conservto dal cliente ma deve essere presentato alla banca per ogni operazione. In esso sono registrate tutte le operazioni, indicando dopo ognuna di esse il saldo. In occasione della prima operazione compiuta dopo la capitalizzazione degli interessi, vengono registrati sul libretto anche gli interessi netti del periodo precedente. I libretti di risparmio possono essere:
- libretti nominativi, sono documenti di legittimazione intestati a una persona determinata che è l’unica che può effettuare le operazioni di prelevamento;
- libretti al portatore, sono titoli di credito per i quali la banca non è tenuta a identificare colui che presenta il libretto allo sportello.
In nessun caso sono consentiti prelevamenti di importo superiore a quello risultante nel libretto.
Le operazioni effettuate sui libretti di risparmio sono:
- l’apertura del nuovo deposito, redigendo in doppio esemplare, il contratto scritto e il suo documento di sintesi;
- la registrazione delle diverse operazioni di versamento e prelevamento;
- la chiusura del deposito, che prevede l’annullamento del libretto.
Gli interessi maturati sui depositi a risparmio vengono liquidati periodicamente, detraendo la ritenuta fiscale e i recuperi spese e sono capitalizzati con periodicità annuale o infrannuale.

I depositi bancari vincolati
I depositi a risparmio sono detti vincolati quando il depositante rinuncia per un prefissato periodo di tempo a disporre delle somme versate oppure accetta di ottenerne il rimborso solo dopo averlo richiesto con un tempo di anticipo prestabilito. Essi si distinguono in: depositi a risparmio vincolato, certificati di deposito e pronto contro termine.
a) Depositi a risparmio vincolato:
I depositi vincolati sono comprovati da un libretto sul quale possono essere accolti anche diversi versamenti, e sul quale vengono annotati gli interessi capitalizzati e i prelevamenti a scadenza. Le somme non ritirate alla scadenza del vincolo si intendono vincolate per un nuovo periodo di uguale durata. Prima della scadenza stabilita non si può effettuare alcun prelevamento. Se la scadenza non coincide con il 31/12 si deve calcolare il rateo passivo.
b) Certificato di deposito:
I certificati di deposito sono titoli di credito al portatore in cui la scadenza è stabilita in un cero numero di mesi, che vanno da un minimo di 1 a un massimo di 60. Un evidente limite presentato dai certificati di deposito è la loro liquidabilità, in quanto non vengono effettuati rimborsi anticipati. Il tasso di interesse varia al variare della scadenza e dell’importo. All’atto della sottoscrizione del contratto il risparmiatore versa l’importo richiesto mentre alla scadenza la banca restituisce il montante.
c) Pronto contro termine
Le vendite di titoli con patto di riacquisto, dette pronto contro termine, consistono in duplici compravendite di segno inverso, di cui una con regolamento a contante e una con regolamento a termine; quando vengono stipulate tra banche e clienti costituiscono operazioni di raccolta fondi con scadenza fissa a tasso prestabilito. Con la prima operazione la banca vende al cliente una certa quantità di titoli a un prezzo stabilito e con regolamento a contante, mentre con la seconda operazione la banca acquista dal cliente la stessa quantità di titoli della stessa specie a un prezzo superiore con regolamento a scadenza stabilita. I proventi delle operazioni pronti contro termine sono assoggettati a ritenuta fiscale del 12.5%, ma tale ritenuta si applica solo se il corso secco a termine è maggiore del corso secco a contante.

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