Vincent Van Gogh

Materie:Tesina
Categoria:Arte

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Testo

Di: Nicole Cantarelli
Per una strana coincidenza Vincent van Gogh viene alla luce il 30 marzo 1853, lo stesso giorno in cui, l'anno prima, nasceva morto il primo figlio di Theodorus van Gogh e Anna Cornelius Carbentus con quello stesso nome.
La storia di van Gogh ha inizio a Groot Zundent, borgo rurale della regione agricola del Bramante, nell'Olanda meridionale, sul confine belga. Il padre, pastore protestante, aveva sposatola figlia di un rilegatore di libri alla corte dell'Aja che gli darà, oltre a Vincent, altri cinque figli.
Due erano le professioni tradizionalmente abbracciate dalle generazioni dei van Gogh: quell'ecclesiastica e quella del mercante d'arte. Vincent imboccherà ognuna di queste due strade con sincera volontà, ma fallirà entrambe le volte. Tuttavia, l'una e l'altra esperienza peseranno con forza sulle sue scelte future.
Il primo tentativo di trovarsi un suo posto nel mondo risale al 1869, quando, all'età di 16 anni, Vincent è assunto nella filiale che la casa d'arte parigina Goupil ha aperto all'Aja. Qui il futuro artista viene a contatto per la prima volta, con la pittura e il disegno ed aggiunge all'occasione offertagli dall'esperienza lavorativa, le visite istruttive ai musei della città e le numerose letture.
Nel 1873 Vincent visita per la prima volta Parigi, visita con entusiasmo il Salon, il Louvre e il Luxembourg. Questo è però soprattutto l'anno del suo trasferimento alla Goupil di Londra, dove vi rimane per due anni, sperimentando una dolorosa solitudine. Ma il peggio arriva quando Vincent, lasciando in agosto un alloggio divenuto ormai troppo caro, si trasferisce in casa della vedova Loyer, s'innamora della figlia della sua padrona di casa, Ursula, ma è respinto. E' la prima volta, una cocente delusione d'amore, il primo di quegli impossibili legami che saranno una costante della sua vita sentimentale. In questo periodo di cupa disperazione, comincia a maturare in lui un atteggiamento mistico che via via si trasforma in vero e proprio furore religioso. Nel maggio del 1875 si trasferisce alla Goupil parigina, dopo un anno è definitivamente licenziato dalla casa d'arte.
Sempre più convinto della propria vocazione religiosa, nella primavera del 1877 van Gogh si trasferisce ad Amsterdam dallo zio, per prepararsi agli esami della facoltà di teologia, ma anche questo tentativo fallisce.
Nel 1879, riesce ad ottenere un incarico come laico a Wasmes, in Belgio. Qui insegna la Bibbia ai minatori e li assiste con dedizione totale, vivendo volontariamente in povertà. Le autorità del luogo, però non gradiscono questi eccessi e non gli rinnovano l'incarico. Poi, poco a poco, in lui si opera un mutamento e il suo interesse si volge alla pittura. Ed è sotto la guida dell'affermato pittore, Mauve, che Vincent realizza nel 1881 i sui due primi quadri: Natura morta con cavolo e zoccoli e Natura morta con boccale di birra e frutta. Fuggito a L'Aja Vincent incontra nel gennaio 1882 Clasina Maria Hoornik, detta Sien, una prostituta più vecchia di lui, alcolizzata, incinta e già madre di una bambina. Al culmine del suo disprezzo per le convenienze sociali, va a vivere con lei e vuole addirittura sposarla.
I dipinti di questo primissimo periodo sono soprattutto paesaggi: in prevalenza marine e spazi suburbani, nella tradizione tematica della scuola dell'Aja.
Alla fine del 1883, Theo, il fratello, convince Vincent a separarsi da Sien, poiché il peso di una famiglia era diventato insostenibile, e dedicarsi quindi solo all'arte.
Vincent decide di trasferirsi nel Bramante del nord, dove in due anni di permanenza realizza centinaia di dipinti e disegni. Un nutrito gruppo di opere ha per soggetto contadini e tessitori, capolavoro in questo periodo è I mangiatori di patate.
Van Gogh giunge a Parigi nel febbraio 1886, dove ospitato dal fratello, conosce l'impressionismo il fenomeno più originale della seconda metà dell'ottocento che ha detto basta ai soggetti e la tecnica accademica e ha posto la sensazione al centro della rappresentazione.
Vincent comincia a muoversi nella città delle occasioni e delle sollecitazioni e con l'aiuto del fratello conosce alcuni dei più famosi esponenti: Claude Monet, Camille Pissarro, Alfred Sisley, Pierre-Auguste Renoir, Paul Signac e Georges Seurat.
Il biennio parigino, febbraio 1886-1888, rappresenta per Vincent il periodo della sperimentazione tecnica e del conforto con le tendenze più innovative della pittura contemporanea. In questi ultimi due anni dipinge circa 230 quadri. In questo periodo Vincent si dedica alla pittura insieme ai suoi amici pittori, lavorando en plain air. Incontra altri artisti, discute con loro, frequenta gli stessi posti in cui gli amici pittori amano ritrovarsi. Uno di questi è la bottega di "Père" Tanguy, in rue Clauzel, un negozio di colori e vari materiali per artisti, gestito da un vecchio che è anche un generoso mecenate.
La realtà di Parigi era fatta principalmente di competizione, ma l'ambizione non era un sentimento provato dall'artista e pertanto nel 1888 parte alla volta d'Arles, nel caldo rifugio della Provenza. Il sole della regione scalda il cuore di Vincent e infiamma la sua tavolozza che mai come in questo periodo ha colori così vividi. Tra i primi lavori eseguiti ad Arles si trovano numerosi dipinti con il motivo degli alberi in fiore. Scrive Vincent: "Il paese mi sembra bello come il Giappone, per la limpidezza dell'atmosfera e gli effetti dei colori gioiosi". Anche sul piano tecnico, c'è in generale nella produzione arlesiana come un ripensamento, una ricerca che riparte dai colori piatti e stesi in ampie campiture.
Vincent adotta un sistema per dipingere anche la notte: delle candele accese fissate alla tesa del cappello e al cavalletto. I notturni così ottenuti, come: Esterno di caffè di notte e Notte stellata sul Rodano, sono tra i suoi dipinti più suggestivi e rivelano fino a che punto la notte possa essere luminosa e variopinta. Nel suo rifugio della Provenza, Vincent ospitò Paul Gauguin e insieme vissero un periodo di convivenza euforica e fruttuosa. Ma, un tragico epilogo, secondo quanto racconterà Gauguin, si verifica la vigilia di Natale del 1888 quando, dopo un furioso litigio, Vincent prende un rasoio per colpire l'amico che, spaventato, fugge di casa e va a dormire in albergo. Nel corso di quella stressa notte, Vincent, in preda ad una violenta crisi, si taglia il lobo dell'orecchio sinistro e lo porta incartato, come un regalo, ad una prostituta a lui nota.
Da quel tragico momento, seguirono ripetuti ricoveri all'ospedale d'Arles, e in seguito, consapevole della pericolosità dei suoi disturbi mentali, l'artista decide nel maggio del 1989, di ricoverarsi all'ospedale psichiatrico di Saint-Paul de Mausole. All'interno di questa struttura, riesce però a continuare le sue opere, realizzate sotto il controllo di un sorvegliante. Nascono qui i capolavori visionari della Notte stellata, della Strada con cipresso sotto il cielo stellato, delle Apilles con olivi in primo piano, opere di una serie caratterizzata da una tensione grafica estrema che sottolinea il delirio emotivo con frenesia di vortici, linee ondulate e fasci dinamici.
Nel maggio 1890, Vincent parte per Parigi da solo, dove passa tre giorni a casa del fratello, dove conosce la cognata e il nipote nato da pochi mesi. Nei numerosi dipinti eseguiti in questo periodo si nota lo sforzo supremo di una mente confusa in cerca di regole e un desiderio di ricominciare con ordine e con tranquillità; realizza molti ritratti, tra cui il più celebre è il Ritratto del dottor Gachet.
Negli ultimi mesi di vita, l'artista stenta a soffocare un conflitto interiore che urge e preme, alimentando contraddizioni formali come nella Chiesa di Auvers, o rompendo in una pennellata confusa e scomposta come in Campo di grano con corvi. Alcuni problemi familiari lo turbano profondamente: Theo attraversa un periodo di difficoltà economiche, la sua salute non è buona (morirà pochi mesi dopo, il 25 gennaio 1891) e anche il nipotino non sta bene.
Il 27 luglio 1890, Vincent esce di casa per dipingere nei campi. Al suo rientro, viene ritrovato sofferente dai Ravoux a cui confessa di essersi sparato un colpo di pistola. Il destino dell'artista è segnato e, confortato dal fratello Theo, muore la notte del 29 luglio all'età di trentasette anni.

I MANGIATORI DI PATATE
I mangiatori di patate è il punto di arrivo di una serie di studi, in questo è considerato il primo dei suoi capolavori. Van Gogh indirizza i propri sforzi verso la ricerca espressiva, realizzata tramite i colori scuri e terrosi che caratterizzano il suo primo modo di dipingere.
Dal punto di vista del soggetto è evidente l'attenzione alla vita quotidiana dei poveri: misera casa in legno, una cena a base di patate e caffè, un'unica fonte di luce, una lampada, a rischiarare l'ambiente.

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IL PONTE DI LANGLOIS
Lasciata Parigi per la Provenza, il pittore accorda subito la sua tavolozza sui toni luminosi caldi e accesi del Sud. Anche la pennellata abbandona i tratti distintivi del post-impressionismo per campiture più nette e definite. Resta comunque l'abitudine di dipingere all'aria aperta, la sua pittura segue quindi un nuovo stile: la pittura giapponese. Nasce così Il ponte di Langlois.

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LA NOTTE STELLATA
Van Gogh dipinge la notte stellata durante il soggiorno all'ospedale psichiatrico di Saint-Poul-de-Mausole. Vincent soffre di violente crisi depressive cui si alternano momenti di relativa serenità durante i quali si dedica freneticamente alla pittura. Nel periodo in cui van Gogh è ricoverato, cambia nuovamente il suo stile: i colori chiari stesi a piatto di Arles lasciano il posto a toni più scuri e fanno la loro comparsa i vortici, le linee ondulate e i fasci dinamici di colore, che creano e sottolineano movimenti e contorni in una pittura meno scandita della precedente.

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